Matera Capitale della Cultura 2019: Hidetoshi Nagasawa al Parco Scultura La Palomba

“ …Quando il tempo si muove più adagio, un profumo attraversa lo spazio vuoto. Quando il profumo aumenta d’intensità si avvicina il tempo zero. Il tempo zero è la via che congiunge i due mondi…”.

Hidetoshi Nagasawa

È con queste parole che Hidetoshi Nagasawa, attraverso il catalogo della mostra, mi introduce alla lettura di una delle sue opere presenti nel Parco Scultura la Palomba a Matera dal titolo, Ombra che scende. Il titolo mi fa viaggiare nel mio pensiero mentre io attraverso la scultura sospesa nel vuoto, composta da travi di legno pesantissime. Sono sospese nello spazio, dove, la pesantezza della materia e la leggerezza dell’intreccio delle forme si incontrano, producendo ombre sui muri e sul pavimento, anch’esse sospese tra terra e mura.

L’intuizione filosofica che ha modellato la scultura è sottile, impercettibile, fine; è il frutto di un pensiero orientale, quello di Hidetoshi Nagasawa che si spinge oltre la dimensione umana e semplice dell’uomo contemporaneo. La sua ricerca scultorea, spinta all’estremo, esercita su me una sensazione di volo; invita a librarsi nello spazio e nel tempo cercando il profumo, come lui dice, un profumo che aumenta d’intensità quanto più ci si avvicina al tempo zero. Un tempo che congiunge i due mondi e sfida la mia immaginazione, il mio respiro, cercando d’interpretare la sua lezione di filosofia che ha formato la scultura.

Hidetoschi Nagasawa “Ombra che scende” – particolare

Mi riporta alla mente una domanda che mi ha posto, in una cena conviviale Antonio Paradiso alcune sere fa in cui, gurdandomi, mi chiese: “…secondo te viene prima la scultura o la filosofia?…”. Guardando l’opera di Hidetoshi Nagasawa mi viene subito in mente che le sue sculture sono frutto prima di un pensiero filosofico, poi tradotto e fissato per sempre nella scultura di legno.

È tutto un susseguirsi di domande e risposte che, alternativamente, spostano i due elementi, la filosofia e la scultura, in posizioni opposte, ogni qual volta torno a pensare una risposta certa da dare ad Antonio Paradiso. È un percorso mentale, quello cui Hidetoschi Nagasawa mi ha invitato ad intraprendere attraverso le sue sculture e il suo pensiero dove le forme, continuamente, indicano percorsi mentali contrapposti, attraverso ombre sovrapposte, leggerezze sovrapposte; un leggero sentire tra arte, natura, filosofia e scultura in un tempo zero, dove i pensieri si sovrappongono come le ombre e s’affannano a sostituirsi e a sommarsi con bicromie tonali e, come in una festa panellenica, in un gioco olimpico dove, ai levigati corpi olimpici degli atleti si sono sostituiti leggerissimi pensieri umani, svelti, veloci, scaltri che elaborano percorsi mentali pindarici in cui non si conosce la forma del tempo, ne la distanza da esso percorsa.

Hidetoschi Nagasawa “Ombra che scende” – foto d’insieme

È una fluida gara infinita d’idee nutrite da forti passioni interiori, conoscenza, sviluppo lineare, complessità che sorregge la visione della scultura lignea sospesa nello spazio. La sospensione mista a leggerezza induce a un continuo riflettere tra scienza, arte e conoscenza, tra razionalità ed intuizione, tra immaginazione e realtà; un mondo senza tempo in cui mi sono inoltrato attraverso la scultura, passandoci fisicamente sotto, attraversandola in lungo e in largo facendomi bagnare delicatamente dalle sue lunghe ombre leggere, leggere ed intense, prodotte da possenti masse fisiche di legno che, d’un tratto diventano quasi trasparenti, sottili forme in uno spazio in cui la scultura sfida la gravità terrestre; una sfida dell’uomo di ieri come dell’uomo di oggi a cui cerco continuamente di dare risposte attraverso ragionamenti interiori.

È la magia della filosofia che mi rende leggero, sospeso dalla terra e dal mondo come la scultura di Hidetoshi Nagasawa che induce ad iniziare percorsi inediti della propria vita cercando profumi intensi, ora lievi, ora forti, ora vicini, ora lontani dal tempo zero che mi indica un tempo terzo, un tempo nuovo in cui l’animo umano può librarsi liberamente senza inibizioni, senza sovrastrutture, senza legami, in una libertà d’animo, di pensiero e di fisicità che sconfina oltre l’immaginario personale.

Un tempo nuovo in cui si entra per un viaggio di sola andata, dove si guadagnano spazi teorici e metafisici d’una dimensione unica, larga, creativa, vincendo la quotidiana dimensione dell’uomo contemporaneo; la scultura mi stimola tutto ciò ed in particolare mi invita ad immaginare un nuovo mondo mentale da cui, altre sculture e altre architetture nello spazio, si comporranno in un prossimo futuro, in un prossimo tempo nuovo.

Articoli correlati