
L’analisi dei meteorologi tedeschi conferma che l‘alluvione che ha colpito la Germania è una situazione estrema provocata da una serie di fattori, tra cui proprio il cambiamento climatico
Era già prevista una situazione temporalesca di una certa rilevanza, ma nessun esperto aveva previsto le inondazioni catastrofiche che hanno colpito la Germania. Björn Goldhausen, addetto stampa e meteorologo di WetterOnline, l’azienda meteorologica capogruppo dell‘app Meteo & Radar, spiega come si è arrivati a questa situazione meteorologica estrema: «Il fattore scatenante è stato un sistema di bassa pressione, che dal 13 luglio si era spinto dal Golfo di Genova verso l’Europa centrale. La depressione portava aria calda e umida verso nord, dal Mediterraneo attraverso i Balcani. Temperature elevate prossime ai 40 gradi venivano misurate nello stesso tempo sulla Penisola balcanica. Il sistema di bassa pressione si era quindi spinto oltre la Polonia, la Germania orientale e, attraverso il Mar Baltico meridionale, verso la Germania occidentale. Qui, l’aria calda ed energica incontrava l‘aria più fredda e pesante. Un‘aria calda e umida diventava quindi l‘ingrediente fondamentale a scatenare il forte maltempo».
Caldo umido e il blocco atmosferico
A questo ingrediente se ne aggiungeva poi un altro cruciale: il cosiddetto blocco atmosferico. L’aria di bassa pressione, circondata da due zone di alta pressione, non era più in grado di muoversi. Dal martedì 13 luglio vigilia della tragedia fino al fine settimana, girava più o meno sulla stessa longitudine. In questo modo si generavano le forti precipitazioni abbattutesi prima a ovest e poi nel fine settimana anche in Sassonia e nella zona delle Alpi. «Questa situazione di blocco meteorologico – spiega Goldhausen – si verifica quando una corrente a getto, ovvero venti molto intensi, si inseriscono violentemente provocando continui sconfinamenti delle masse d’aria, che in questo caso ha visto la conseguente irruzione d’aria calda verso Nord».
Precipitazioni estreme
«Abbiamo a che fare con uno degli eventi più estremi del millennio – afferma Goldhausen – a ovest, più di 100 litri di pioggia per metro quadrato si sono accumulati in sole 24 ore da mercoledì 14 a giovedì 15 luglio su una vasta area dall’Eifel, nella zona di Colonia e fino al Sauerland. Alla stazione meteorologica di Colonia-Stammheim si sono registrati 153,5 litri in un solo giorno.
L’analisi del radar della pioggia da sabato 17 a domenica 18 luglio nei pressi della Baviera mostrava anche più di 100 litri per metro quadrato. In tutte le regioni menzionate, aveva già piovuto nei giorni precedenti, quindi i terreni erano ormai quasi saturi».
I soccorsi
In questa tragica situazione tuttavia non è mancato il sostegno delle grandi aziende. Tra queste E.ON, uno dei principali operatori energetici in Europa, ha offerto il massimo supporto alle popolazioni delle aree di diverse regioni della Germania colpite nei giorni scorsi dalle violente inondazioni che hanno causato ingenti danni alla rete elettrica e del gas.
Le filiali di E.ON hanno provveduto ad inviare uomini e mezzi nelle aree colpite, come quella di Westnetz: qui lunedì circa 30.000 persone, rispetto alle 200.000 delle prime fasi dello straordinario fenomeno atmosferico, erano ancora senza elettricità. . Nel Centro Congressi di E.ON, situato a Wanderath, nella regione Renania-Palatinato, sono stati allestiti dei posti letto per accogliere gratuitamente, sia parte della popolazione colpita che gli uomini impegnati nelle attività di gestione dell’emergenza. Ancora oggi anche altre aziende parte del Gruppo sono al lavoro per prestare soccorso.
Il cambiamento climatico
Gli eventi di precipitazione estrema stanno diventando più probabili con il riscaldamento globale. A causa dell’aumento delle temperature medie globali accresce anche la quantità di vapore acqueo nella nostra atmosfera e dunque di conseguenza una maggiore probabilità di precipitazioni.
A questa condizione, se si aggiungono le attività umane che hanno irrimediabilmente modificato il territorio non rispettando la naturale conformazione del terreno, è evidente che i disastri e le catastrofi, presto, saranno di casa.
Cosa fare?
Come ne usciamo da questa situazione? C’è poco da fare, bisogna subito agire abbattendo l’inquinamento e ripristinando il territorio e l’equilibrio ambientale. Infine, dobbiamo sperare che le nostre azioni “curative” siano efficaci e che non sia ormai troppo tardi.