Mobilità sostenibile,: protestano le associazioni: “Governo apre ad auto elettriche e ibride in centri storici e ztl”

Polemica su Legge di Bilancio e mobilità. Associazioni ambientaliste contestano il governo e il comma 103 che obbliga i Comuni a consentire “in ogni caso” l’accesso di auto elettriche e ibride in aree pedonali e ztl.

“In ogni caso”. Sono poche parole. Eppure rischiano di avere un effetto devastante sulla mobilità dei centri storici italiani. È il comma 103 della Legge di Bilancio: “All’articolo 7 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, dopo il comma 9 e’ inserito il seguente: « 9-bis. Nel delimitare le zone di cui al comma 9 i comuni consentono, in ogni caso, l’accesso libero a tali zone ai veicoli a propulsione elettrica o ibrida»”. Poche righe che hanno messo in allarme associazioni ambientaliste e legate alla mobilità sostenibile.

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Ne è nata una presa di posizione e un polverone social contro la norma che obbliga i Comuni a consentire a tutte le auto elettriche e ibride la circolazione nelle aree pedonali e nelle ZTL. E ora, a seguito delle numerose proteste social, si apre uno spiraglio per evitare di “tornare indietro di 50 anni sui temi di mobilità sostenibile e tutela dei centri storici”, come denunciano una serie di realtà, dalla Fiab (Federazione italiana Amici della bicicletta) a Greenpeace.

Mobilità sostenibile: la protesta delle associazioni

A condurre la battaglia contro la norma ci sono 39 associazioni, firmatarie di un documento in cui si chiede con forza al Governo di cancellare integralmente questa norma, “Nella Legge di stabilità appena approvata – denunciano le associazioni  -, il Governo attuale, che si definisce ‘del cambiamento’, ha inserito una modifica pericolosa al Codice della Strada: si tratta di una norma, il comma 103, che obbliga i Comuni a consentire ‘in ogni caso’ a tutte le auto elettriche e ibride la circolazione nelle aree pedonali e nelle ZTL. A nostro parere – commentano le associazioni -, questo intervento è una mostruosità che riporta indietro il Paese di almeno 50 anni, cancellando con due righe improvvisate i risultati raggiunti in decenni su mobilità sostenibile e tutela di piazze e strade delle città italiane, a danno di abitanti, commercianti, turisti e monumenti, alla faccia anche della sicurezza delle persone”.

Mobilità sostenibile: gli esempi delle piazze italiane

Poi, lo ‘spettrale’ panorama prospettato dalle associazioni: “Immaginate piazza del Popolo a Roma o piazza del Plebiscito a Napoli, o piazza del Duomo a Milano, o via Maqueda a Palermo, percorse incessantemente da autovetture. Pensate ai centri storici medioevali di Bologna o Firenze, protetti da ZTL già a maglie troppo larghe, invasi dal traffico e parcheggio selvaggio di altre migliaia di macchine in più”.

“È questo il cambiamento?” si chiedono. “È davvero il ritorno al passato della motorizzazione che occupa ogni spazio urbano l’unica direzione che si intende prendere per mostrare la “novità”? Dov’è finito – sottolineano le associazioni – l’impegno alla “dieta del traffico”, ossia a togliere auto dalle città per renderle di nuovo vivibili e sicure, sottoscritto da tanti candidati, compreso il vicepremier Di Maio, in campagna elettorale?”.

L’annunciato passo indietro del governo

Bici elettriche, ibride e centri storici: l'intervento della Finanziaria
Bici elettriche, ibride e centri storici: l’intervento della Finanziaria

Qualcosa, però, sembra muoversi. “Prendiamo atto – a seguito della nostra denuncia e del tam tam attraverso i social media – dell’importante impegno assunto dal Sottosegretario ai Trasporti Dall’Orco e delle reazioni negative degli Assessori dei Comuni di Milano, Bologna, Torino, Roma e di molte altre città. Chiediamo ora al Governo di trasformare con urgenza le parole in una decisione concreta e netta: nel primo decreto utile, questa norma assurda non va modificata, ma semplicemente e integralmente cancellata, per spazzare via ogni equivoco interpretativo ed evitare di riempire le città con migliaia di macchine in più”.

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Per le associazioni i nostri centri storici vanno liberati da un eccesivo carico di auto di qualsiasi genere. “Non è più solo un problema di inquinamento, ma di occupazione dello spazio pubblico, di congestione, di sicurezza”.

Altri interventi della Finanziaria sulla mobilità sostenibile

Ma il comma 103 non è l’unico riferimento alla mobilità contenuto nella Legge di bilancio. Il comma 104, infatti, recita che “allo scopo di finanziare interventi finalizzati alla progettazione delle autostrade ciclabili, e’ istituito, nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il Fondo per le autostrade ciclabili con uno stanziamento di 2 milioni di euro per l’anno 2019. Con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono definite le modalità di erogazione delle risorse del predetto Fondo, nonché le modalità di verifica e controllo dell’effettivo utilizzo da parte degli enti territoriali delle risorse erogate per le finalità di cui al presente comma”.

Segway, hoverboard e monopattini elettrici

E con il comma 102 c’è anche il tentativo di ‘regolarizzare’ nuove forme di mobilità. “Al fine di sostenere la diffusione della micromobilità elettrica e promuovere l’utilizzo di mezzi di trasporto innovativi e sostenibili, nelle città è autorizzata la sperimentazione della circolazione su strada di veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica, quali segway, hoverboard e monopattini. A tale fine, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti sono definiti le modalità di attuazione e gli strumenti operativi della sperimentazione”.

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