Moda etica a Milano Fashion Week: made in Italy e materiali ecologici

Cala il sipario sulla Milan Fashion Week autunno/inverno 2019, evento glamour che premia il saper fare manifatturiero, la creatività del Made In Italy e la moda etica.

Milano fashionWeek: premiate le creazioni di stilisti e designer, insieme al lavoro dei giovani talenti e delle nuove leve.

Stella Jean, Ararauna, 2018 Abito in viscosa italiana, dipinto e ricamato a mano dall’artista Ambra Lucidi Roma Foto Irene Montini

Tra sfilate, workshop ed eventi collaterali, mettetevi seduti per leggerne i numeri: 60 sfilate, 81 presentazioni, 4 presentazioni su appuntamento e 33 eventi in calendario, per un totale di 173 collezioni. E, come ci ha tenuto a sottolineare Carlo Capasa, presidente di Camera Nazionale della Moda Italiana, «ha un indotto pazzesco. Solo per le Fashion Week a Milano si parla di 160 milioni di euro. Senza dimenticare che la fashion industry milanese fattura circa 28 miliardi di euro, dando da lavorare a 91mila persone». La moda, teniamolo in conto, è uno dei settori trainanti dell’economia nazionale.

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Questa edizione ha avuto lo sguardo lungo su due progetti dal respiro internazionale; il ‘Budapest Select – Presentation of Hungarian Designers’, con lo scopo promuovere lo sviluppo della moda ungherese, e la collaborazione con Xi’An International Fashion Town per il supporto e la promozione di sette giovani stilisti cinesi.

Milano Fashion Week: Moda dal respiro ecosostenibile

Ma, oltre a sostenere i giovani talenti e celebrare i conclamati brand italiani, la Camera Nazionale della Moda Italiana ha supportato la sostenibilità, presentando le collezioni, tra le altre, di Gilberto Calzolari e Tiziano Guardini, vincitori rispettivamente nel 2017 e nel 2018 del premio “Franca Sozzani GCC Award”. Un premio, vale la pena di spiegare, dedicato alla Sozzani, ex direttore di Vogue Italia, che rientra tra i Green Carpet fashion Awards, gli Oscar della moda sostenibile nati dall’alleanza tra Cnmi ed Eco Age.

Il debutto di Calzolari nella moda è di solo tre anni fa, ma la sua passione è nel DNA; suo padre lavorava da Galtrucco, storico negozio di tessuti di Milano, e gli ha tramesso la conoscenza dei tessuti. Lavorare con i grandi della moda italiana, da Armani per 10 anni e prima da Valentino, Prada (Miu Miu) e Marni, ha fatto il resto. Il “Franca Sozzani GCC Award” 2017 se lo è aggiudicato presentando un abito realizzato con una astrusa combinazione di materiali naturali: la fibra vegetale dei sacchi di iuta provenienti dalle piantagioni brasiliane di caffè e i cristalli Swarovski che non contengono piombo. La decisione di scegliere il mondo sostenibile come mezzo espressivo è stata la naturale conseguenza del suo modo di pensare. «Sono buddista e il mio approccio alla vita è legato a questo modo di essere e vivere. La mia moda, quella che avrebbe portato il mio nome, non poteva che seguire questo percorso». Gilberto Calzolari sostiene inoltre Polar Bears International, organizzazione no-profit leader a livello mondiale dedicata alla conservazione mondiale dell’orso polare e del suo habitat.

Tiziano Guardini, anche lui presente a Milano e vincitore del “Franca Sozzani GCC Award” 2018, ha sposato l’ecomoda da tempo. Per esempio utilizza Econyl per parka e giacche a vento. Si tratta di un filato di nylon proveniente dal recupero delle reti da pesca e dal materiale plastico in mare. Materiali eco-sostenibili anche per i suoi accessori, dalle borse alle scarpe, realizzati con Evo, un filato proveniente dall’olio di ricino che viene prodotto con un grande risparmio d’acqua.

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Milano fashion Week: il Sustainable Thinking di Ferragamo

Infine, uno storico marchio italiano che non poteva mancare alla Fashion week di Milano, Salvatore Ferragamo, ha sfilato con la sua collezione

Scarpa Salvatore Ferragamo, Rainbow Future
Salvatore Ferragamo, Rainbow Future, 2018
Zeppa in vero legno rifinita a mano, realizzata artigianalmente in cotone organico. Il sandalo, ispirato al leggendario sandalo Rainbow, una delle invenzioni simbolo di Salvatore Ferragamo, è realizzato con materiali e tecniche responsabili

autunno inverno 2019-2020, ma ha in cantiere una importante iniziativa per raccontare la sostenibilità. Al Museo Salvatore Ferragamo di Firenze il 12 aprile prossimo inaugura Sustainable Thinking, un percorso narrativo che si snoda tra le pionieristiche intuizioni del Fondatore Salvatore Ferragamo nella ricerca sui materiali naturali, di riciclo e innovativi, e le più recenti sperimentazioni in ambito green.

Il progetto espositivo sarà visitabile fino all’8 marzo 2020. E’ ideato da Stefania Ricci, direttore del Museo Salvatore Ferragamo e della Fondazione Ferragamo, con il contributo di Giusy Bettoni, Arabella S. Natalini, Sara Sozzani Maino e Marina Spadafora. La mostra ospita opere di artisti e fashion designer internazionali che presentano la propria chiave di lettura sul recupero di un rapporto più meditato con la natura e la sua profonda relazione con la tecnica, l’impiego di materie organiche e il riuso creativo, fino a sottolineare l’importanza di un impegno collettivo, di un modo di pensare consapevole e condiviso. L’itinerario comincia dalla ricerca sui materiali condotta dal Fondatore Salvatore Ferragamo, a partire dagli anni Venti del Novecento, tra canapa, cellofan e pelle di pesce, per poi esplorare le storie di materie di pregio che, giunte al termine della loro vita, vengono trasformate in prodotti di qualità, a rappresentazione concreta del concetto di economia circolare. Da non perdere.

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