Malpensa: forse terza pista nel Parco del Ticino

Le associazioni ambientaliste della Lombardia e i comitati del Parco del Ticino dichiarano uniti la loro contrarietà all’ampliamento dell’aerostazione di Malpensa: è l’opposizione di chi in questi anni ha denunciato una crescita dell’aeroporto cieca rispetto alle criticità del territorio.

Al fine di contrastare un processo decisionale a senso unico le associazioni FAI-Fondo Ambiente Italiano, Legambiente, WWF, Italia Nostra e Lipu, insieme al coordinamento di comitati “Salviamo il Ticino”, hanno scritto un esposto ai protagonisti dell’iter procedurale del nuovo Piano d’Area Malpensa, elencando almeno 25 punti che rendono urgente una riflessione condivisa di approccio alle questioni ambientali sollevate dal Piano. L’esposto è stato inviato al Presidente Formigoni e a tutti gli assessori regionali coinvolti (territorio, ambiente e trasporti), alle Province, al Parco del Ticino, ai Ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali e agli uffici della Commissione Europea che vigilano sulla corretta attuazione nazionale delle direttive in materia di VIA e di VAS (Valutazione Ambientale Strategica).

La terza pista di Malpensa si estenderebbe a sud dell’attuale aerostazione, portandosi a ridosso del fiume Ticino e della località di Tornavento, cancellando l’ultima brughiera superstite in quello che fino a pochi decenni fa era un vasto territorio di estremo interesse naturalistico. Con la riduzione dell’area del Parco Lombardo della Valle del Ticino, riconosciuto area “MAB” dall’Unesco, è serio il rischio di compromettere un’area prioritaria per la conservazione della biodiversità del Nord Italia.

Inoltre i decolli dalla nuova pista determinerebbero un impatto intollerabile su preziosi Siti di Interesse Comunitario (SIC) compresi nel Parco del Ticino, come la preziosa ansa fluviale di Castelnovate, uno dei tratti più suggestivi del fiume azzurro, e le foreste della Brughiera del Dosso.

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