
Scegliere cosa mangiare ha un impatto significativo su ambiente e clima. Una “pagella” e un premio giornalistico evidenziano i paradossi dell’alimentazione
Mangiare è l’attività umana che contribuisce più di tutte al cambiamento climatico. Il 31% dei gas serra è prodotto dalla filiera alimentare, mentre il riscaldamento impatta per un 23,6% e i trasporti per il 18,5%. Il solo consumo di carne è responsabile del 12% delle emissioni totali; le emissioni derivanti dall’agricoltura sono aumentate del 20% negli ultimi 25 anni.
Una corretta alimentazione non dipende solo da cibi di qualità, ma anche da una filiera sostenibileUn’alimentazione di qualità è importante non solo per la salute della persona, ma anche per la salvaguardia del pianeta. Il Food Sustainability Index, realizzato da The Economist Intelligence Unit e Fondazione Barilla, è la prima pagella di sostenibilità dei sistemi agroalimentari. Essa esamina l’approccio al cibo di 25 nazioni, valutando tre parametri: agricoltura sostenibile, sfide nutrizionali e spreco di cibo. «Il Food Sustainability Index – spiega Guido Barilla, presidente della Fondazione – servirà a farci capire dove si mangia meglio al mondo, non in termini di gusto, ma di sostenibilità del sistema alimentare, permettendo agli studiosi e ai decisori politici di capire come orientare ricerche e scelte politiche».
In vetta al primo Food Sustainability Index ci sono Francia, Giappone e Canada. In questi Paesi si sono adottate filiere agroalimentari sostenibili, oltre a modelli di alimentazione sani e antispreco. Fanalini di coda sono India, Emirati Arabi ed Egitto, in cui si evidenzia la scarsa biodiversità e una gestione poco virtuosa delle risorse idriche.
L’Italia, al sesto posto, si distingue per un’agricoltura altamente sostenibile. Il Food Sustainability Index ha rilevato le minori emissioni di gas serra rispetto agli altri Paesi, una diversificazione delle colture, un’efficiente gestione delle risorse idriche. Inoltre, l’Italia è tra i pochi Paesi che stanno cercando di arginare e contrastare lo spreco di cibo, come dimostra la legge promulgata lo scorso agosto. Gli italiani sono consapevoli dell’importanza di mangiare secondo una dieta equilibrata e senza sprechi: nonostante ciò, l’Italia risulta terza per ipernutrizione e al secondo posto per sovrappeso e obesità nella fascia di età tra i 2 e i 18 anni.
«Il cibo italiano è il più buono al mondo come gusto – secondo Guido Barilla – ma come sistema alimentare, anche se siamo nella parte alta della classifica, dobbiamo fare meglio». Milano sarà tra le sedici città scelte per partecipare al City Monitor: l’Economist Intelligence Unit valuterà le abitudini alimentari dei cittadini e il loro impegno a favore di una politica alimentare sostenibile.
La Fondazione Barilla ha anche indetto il premio giornalistico Food Sustainability Media Award, per sensibilizzare i media sui grandi temi globali riguardanti il cibo: dallo spreco alimentare ai cambiamenti climatici, ai diritti degli agricoltori. Le iscrizioni al contest sono aperte fino al 31 maggio; tre le categorie di concorso (giornalismo scritto, video, foto). Gli articoli inediti selezionati saranno distribuiti attraverso l’agenzia di stampa Reuters.