Nasce la Carta delle Dune Costiere, Mediterraneo  protagonista dell’educazione ambientale

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Dune da proteggere contro l'erosione costiera (Nella foto un angolo del Parco naturale regionale delle Dune costiere- Brindisi)

Dopo l’istituzione della Carta dei Comuni custodi della Macchia Mediterranea, un comitato promotore al lavoro  per la Carta delle Dune Costiere. Tra le associazioni sostenitrici della carta, SIGEA e Marevivo Onlus

 

La giornata nazionale degli Alberi, celebrata il 21 novembre, è stata l’occasione per presentare la versione definitiva della Carta dei Comuni custodi delle Dune Costiere, un documento  che invita i Comuni che vorranno sottoscriverlo, ad attuare programmi che non solo proteggano un patrimonio naturalistico inestimabile come quello dei sistemi dunali, ma che educhino i cittadini a prendersene cura.  A elaborare la carta delle Dune Costiere è stato un comitato promotore  formato da più associazioni che  ha coinvolto istituzioni e università avviando un confronto che ha visto la partecipazione delle città di  Venezia, Roseto degli Abruzzi, Pachino, Cagliari, Lecce, Messina, Cerveteri. Il comitato promotore, tra l’altro ha all’attivo anche l’istituzione della Carta dei Comuni custodi della Macchia Mediterranea (Carta di Caltagirone). L’obiettivo è di nuovo il coinvolgimento dei comuni  che ne saranno i firmatari e che dovranno impegnarsi nella difesa del sistema dunale, inteso come un sistema di grande importanza naturalistica per la difesa della biodiversità e delle coste.

Come nascono le dune?

Il sistema dunale nella sua interposizione al mare mantiene le condizioni ideali per la sopravvivenza della macchia mediterranea, ma anche per il mantenimento degli ambienti umidi come i la laghi e le paludi costiere. Ma come nascono le dune?

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L’efficacia delle dune sta nell’essere un sistema di riequilibrio per le spiagge in erosione, e una protezione per le coltivazioni e gli insediamenti umani dell’entroterra, che così vengono riparati dai venti più freddi e violenti

Il vento, agendo sulle spiagge sabbiose, prende in carico i sedimenti più sottili e li trasporta verso l’entroterra dove ostacoli occasionali, spesso dovuti a vegetazione spontanea, ne provocano la sedimentazione, dando luogo ai prodromi di quella che con il tempo potrebbe diventare una duna.
Le dune costituiscono un elemento importante del sistema costiero mobile, ma hanno bisogno di spazio, sedimenti fini e di piante pioniere. La loro efficacia sta nell’essere un sistema di riequilibrio per le spiagge in erosione, e una protezione per le coltivazioni e gli insediamenti umani dell’entroterra, che così vengono riparati dai venti più freddi e violenti e dall’aereosol marino. Evolvendosi le dune tendono a essere stabilizzate grazie alla presenza di una vegetazione specializzata che contrasta la continua mobilità. Una delle principali caratteristiche delle dune è la loro biodivfersità.
Spiagge e dune sabbiose fanno parte di sistemi sabbiosi litoranei esono presenti in tutto il mondo, occupando, nel complesso il 34% della lunghezza costiera globale. In Europa, questi occupano una superficie di circa 5300 km2 e, a seconda della posizione geografica, presentano caratteristiche diverse. In Italia, i sistemi sabbiosi litoranei si estendono per 3346 km (circa il 40% delle coste italiane), con una superficie territoriale di oltre 120 km2 . Tuttavia, ad oggi, solo una frazione limitata di questa superficie presenta sistemi dunali stabili.

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Perchè le dune rischiano di scomparire?

Negli ultimi anni lo sviluppo urbanistico e la diffusa antropizzazione  dei litorali ha esposto le dune a a gravi minacce di degrado e perfino all’estinzione; l’eliminazione degli argini provoca ogni anno  in tantissimi tratti di costa elevati fenomeni di erosione quasi del tutto non fronteggiabili. Anche la crisi climatica in atto  interessa sempre più spesso le nostre coste sabbiose, i cui effetti possono essere contenuti solo se viene messo in atto un programma concertato di tutela del sistema spiaggia-duna.

Comuni e associazioni a difesa delle dune

La Carta dei Comuni Custodi delle Dune Costiere Mediterranee – detta anche carta di Pomezia, dal luogo dove è stata redatta la versione definitiva – impegna i sindaci ad azioni ben precise. A loro viene chiesto di  promuovere nei territori da loro amministrati la conoscenza, la conservazione e la tutela di questo patrimonio naturalistico, favorendo la revisione mirata dei piani urbanistici e dei piani di utilizzo del demanio costiero, indirizzandoli alla migliore conservazione delle dune costiere presenti sul demanio e sui lotti privati situati nelle zone ad esso contigue. Tra le varie cose:

Vietare la costruzione di qualsiasi manufatto stabile che possa incidere sull’equilibrio tra la duna e la spiaggia antistante
· Rimuovere i rifiuti inorganici manualmente, cercando di asportare meno sedimento possibile, usando quelli organici per una migliore difesa invernale dei litorali
· Realizzare sistemi d’accesso, prevalentemente in legno, sopraelevati rispetto alla quota del sistema dunale attraversato individuando punti di osservazione strategici
· Promuovere un turismo sostenibile, regolando l’accesso e contingentandone le attività
· Creare una cartellonistica informativa, educativa e motivazionale
· Organizzare percorsi ludico-didattici per le scuole e i fruitori dell’arenile
· Monitorare il sistema spiaggia – duna, vegetazione – fauna, con cadenza almeno stagionale
· Proteggere con sistemi naturali le specie di fauna e di flora a rischio, evitando l’introduzione di specie esotiche
· Adottare interventi di contrasto dell’erosione costiera a a difesa degli arenili senza ricorrere alla realizzazione di opere rigide
· Realizzare, qualora necessari, interventi di ripascimento con sedimenti compatibili dal punto di vista granulometrico, cromatico e composizionale
· Promuovere interventi di recupero ambientale e rinaturazione usando ecotipi locali
· Istituire corsi di educazione e tutela ambientale e formare guide esperte sui sistemi dunali

Tra le prime associazioni sostenitrici della Carta dei Comuni Custodi delle Dune Costiere Mediterranee, la Società italiana di geologia ambientale (SIGEA) e l’Associazione Marevivo Onlus.

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La macchia mediterranea caratterizza gran parte del sistema dunale delle coste salentine

«La SIGEA sostiene con convinzione e grande interesse il progetto culturale di tutela dell’ambiente e di educazione ambientale quale è la “Carta dei Comuni Custodi delle Dune Costiere Mediterranee”. E’ necessario evitare che azioni e opere possano incidere sulle spiagge e le loro dune. Le spiagge sono beni ambientali comuni che vanno vissuti senza che ne alteriamo il loro equilibrio naturale. Una consapevolezza, quella del rispetto delle spiagge, nell’interesse anche nella tutela della biodiversità, del nostro benessere psico-fisico e delle tante economie locali che su di esse si sono sviluppate. Conosciamo e tuteliamo le dune, tuteliamo le nostre spiagge, tuteliamo noi stessi». Lo ha dichiarato Antonello Fiore, Presidente Nazionale della Società Italiana Geologia Ambientale, aprendo a Roma la cerimonia con i sindaci per la Firma della Carta dei Comuni Custodi delle Dune Costiere Mediterranee.

«Da tanti anni siamo impegnati nella sostenere e promuovere l’informazione sull’importanza che detiene il sistema dunale – dichiara Fabio Galluzzo, delegato regionale per la Sicilia di Marevivo Onlus – Possediamo un Centro di Educazione Ambientale a Eraclea Minoa nell’agrigentino,  lungo un fascia boschiva che si affaccia sul un litorale di dune che da anni è esposto a un forte fenomeno di erosione costiera. In pochissimi anni le abbiamo visto scomparire inghiottite dalla acque ed abbiamo assistito inermi alla perdita del grande patrimonio naturale che questa parte di costa della Sicilia meridonale conserva. La stessa struttura che ogni anno ci consente di accogliere migliaia di studenti che partecipano alle nostre iniziative di educazione ambientale, è stata più volte quasi travolta dalle acque, costringendoci ad arretrarla per difenderla dall’invansione del mare. Coinvolti dalla minaccia di perdere tutto, siamo intervenuti più volte per strutturare sistemi di difesa e soprattutto abbiamo lavorato con le scuole e con i villeggianti nel corso della stagione estiva, per diffondere informazioni e stimolare una più rispettosa  fruizione della spiaggia e delle dune che come siamo soliti dire non sono fatte solo di sabbia, ma custodiscono un patrimonio incredibile vita animale e vegetale, indispensabile per la sopravvivenza dell’ecosistema marino e di tutto il territorio costiero».

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