
Un motore ecosostenibile,totalmente “green”, efficiente ed ultratecnologico che non rilascia sostanze nocive nell’ambiente presto potrebbe essere una realtà grazie alla ricerca
Un motore totalmente ecosostenibile, fino a qualche anno fa era solo un’utopia. Sulla necessità di riconvertire i rifiuti prodotti dalle società e dallo sfruttamento delle materie prime, ripulire l’ambiente dalle tossicità e dall’inquinamento e migliorare la vita delle persone, la ricerca e la tecnologia negli ultimi anni hanno fatto passi da gigante.
Spinti da uno spirito ambientalista ma anche da interessi economici, nei laboratori di ricerca di tutto il mondo sono stati scoperti nuovi processi che permettono la realizzazione di motori a basso impatto ambientale. Ma ciò che rende l’energia veramente “green” è la materia prima utilizzata per la sua produzione.
Esiste un motore ecosostenibile?

Fonte: http://www.omniauto.it
Abbiamo posto questa domanda ad Antonino Genovese, ricercatore del Centro Ricerche Casaccia dell’ENEA, l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.
«Per determinare correttamente gli impatti ambientali – spiega Genovese – dobbiamo valutare l’intera filiera energetica, dalla produzione all’utilizzo. La sostenibilità dell’elettrico è vincolata dalla sorgente di produzione dell’energia elettrica. In Italia, l’energia si produce con il carbone, il gas naturale, le fonti rinnovabili e con una percentuale di nucleare proveniente dall’estero. Alcuni materiali possono essere riusati e recuperati meglio di altri, ma lasciano comunque una traccia ambientale. Anche l’idrogeno: idoneo se ricavato da fonti rinnovabili, meno se ottenuto da combustibili fossili. Non abbiamo ancora un motore ecosostenibile al 100% ma stiamo progredendo verso la realizzazione di tecnologie a bassissimo impatto ambientale».
Se consideriamo l’intera filiera produttiva, quanto inquinamento viene prodotto?
«Studi relativi alle emissioni climalteranti indicano scostamenti molto bassi tra un veicolo elettrico ed uno convenzionale nella fase di costruzione. La produzione impegna emissioni di gas serra per un 13-15% del totale».
Motore elettrico: è ecosostenibile?
E con il motore elettrico?
«in questo caso va aggiunto un ulteriore 5%. Questo incremento però è compensato dalla minore emissione durante la fase di utilizzo. Complessivamente, la riduzione è valutata intorno al 40-50% rispetto ad un veicolo convenzionale».
Come si risolve il problema dello stoccaggio delle batterie?
«Le moderne batterie al litio possono essere reimpiegate in ausilio alla rete elettrica o in applicazioni domestiche, quando non sono più idonee ad un uso automobilistico. Questa applicazione allunga la vita utile della batteria e riduce il consumo di materie prime. Si stanno valutando tecniche di recupero di materiali pregiati come indicato nel modello di economia circolare».
Motore ad idrogeno: è ecosostenibile?
E con quello ad idrogeno?
«L’uso dell’idrogeno è, attualmente, collegato alla trazione elettrica attraverso l’impiego di Fuel cell, che richiede alti gradi di purezza. Di conseguenza, l’idrogeno risente della tipologia di sorgente elettrica usata per la sua produzione. La soluzione ottimale è quella che prevede il ricorso a fonti totalmente rinnovabili».
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Il “motore a rifiuti” visto nel film Ritorno al Futuro è realizzabile? È “totalmente green”?
«Il rifiuto come fonte energetica è una soluzione di fatto già attuata. Non siamo ancora pronti per i motori alimentati direttamente con una buccia di banana, come ipotizzato nel film di Zemeckis, ma possiamo sfruttare i rifiuti organici per produrre biocombustibili o, in alternativa, energia elettrica. La produzione di combustibili dai rifiuti è possibile attraverso la produzione di biogas dalla frazione organica del rifiuto solido urbano o da scarti vegetali o zootecnici. Il biogas è un gas composto in parti variabili da metano ( 50-75%), anidride carbonica (25-45%), idrogeno (1-10%) e può essere utilizzato in modo grezzo per produrre energia elettrica bruciandolo».
Motore ecosostenibile, verso il biometano

«Ma il vero salto di qualità è la produzione di biometano tramite un processo di purificazione del biogas che separa il metano dagli altri gas. Il biometano ricavato è utilizzabile nei veicoli senza ulteriori passaggi. La combustione produce sempre ossidi di azoto e monossido di carbonio, ma questi possono essere controllati con dispositivi postcombustione. Inoltre l’anidride carbonica residua del processo di purificazione può essere utilizzata ancora per produrre ulteriore metano attraverso la combinazione con idrogeno rinnovabile secondo la reazione Sabatier. Possiamo sicuramente riferire che il motore basato sui rifiuti è realtà, e quasi pronto per la commercializzazione, anche se non possiede un pedigree “green” in assoluto».
A che punto è la ricerca?
«La ricerca procede verso lo sviluppo di nuove coppie polari mirate a migliorare le prestazioni dell’accumulo nel tempo ed a consentire ricariche ultrarapide per contenere i tempi di ricarica. Ulteriori argomenti in sviluppo sono la ricarica dinamica senza contatto che consente di ricaricare il veicolo durante il suo movimento lungo una corsia appositamente attrezzata».
Le ricerche ENEA
Quali progetti sta attuando l’ENEA per abbattere l’inquinamento prodotto dai mezzi di locomozione?
«L’ENEA ha sviluppato “BEST”, un sistema di supporto per le aziende di trasporto che vogliano convertire la propria rete in elettrica con l’ausilio di supercapacitori. Stiamo lavorando anche su sistemi multisorgente. Per l’idrogeno, abbiamo il progetto “3eMotion”, con l’introduzione di 5 bus a Roma, ed il progetto “Mhybus”, che ha visto a Ravenna il primo bus in Italia alimentato da una miscela di metano-idrogeno percorrere 100.000 km».