Maltempo, l’agricoltura della Romagna in ginocchio

alluvione romagna_agenzia DIRE
I danni dell'alluvione in Romagna (Fonte: agenzia DIRE)

Coldiretti: Nutrie e totale mancanza manutenzione danno per fiumi. SIMA: in Italia eventi climatici estremi in pericoloso aumento, oltre 130 dal 2022, i valori più elevati degli ultimi 10 anni

In Romagna un migliaio di ettari di pianura è sott’acqua. Il maltempo di queste ultime ore rischia di mettere in ginocchio l’agricoltura, sono sott’acqua seminativi, frutteti e vigne. Come spiega alla agenzia ‘Dire’ il direttore di Coldiretti Ravenna Assuero Zampini, “al momento è impossibile una valutazione dei danni, occorre aspettare che le acque abbandonino i campi, ma di certo sembrano davvero ingenti solo a guardare foto e video continuamente postate sui social”.

Zampini (Coldiretti): “Le nutrie vanno contenute”

Le frane in collina, continua Zampini («Casola Valsenio è completamente isolata»), in pianura gli allagamenti sono i veri problemi. Tuttavia il direttore di Coldiretti Ravenna non vuol sentir parlare di “evento eccezionale”, perché malgrado la pioggia “molto abbondante”, se gli argini sono andati giù è per colpa dei danni causati dagli animali fossatori, a partire dalle tantissime nutrie presenti nei corsi d’acqua. E qui il direttore di Coldiretti sfida le ire degli animalisti, anche perchè, come per l’orsa Jj4, c’è scappato un morto, in anziano travolto dalle acque del fiume Senio questa mattina. Le nutrie “vanno contenute”, manda a dire annunciando anche possibili “azioni legali agli animalisti” che si oppongono.

Zampini punta il dito contro la mancata manutenzione dei fiumi che spetta alle Regioni. Dall’altro lato c’è una “totale assenza di manutenzione dei fiumi”, prosegue che non è in capo ai Consorzi di bonifica. Così sul ponte della ferrovia che attraversa il Lamone si è formato “un tappo, una diga che lo ha fatto esondare”. Intanto, prosegue l’associazione, “aumentano sfollati con danni ad abitazioni, strutture e nelle campagne dove sono finiti sott’acqua seminativi, frutteti e vigne, con strade e ferrovie chiuse”. Fortunatamente è scattata la solidarietà degli agricoltori delle zone colpite che si sono offerti di ospitare gli sfollati.

La provincia di Faenza in ginocchio

Le situazioni più gravi si segnalano nell’alto faentino, con intere zone di Casola Valsenio e Brisighella isolate dalle frane, evacuazioni ancora in corso nel capoluogo Faenza, dove intere aree della città sono finite sotto un metro d’acqua, mentre esondazioni sono in corso a Castel Bolognese e a Bagnacavallo, con il Comune che per via della rottura dell’argine del Lamone ha ordinato l’evacuazione dei residenti nelle zone limitrofe e in Bassa Romagna, in particolare tra Conselice e Massa Lombarda. Qui, a seguito della rottura arginale del Sillaro 60 persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case.

alluvione romagna
Le situazioni più gravi si segnalano nell’alto faentino

Raggiunto dall’agenzia ‘Dire’, il presidente di Coldiretti Ravenna Nicola Dalmonte critica anche le lungaggini burocratiche: “Abbiamo infrastrutture come casse di espansione e reti di canali di scolo che sono realizzate appositamente per far fronte a questi eventi, e che per assurdi vincoli e lacci burocratici sono ancora inutilizzabili”.

 SIMA: “Ripercussioni psicologiche su anziani e bambini”

Intanto  la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), commentando le esondazioni che hanno colpito alcune zone dell’Emilia Romagna, lancia l’allarme sulle ripercussioni psicologiche, sociali ed economiche per la popolazione. “Eventi come quello dell’Emilia Romagna hanno un impatto devastante non solo sull’ambiente e sulle economie locali ma anche sulla salute dei cittadini – afferma il presidente Sima, Alessandro Miani– Allagamenti e alluvioni generano infatti paura, ansietà e stress specie sulla popolazione più fragile, come anziani e bambini, che incidono negativamente sulla qualità della vita e richiedono sempre più spesso aiuti psicologici adeguati”.

LEGGI ANCHE: Eventi estremi: cattiva gestione del territorio o cambiamento climatico?

Questo anche perché in Italia gli eventi estremi legati al clima continuano ad aumentare. Sono oltre 130 dall’inizio del 2022, il numero più alto della media annua dell’ultimo decennio. Tra record di caldo, acquazzoni intensi, grandinate, trombe d’aria e alluvioni, l’impatto del cambiamento climatico è sotto gli occhi di tutti e i dati sull’accelerazione di questi fenomeni sono sempre più preoccupanti.

“I cambiamenti climatici hanno la capacità di influenzare l’intensità e il numero dei fenomeni meteorologici, rendendoli dunque più pericolosi e distruttivi – aggiunge Miani -. L’anomala distribuzione delle precipitazioni (in riduzione entro una forbice compresa tra il 10% e il 60%) sta prendendo sempre più la forma di eventi estremi, talora associati ad uragani mediterranei: 60 negli ultimi 40 anni, ma con previsioni di 3 nuovi eventi annui. A causa nostra nubifragi, alluvioni, trombe d’aria e cicloni in futuro saranno più numerosi e distruttivi”.

Solo dal 2010 a luglio 2022 nella nostra penisola si sono verificati 1.318 eventi estremi con conseguenze enormi sul territorio e sui cittadini – analizza Sima – 516 allagamenti da piogge intense, 367 danni trombe d’aria, 123 esondazioni fluviali, 55 frane da piogge intense.

Articoli correlati