
Ha girato il BelPaese “Disegnando l’Italia”: un’esperienza di cammino, in solitaria, per un anno mezzo. Ora, una nuova avventura: andare a vivere in capanna. Ecco la storia di Nazario Nesta.
Non si ferma. Mai. Non ha fatto in tempo a concludere il progetto di “disegnare l’Italia” che già è pronto a una nuova avventura. Perché Nazario Nesta è fatto così. Del resto, a uno che ha trascorso 75 giorni di quarantena in un bosco, questa fase di semi lockdown pesa ma è anche l’occasione per pensare a nuove esperienze. Come quella di “andare a vivere in capanna”.
Un’esperienza che Nesta è pronto ad affrontare, come sempre, con il sorriso. Quello con cui ha affrontato il suo giro lungo la Penisola durato un anno e mezzo. “Ho iniziato felice per l’avvio di questa grande impresa e ho completato il tutto con il sorriso, quello di chi ha il coraggio di portare e termine le cose. Perché iniziare una cosa è una scelta, il coraggio vero è portarla a termine”.
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La festa rinviata

E lui è tornato a casa come un eroe. ma il Covid non gli ha permesso di ricevere il giusto tributo della sua Sannicandro Garganico. Poco male per Nazario Nesta, il camminatore solitario ai tempi della pandemia che ha riscritto il perimetro dell’Italia e si è guadagnato anche l’ammirazione del governo. Lo ha fatto “Disegnando l’Italia”. Un’avventura durata un anno e 5 mesi, percorrendo a piedi circa 10.700 km. Un progetto iniziato il 19 maggio dello scorso anno, che l’ha portato a percorrere in solitaria il perimetro dell’Italia con tappe di 30 km giornalieri.
Il 17 ottobre il suo paese era in festa. Troppo. Tanto da annullare l’evento serale per timore di assembramenti che già si erano creati durante l’arrivo nel paese. I suoi concittadini volevano scortarlo. Ma la sua storia ha coinvolto e appassionati tutti. Anche i membri del governo, come il ministro Spadafora che gli ha voluto dedicare un saluto a distanza in quella giornata che segnava anche il suo 29esimo compleanno.
Il saluto del ministro Spadafora
Le emozioni
Oltre a disegnare l’Italia, ha ‘riscritto’ anche se stesso. “Il tempo c’è sempre ma siamo noi che andiamo troppo di fretta. E ho imparato un’altra cosa – evidenzia Nesta -: ci basiamo troppo su quello che gli altri pensano di noi. In tanti, quando ho iniziato mi hanno detto ‘ma perché lo fai?’, ‘ma vai a lavorare, piuttosto’, ma io sono convinto che il mondo vada avanti perché siamo diversi. Ognuno deve agire sapendo ciò che sa fare e in cui può dare il 100%: ebbene, io mi sono avviato con la speranza di migliorare e la mia vita è cambiata totalmente”.
La nuova esperienza
Certo, non sono mancati i momenti difficili. A cominciare dalla pandemia, “il momento più duro che mi ha costretto a stare fermo per due mesi. E’ rimasto bloccato nei boschi in un piccolo comune in provincia di Sondrio, vivendo sotto il tetto di una ‘casetta’ improvvisata. Assistito anche dalla solidarietà della gente del posto: “Ogni giorno gli abitanti della valle mi portavano da mangiare”. E di persone di buon cuore sulla strada ne ha incontrate tante: “Un aspetto che ricorderò per tutta la vita”.
Ed è proprio da quella valle che sarebbe dovuta ricominciare la sua avventura. In tanti, sui canali social che Nesta utilizza con intensità, gli hanno prospettato questa alternativa: tornare in qual ricovero di fortuna nei boschi. Ma lui ha scelto di non andare troppo lontano, “perché è giusto così, è più sicuro”. Con il virus non si scherza. Ma Nesta non si ferma e la sua capanna la costruirà a due passi da casa. Ovviamente, testimoniando quotidianamente tutto. Intervallando la realizzazione della sua nuova ‘abitazione’ al libro che ha già in cantiere. la Trama? Facile: il suo viaggio lungo il perimetro dell’Italia.