Mattarella a Nairobi: serve unità per il clima

mattarella visita Kenya_ fonte quirinale
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, durante la sua Prolusione all'Università di Nairobi, che ha chiuso la sua visita di Stato in Kenya (Foto: Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica)

Il presidente della Repubblica ha concluso oggi la sua visita in Kenya. La collaborazione al centro del discorso all’Università della Capitale

 

«Non può esserci pace senza sviluppo; e non vi può essere sviluppo senza una gestione sostenibile dell’ambiente in uno spazio pacifico e democratico». L’effetto “domino” descritto nella citazione di Wangari Maathai, la prima donna africana Premio Nobel per l’impegno profuso nella promozione dello sviluppo sostenibile (oltre che per quello della democrazia e della pace), ha chiuso la prolusione del presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella all’Università di Nairobi, in Kenya.

Il capo dello Stato ha concluso oggi i tre giorni di missione nella Repubblica dell’Africa sub-sahariana, dove ha puntato l’accento sulla lotta i cambiamenti climatici. Una sfida mondiale, a cui nessun Paese può sottrarsi. «Non ci si può cullare nell’illusione di perseguire prima gli obiettivi di sviluppo economico per poi affrontare in un secondo momento le problematiche ambientali» ha dichiarato la prima carica della Repubblica italiana. Durante il colloquio con l’omologo kenyota William Ruto, aveva già puntato l’accento sulle spie rosse «allarmanti» attivate dal cambiamento climatico: siccità, scioglimento dei ghiacciai, innalzamento delle temperature e del livello dei mari. Concetti ribaditi, e rafforzati, questa mattina davanti alla platea accademica.

LEGGI ANCHE: Cambiamenti climatici, Copernicus: il ghiaccio antartico si ritira

La premonizione secolare

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la cerimonia di piantumazione all’Università di Nairobi (Foto: Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica)

 In apertura Mattarella ha citato la “profezia” che la rivista americana Popular mechanics fece nel 1912. In un articolo era spiegato come la combustione di miliardi di tonnellate di carbon fossile producesse annualmente altrettante tonnellate di anidride carbonica, che, sprigionandosi nell’atmosfera, avrebbe determinato l’innalzamento delle temperature con conseguenze visibili nel corso dei decenni. Gli effetti annunciati con oltre un secolo di anticipo, oggi, hanno subito una forte accelerazione. Uno sprint che rende ancor più marcati gli effetti del cambiamento climatico. Fenomeni che, secondo le parole di Mattarella, si potrebbe governare con una partecipazione collettiva dei Paesi alla sostenibilità.

Le «conseguenze nefaste»

– L’attività umana esercitata sull’ambiente ha prodotto quelle che il capo dello Stato ha definito «conseguenze nefaste», legate al cambiamento climatico. Tra queste la diminuzione della biodiversità, a causa della deforestazione in aree pluviali ed equatoriali, con la conseguente estinzione di alcune specie viventi, messi a dura prova dalla perdita di ecosistemi e habitat. Non secondario l’innalzamento del livello del mare, minaccia per la sopravvivenza delle isole e delle rispettive popolazioni. Senza dimenticare il fenomeno dei “profughi climatici” che «è drammaticamente davanti a noi».

I passi compiuti

Il quadro dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, la Conferenza di Montreal del 1987 per la riduzione del “buco dell’ozono”, il Summit della terra di Rio de Janeiro del 1992, il Protocollo di Kyoto in vigore dal 2005 e l’Accordo di Parigi sul clima del 2015 rappresentano un importante passo in avanti, oltre che una consapevolezza da parte di diversi Paesi sulle questioni ambientali. Un altro passo ricordato da Mattarella è la «storica decisione» sulla definizione di un trattato vincolante per la riduzione dell’inquinamento derivante dalla plastica, presa lo scorso anno a Nairobi. A completare il piccolo, ma significativo, cammino verso la sostenibilità ambientale è stato il trattato approvato nei giorni scorsi dalle Nazioni Unite, volto alla protezione del 30% delle acque marine entro il 2030.

Il ruolo dei due Paesi

Il Presidente della Repubblica ha ribadito la convinzione italiana sull’esigenza di coinvolgere le nuove generazioni nei negoziati sul clima. «Lo abbiamo fatto in occasione del forum Youth for Climate a Milano durante la preparazione della COP26 – ha detto – Siamo lieti che sia diventato un foro permanente, che speriamo possa contribuire al successo della prossima COP di Dubai». Inoltre, con l’istituzione di un Fondo per il Clima, l’Italia aspira a ritagliarsi un ruolo di primo piano per gli interventi di finanza climatica.

Per quanto riguarda il Kenya, e più in generale il continente africano, Mattarella ha riconosciuto come sia una delle aree più colpite dall’emergenza climatica, nonostante il ruolo più marginale nelle emissioni inquinanti. In questo contesto «il Mediterraneo è uno dei luoghi maggiormente in pericolo», assieme alla biodiversità che custodisce nelle sue acque. La chiave del successo, secondo il presidente italiano, risiede nella consapevolezza della complementarietà tra Africa e Europa.

L’appello all’unità

Mattarella Nairobi foto quirinale
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’Università di Nairobi (Foto: Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica)

Il Capo dello Stato ha evidenziato l’importanza di un’azione collettiva, di un sentimento di «solidarietà» da parte di tutti i Paesi del mondo. «Il contrasto al cambiamento climatico è obiettivo unificante che richiama al dialogo multilaterale, al rispetto degli impegni liberamente assunti in sede internazionale – ha asserito Mattarella – La applicazione di piani per la transizione energetica rappresenta di per sé una modalità che può permetterci di addivenire a un sistema economico globale più equo, più sostenibile, più giusto». L’economia decarbonizzata, pertanto, rappresenta un obiettivo legato ai concetti di coesione e solidarietà tra tutti gli attori coinvolti.

La reazione italiana

«La visita del Presidente Sergio Mattarella in Kenya e il suo richiamo all’azione contro i cambiamenti climatici hanno un grande valore, perché rafforzano il ruolo dell’Italia nella cooperazione ambientale ed energetica in Africa». Queste le parole del ministro dell’Ambiente e alla Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, a coronamento della visita del presidente della Repubblica in Kenya. Picchetto spiega come l’impegno globale si misuri «nei Paesi più vulnerabili e in via di sviluppo. Paesi verso cui il nostro Paese si è impegnato a mobilitare 1,4 miliardi di dollari entro il 2026».

Si spiega così anche la missione  che da 27 al 30 marzo prossimo porterà in Kenya una delegazione di imprese italiane, compagnie e istituti di ricerca del settore geotermico con l’obiettivo di favorire partnership su un fronte che vede il paese africano leader  a causa delle alte temperature registrate nella Rift Valley .  La missione italiana rientra nel progetto “Favorire partnership internazionali tra imprese e/o istituzioni operanti nei settori dell’energia e dell’ambiente”, che il MASE sta portando avanti assieme all’Ufficio italiano per la promozione tecnologica e degli Investimenti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale. Il progetto FIPEE nasce con l’intento di favorire la commercializzazione e lo scale-up di tecnologie e progetti nei settori dell’energia verde e dell’ambiente nelle Piccole e Medie Imprese dei 7 Paesi partner tra cui il Kenya, attraverso la promozione degli investimenti e del commercio.

Articoli correlati