
Il ruolo dell’educatore ambientale ai tempi del Coronavirus. Valentina Argeri analizza come può cambiare il metodo di insegnamento e quale futuro ha questo ruolo, tra scuola e impegno civico.
“L’educatore è colui che si deve sostituire a tutti gli effetti a un genitore: non facciamo o teniamo lezioni, ma diamo l’esempio”. Una missione, in sostanza. In tempi di pandemia anche il ruolo dell’educatore ambientale diventa fondamentale per ripartire. La fase di ripresa post-Covid passa anche dalla conoscenza e il rispetto della natura. E un approccio più green anche nel quotidiano. Lo sa bene e ne è convinta Valentina Argeri, educatrice e guida naturalistica, agrotecnica specializzata in Agricoltura biologica ed esperta di erbe officinali.
“È un momento storico catartico – evidenzia – e la pandemia, paradossalmente, è servita per puntare i riflettori su un tema come quello dell’educazione ambientale tenuto finora poco in considerazione”. Anche la battaglia ambientalista di Greta Thunberg, ai suoi occhi, ha contribuito a sdoganare il tema.

“L’Effetto Greta – commenta Valentina Argeri – è stato fantastico, ho apprezzato tanto quella ragazza ma c’è ancora molto da fare. L’aspetto positivo, però, è stato uno: è stato un ciclone e ha dato la possibilità a molte maestre di trattare i temi lasciati fino a quel punto in cantina”.
Covid permettendo, il presente e il futuro dell’educazione ambientale passano dai banchi di scuola. “L’educatore ha un ruolo fondamentale, diviso tra sensibilizzazione e consapevolezza. Ho molta più speranza nei bambini rispetto agli adulti. E parlo per esperienza personale, avendo promosso e organizzato numerose attività con i più piccoli, dai campi estivi alla raccolta dei gelsi e la riqualificazione del giardino della scuola San Nicola”. E se il Coronavirus darà una tregua, saranno le attività da cui ripartire. “Il rapporto con le scuole e i bambini è molto intenso. E l’ideale è portarli all’esterno in parchi o aziende agricole, anche perchè bisogna puntare molto sul legame tra cibo e natura”.
Un’agricoltura, in sostanza, che “insegna all’uomo come vivere in simbiosi con la natura, assecondandola e non contrastandola. La Terra è Gaia che è in costante equilibrio”.

E di questo equilibrio, Valentina Argeri ne ha fatto uno stile di vita. Come dimostra la piccola oasi di pace, tra ulivi e alberi da frutto, realizzata a due passi dal sito archeologico di Balsignano e dalla Lama Lamasinata, dove la vacanza in campeggio può trasformarsi in un’esperienza in armonia con la natura a 360 gradi. E’ l’agricamping ‘Natura Mundi’, nato da un’idea della stessa Argeri assieme a due giovani baresi, che hanno beneficiato del finanziamento del bando regionale Pin.
Turismo esperienziale, per vivere appieno il territorio in maniera sostenibile. E per “educare” a conoscerlo, valorizzarlo e proteggerlo.