Macrolotto, sequestrate ingenti quantità di tessuti e filati a Prato

I controlli hanno interessato 15 aziende dell’area produttiva, gestate in prevalenza da cittadini di nazionalità cinese

 

Sono ben 15 le aziende controllate dalla Guardia di Finanza di Prato nell’area industriale Macrolotto. Nel corso delle ispezioni, sono state rilevate diffuse irregolarità, tali da precludere la commercializzazione dei prodotti sull’intero territorio dell’Unione Europea.

La quasi totalità dei rotoli di tessuto accatastati nei depositi è risultata sprovvista delle previste etichette e dei contrassegni recanti, in lingua italiana, l’indicazione della composizione fibrosa nonché dei dati identificativi del fabbricante e dell’importatore, così come del riferimento ai pertinenti documenti doganali e commerciali di accompagnamento.

Si tratta di irregolarità che, ripercuotendosi di fatto su tutta la filiera produttiva, incidono sulla possibilità di scelta consapevole del consumatore, in modo particolare in presenza di allergie relativamente ad alcune fibre o componenti, e che possono inoltre tradursi nell’indebito riconoscimento del “Made in Italy”.

La mancata osservanza di tali disposizioni, ostacolando la possibilità di accertare in sede di attività ispettive, l’origine dei tessuti, è spesso propedeutica ad altre violazioni connesse all’illegittimo approvvigionamento delle materie prime, non di rado provenienti dall’Oriente in contrabbando o in evasione dell’IVA.

Queste ultime pratiche illecite – riferiscono la Fiamme Gialle – costituiscono poi il presupposto di molte altre gravi manifestazioni di illegalità che connotano il cosiddetto “distretto parallelo cinese”, tra le quali l’evasione fiscale e contributiva, la contraffazione, lo sfruttamento del lavoro e il riciclaggio di proventi illeciti.

Al termine delle operazioni, le Fiamme Gialle hanno sequestrato complessivamente 727 mila rotoli di tessuto (pari a circa 170 milioni di metri quadri), 580 mila rocche di filato, per un valore complessivo che si aggira sui 50 milioni di euro.

A carico dei rappresentanti delle aziende coinvolte, la Camera di Commercio, con la quale la Guardia di Finanza ha operato in stretta sinergia, ha irrogato sanzioni amministrative per un importo complessivo fino ad un massimo di circa 1,2 milioni di euro. In caso di mancata regolarizzazione i prodotti tessili sequestrati saranno sottoposti a confisca.

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