L’Italia importerà energia green dai Paesi Arabi? Il miele nei cornetti è vero Miele?

Milena Gabanelli

“Italia, popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori e trasmigratori”, recitò Mussolini il 2 ottobre 1935 contro la condanna all’Italia, da parte delle Nazioni Unite, per l’aggressione all’Abissinia.

Di condanne, nel frattempo, il nostro Paese ne ha subite ancora e, a voler aggiungere altri termini alla citazione che spicca a lettere fasciste sul Palazzo della Civiltà italiana, all’EUR a Roma, la menzione si allungherebbe di termini tutt’altro che lusinghieri per la nazione.

Inchieste della magistratura da una parte e giornalistiche dall’altro versante, sono all’ordine del giorno per scoprire atti di corruzione, interessi privati, speculazione etc. nelle attività del nostro Paese.

Come per esempio la centrale a carbone dell’Enel alle porte di Brindisi, che antepone la produzione da energia fossile alla salute dei cittadini e della biodiversità della zona; e imperversano le truffe sui carbon credit. E si mettono i bastoni tra le ruote di chi vorrebbe investire in energia rinnovabile. Tanto che paradossalmente potremmo arrivare a importare energia pulita da quei Paesi che fino a oggi esportando petrolio sono complici dei cambiamenti climatici. Mentre le loro città sono alimentate da pannelli fotovoltaici: come negli Emirati Arabi Uniti dove è stata realizzato il più grande impianto da fonte rinnovabile nel mondo, Shams 1, che in arabo significa “Sole”. Realizzata in soli tre anni, Shams 1, la centrale solare ha una superficie di 2,5 km², una potenza nominale di 100 MW tanto da poter alimentare la città di Masdar, a pochi chilometri dalla capitale Abu Dhabi, ed è costata a 600milioni di dollari.

L’Italia di oggi è anche l’Italia dell’EXPO di Milano 2015, il cui tema è “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Ma quanto alla produzione di food, anche certa distribuzione alimentare è in… odor di truffa.

Gli argomenti che abbiamo presentato sono oggetto di approfondimento delle inchieste di Report, il programma di Milena Gabanelli, che andrà in onda domenica 31 Maggio alle 21.45 su RAI 3. Di seguito l’introduzione alla trasmissione.

“Fino a esaurimento”

di Roberto Pozzan e Giorgio Mottola

I Paesi arabi sembrano aver preso la questione del riscaldamento globale più seriamente di noi. Di recente nel Golfo è stata avviata una seria politica di finanziamento delle energie rinnovabili. Ad Abu Dhabi è stata progettata e in parte già costruita un’intera città a impatto zero. Quando il petrolio sarà finito, potremmo ritrovarci ad acquistare da loro anche l’energia solare. In Italia, infatti, dopo il boom degli scorsi anni, la spinta alla costruzioni di nuovi parchi eolici e impianti fotovoltaici si è  esaurita, Enel tiene ancora in piedi centrali termoelettriche e, anche nell’ultimo piano industriale, ha confermato la scelta del carbone.

A distanza di 18 anni dal Protocollo di Kyoto, la maggior parte delle misure introdotte per bloccare il riscaldamento globale si sono rivelate inefficaci. Il sistema dei carbon credit, i certificati che è necessario acquistare per inquinare, non solo non ha bloccato le emissioni di CO2 ma ha dato vita la possibilità, nel nostro Paese, a organizzazioni che in alcuni casi sono risultate addirittura vicine al terrorismo internazionale, di intascare miliardi di euro.

Ma se l’economia verde è oggi in forte calo, la colpa è anche della legislazione nazionale. Le leggi italiane, infatti, continuano a bloccare quella che dal punto di vista energetico potrebbe essere una vera e propria rivoluzione: la generazione energetica diffusa, che metterebbe in crisi lo status quo delle grandi centrali elettriche.

Per la rubrica “Nutrire il pianeta” curata da Sabrina Giannini:

Un cornetto al giorno. “Nutrire il pianeta” o ingrassarlo?

di Bernardo Iovene.

Chi sceglie il cornetto cereali e miele è convinto di fare una colazione sana, ma se leggesse la lista degli ingredienti in alcune stazioni di ristoro sulle nostre autostrade, si accorgerebbe che il miele non è miele ma un composto di grassi saturi che non hanno nulla di salutare. Il 90% dei cornetti e le brioche vendute su territorio nazionale sono fatti con la margarina, le farciture spesso hanno come primo ingrediente non la marmellata ma il glucosio. Bernardo Iovene ha raccolto le etichette nei bar e nelle pasticcerie italiane e le ha sottoposte a un medico nutrizionista e a un ecotossicologo. Invece nelle piazze più prestigiose delle più importanti città d’Italia, da Roma a Bologna, da Milano a Venezia,  che tipo di cornetto servono?

I contenuti saranno pubblicati sulla pagina web di Report; ricordiamo anche la diretta Twitter sulle inchieste, durante la messa in onda del programma, oltre ai commenti in diretta sulla pagina Facebook.

 

 

 

 

 

 

 

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