Mottola

Sono su una collina a 387 metri sul livello del Mar Jonio, da questo punto di vista domino la valle e la piana che si apre al golfo di Taranto. Su questa collina si è autocostruita nel tempo l’abitato di Mottola.

Mottola, Chiesa Rupestre di San Nicola

Si racconta, nei libri di storia, che nella piana davanti a me si consumò la sconfitta di Pirro nel 272 a.C. a opera di un console dell’Impero Romano, Curio Dentato. Solo oggi mi rendo conto di quanto sono vicini a me i luoghi in cui si sono svolti in Puglia eventi storici eccezionali e drammatici che hanno modificato il corso della storia. Luoghi visibili e storie invisibili, raccontate da storici, che hanno raccolto anch’essi, da documenti e libri, iscrizioni, dati e informazioni i quali, ricostruiti, permettono una composizione fantastica della storia.

I segni fisici sul territorio sono ancora visibili. Tutt’intorno alla collina si vedono le vie gradinate che si sviluppano in senso circolare tra antichissime mura che testimoniano le origini. In contrada Orto del Vescovo ci sono mura megalitiche che hanno difeso gli abitanti dai Bruzi e dai Messapi, altri drammatici scontri tra uomini, poi dei Romani contro Annibale e, ancor più tardi nel tempo, la distruzione dell’abitato a opera dei Normanni nel 1100 che la ricostruirono consegnandola agli Angioini nel 1600 e, in tempi più recenti, questi ultimi ai Caracciolo.

Mottola Chiesa Rupestre di San Nicola

La collina abitata ha al suo centro la Chiesa Matrice, frutto di una fondazione nel XIII secolo costruita con tre navate e rimodellata più tardi, nel 1500, in alcune sue parti architettoniche. Fuori, tutt’intorno, si può, attraverso stradine gradinate scendere verso le numerosissime grotte di cui il territorio intorno alla collina è disseminato. Una civiltà rupestre ampia, costituita da grotte e cavità, utilizzate un tempo come abitazioni e luoghi di incontri spirituali.

A pochi passi dal centro abitato, verso sud-est c’è la gravina di Pertruscio che merita di essere visitata per comprendere il senso sia naturale che artificiale dell’opera dell’uomo perché ricca di terrazzamenti secolari, utilizzati un tempo per la messa a coltura dei terreni prospicienti il burrone che, nella parte più a sud, si immerge in un fitto bosco di pini.

Mottola Chiesa Rupestre di San Nicola

In questo paesaggio si trova il villaggio rupestre di Petruscio vissuto già dal IX secolo e ricco di grotte uniche e, camminando tra grotte, gravine e boschi, gli abitanti del luogo mi invitano a visitare la Masseria Casalrotto del 1700 e la chiesa di Sant’Angelo in Casalrotto. È una chiesa distribuita su due piani con numerosi affreschi bizantini. Questa chiesa è stata il centro spirituale di un monastero rupestre di origine italo-greco prima, benedettino poi.

La particolarità di questo insediamento rupestre è costituito dalla presenza di più di cento grotte che raccontano la vita dal medioevo in poi, confermata dalla presenza di una necropoli. A ulteriore conferma della forte presenza umana nelle cavità c’è la Cripta di San Nicola che gli abitanti chiamano la “Sistina della civiltà rupestre”. Si racconta che fu intagliata nel tufo dalla comunità di Casalrotto nel XII secolo sui modelli architettonici delle chiese bizantine a pianta centrale.

Mottola, Chiesa Rupestre di SantAngelo: grotte adiacenti

Entrandoci sono percepibili subito le tre navate tutte decorate con splendidi affreschi a più strati, dipinti nel tempo, a opera di un pittore appulo-greco di notevole talento. A pochi passi dalla Cripta, come se non bastasse la messe di arte e architettura vista sin’ora, c’è anche la chiesa-grotta di Santa Margherita, in cui si conservano ancora affreschi del 1300 dedicati a San Nicola.

Un viaggio unico tra immagini visive, architettura intagliata nella morbida roccia tufacea e segni pittorici di spiritualità intensa; sintesi culturale d’un tempo vissuto con grande fede e coraggio.

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