
Matera 2019 è la capitale della cultura e dell’abitare sostenibile. Il merito va anche all’urbanista Pietro Laureano, artefice dell’inserimento dei Sassi tra i patrimoni Unesco. Ambient&Ambienti lo ha intervistato.
Sabato si svolgerà la cerimonia ufficiale che celebra Matera 2019 capitale della cultura e dell’abitare sostenibile. In questa occasione Ambient&Ambienti ha rivolto qualche domanda a Pietro Laureano, architetto e urbanista, consulente Unesco per le zone aride, la civiltà islamica e gli ecosistemi in pericolo. Originario di Matera, è stato l’artefice dell’inserimento dei sassi di Matera 2019 fra i patrimoni dell’Unesco.
Architetto, per lei è un onore aver inserito nel ’93 i sassi di Matera 2019 fra i patrimoni dell’Unesco. È il frutto della sua passione per il territorio?

«Beh, già lavoravo negli anni ’90 per l’Unesco in Etiopia, Giordania, Petra, oasi del Sahara, Yemen per valorizzare questi luoghi del mondo. Pensai che anche la mia città originaria potesse essere inserita fra i patrimoni dell’umanità per incominciare un percorso di rinascita. Così nacque l’idea di fare l’iscrizione dei sassi di Matera nell’Unesco. Allora erano otto i siti italiani dell’Unesco e nessuno a sud di Roma. Non era un’impresa semplice, sembrava assurda, quasi irrealizzabile perché ancora tante città importanti e molto più conosciute di Matera non erano state riconosciute patrimoni dell’Unesco. L’iscrizione di Matera, però, fu importante per l’Unesco perché aprì la strada ad una nuova concezione del patrimonio dell’umanità, fatta di beni popolari, architetture non di pregio, luoghi realizzati dalla capacità e dall’impegno delle comunità che li hanno abitati».
Qual è stato il percorso di Matera dal ’93 al 2019?
«Dopo l’iscrizione nel 1993 dei sassi di Matera nei patrimoni dell’Unesco, ho vissuto altri 15 anni nella città lucana. Ho abitato nelle grotte dando un senso: vivere nei sassi è un modello ecologico dell’abitare sostenibile del futuro per le tecnologie sostenibili. Ho creato e fondato Ipogea, un centro studi sulle conoscenze tradizionali, per non disperdere questo patrimonio di conoscenze. Poi andai via da Matera e ritornai a Firenze. Cinque anni dopo fui chiamato per candidare Matera a capitale europea della cultura. Anche questo traguardo sembrava irraggiungibile. Incoraggiai a costruire un accordo fra Comune di Matera e Regione Basilicata e realizzare un programma culturale come strategia del territorio. Fu creata la Fondazione Matera 2019, di cui sono stato membro del comitato scientifico che ha curato il dossier d’iscrizione. Ho accolto sul Belvedere la commissione europea spiegando il significato e l’importanza dei sassi di Matera per la vittoria di quest’altra competizione».
Non solo Matera 2019
Architetto, lei ha raggiunto un altro traguardo: Matera 2019. Come immagina il futuro di questa capitale europea della cultura?
«La scossa di cultura di Matera 2019 non potrà essere dimenticata. La città lucana continuerà a produrre ed esprimere cultura. I flussi turistici continueranno grazie a questa capacità di dare un’offerta maggiore. Con Matera 2019 ci saranno grandi mostre e potranno essere visitati altri siti tra il Parco delle chiese rupestri e l’ecomuseo antropologico del caveoso. Ma la vera sfida sarà portare allo stesso livello di Matera il territorio murgiano estendendo l’attenzione verso Gravina con i paesaggi e gli insediamenti e l’interno della Lucania. Se avremo un’offerta maggiore, le presenze turistiche saranno più lunghe nel tempo e se riusciremo a portare avanti tutto il territorio, sarà una vittoria per Matera».
Leggi anche “Parco archeologico della Murgia Materana ricco di chiese rupestri“
Anche i territori murgiani hanno “accolto” Matera 2019 con il progetto “La Murgia abbraccia Matera”…
«Sì, questo progetto è molto importante perché si inserisce nella direzione di allargare il successo di Matera 2019 a tutte le realtà murgiane. Ars Excavandi, la prima grande mostra internazionale d’apertura di Matera 2019, s’inaugura il 20 gennaio e sarà da richiamo per tutto il territorio. Durante il 2019 saranno aperte altre sezioni accogliendo le testimonianze archeologiche degli ipogei e delle grotte sull’arte dello scavo dei luoghi delle Gravine e della Murgia. Questo materiale che i comuni interessati invieranno, sarà ospitato in questa mostra».
Oltre Matera 2019, ha curato l’iscrizione di altri patrimoni dell’Unesco?
“Subito dopo i Sassi di Matera, ho curato l’iscrizione del Cilento a patrimonio dell’Unesco inserendo nel contesto territoriale i gioielli archeologi di Paestum e Velia, la Certosa di Padula, il Parco nazionale e il Vallo di Diano. Fu una candidatura innovativa e vincente perché presentata come paesaggio culturale. Successivamente ho curato la candidatura di Al-Asha in Arabia, la più grande oasi nel mondo, e molte altre».