
Da qualche anno a Morano Calabro si sta lavorando al progetto per la creazione di un “Borgo nel borgo”; tutto ruota intorno al recupero ed al riutilizzo di antichi complessi edilizi ricadenti nella prima cinta muraria del centro storico di Morano Calabro, per la creazione di un contesto favorevole alla diffusione della cultura di un nuovo modello di turismo sostenibile e solidale. Il cuore del progetto è il centro “ Il Nibbio”.

Questo progetto nasce come esperimento pilota nel 1998, con l’obiettivo generale di diffondere una nuova cultura dell’ambiente, ed in particolare, “Realizzare un contesto favorevole, ove le tematiche legate all’ambiente naturale si fondessero in modo armonico alle pregevoli fattezze dell’ambiente antropizzato dell’antico borgo medievale di Morano”. In sintesi, tutto ciò corrisponde a parlare di ambiente a tutto tondo. La tutela e la valorizzazione dei beni naturali, il recupero e la diffusione delle tematiche storico –antropologiche, diventano il motore di un complesso di strutture che parlano un solo linguaggio: “Armonizzare il rapporto tra gli esseri umani e l’ambiente in cui vivono”. Come un grappolo di case che coronano il Castello Normanno,

assumono la connotazione di un vero villaggio che conserva tutte le sue caratteristiche urbanistiche ed architettoniche ma risorge a nuova vita dopo tanti decenni di completo abbandono. L’urbanizzazione selvaggia nelle zone edificabili a valle e l’abusivismo devastante della pregevole pianura a vocazione agricola, hanno di fatto sancito lo spopolamento del centro storico svuotandolo di ogni sua funzione. Ed è proprio in questo contesto che “Il Nibbio” elabora la sua proposta per rendere giustizia ad un raro esempio di urbanistica medievale, quasi una cascata di case senza soluzioni di continuità, senza strade e con una armonia che rapisce immediatamente lo sguardo. Questo villaggio, in costante evoluzione, è costituito ad oggi da quindici immobili, ed ognuno di questi svolge una precisa funzione nell’ambito del mosaico complessivo ma è costantemente posto in correlazione con tutti gli altri, e tuttavia possibile ipotizzare una lettura per macroaree.
Il museo naturalistico diffuso è organizzato in sezioni monotematiche, in ogni immobile viene sviluppato un argomento della natura ( Ornitologia, Entomologia, Malacologia, ecc.), con particolare riferimento al mondo animale e vegetale del comprensorio del Pollino. I grandi diorami (Riproduzioni in scala reale di porzioni di ambienti naturali), rappresentano un metodo efficace per spiegare il comportamento degli animali in natura, fissando l’attenzione sul concetto di “Reperto Naturale” e sulla sua importanza anche come bene culturale da tutelare e valorizzare (Giusto riconoscimento introdotto dalla Legge 06 luglio 2002 n°137 – Codice Urbani-).

Il museo svolge attività di laboratorio naturalistico ed è dotato di un servizio guide per meglio far apprezzare le rare collezioni presenti. Oltre alle strutture espositive, ve ne sono altre destinate a funzioni strettamente correlate ad esse. Tra queste, un immobile utilizzato interamente come videoteca, un altro contenente una fornita biblioteca specialistica a carattere naturalistico ed un giardino attrezzato per attività all’aperto.
Le botteghe artigiane, recuperate con cura, scandiscono il passaggio tra le varie sezioni del “Museo Diffuso” fornendo una traccia genuina del vissuto del luogo. Gli oggetti ed i contesti a forte valenza storico-antropologica raccontano un vissuto fatto di semplicità e sacrificio. L’albergo diffuso, costituito da numerose casette restaurate con cura, contengono arredi semplici, autentica testimonianza di una dignitosa civiltà contadina. Tutte vicine, quasi a voler ricreare l’antico “Vicinato” ove la vita di relazione si svolgeva in modo intenso, nella condivisione quasi obbligatoria del vissuto quotidiano.


Infine, in un antichissimo immobile, che ingloba una parte della prima cinta muraria fortificata del centro storico, è stata realizzata una struttura preposta alla diffusione di nuova cultura eno-gastronomica, per valorizzare l’agricoltura biologica del luogo secondo il concetto della filiera corta, recuperando gli antichi sapori. Essa è anche luogo ove si intrecciano culture e storie, come accadeva nella antica Morano, crocevia di migrazioni di popoli guerrieri e grandi viaggiatori.
Nicola e Ottavia Bloise sono stati tra i fondatori del centro “Il nibbio”. Attualmente ne coordinano le diverse attività