Legambiente a Taranto, innovazione green e giusta transizione

Just Transition Fund, le proposte di Goletta Verde per far rinascere la città dei Due Mari

 

Questa mattina a Taranto si è svolta la conferenza stampa, organizzata da Legambiente Puglia per presentare, promuovere e consegnare al Sindaco di Taranto le proposte dell’associazione ambientalista per i progetti del Just Transition Fund. Hanno partecipato Rinaldo Melucci, sindaco di Taranto, Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente, Ruggero Ronzulli, presidente Legambiente Puglia e Lunetta Franco, presidente Legambiente Taranto

Taranto e Brindisi sono un banco di prova della capacità del governo italiano e delle istituzioni regionale e locali di dotarsi di una politica industriale che, anche grazie alle risorse del Next Generation EU, dia un futuro diverso a due realtà che stanno pagando un caro prezzo in termini di salute, ambiente, opportunità negate.

«Un progetto ambizioso – dichiara Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiente Puglia –  che si muova lungo quattro assi: liberarci dai veleni, decarbonizzare le produzioni inquinanti, favorire l’innovazione energetica, ambientale e sociale, investire su formazione e ricerca. Un ruolo determinante di stimolo e guida dovrà svolgerlo la Regione Puglia».

Nel suo dossier l’associazione chiede di imboccare con chiarezza la strada della decarbonizzazione. «Per lo stabilimento ex Ilva di Taranto il Governo abbatta in via prudenziale del 50% la capacità produttiva massima attribuita agli impianti attualmente in uso, nelle more di una integrazione della recente Valutazione del Danno Sanitario che evidenzia un rischio sanitario non accettabile per una produzione di 6 milioni di tonnellate annue di acciaio – ha sottolineato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – Il nuovo Piano industriale contempli la costruzione di forni elettrici e segua il faro della decarbonizzazione indicato dall’Europa, avviando la rivoluzione dell’acciaio pulito con la realizzazione, da subito, di un impianto che utilizzi l’idrogeno verde con l’obiettivo di arrivare in pochi anni ad una rilevante capacità produttiva, come faranno in Svezia sia Hybrit che H2 Green Steel».

Il territorio di Taranto è inserito in un Sito d’Interesse Nazionale (SIN) particolarmente vasto individuato con la Legge 426 del 1998 ed ai primi posti per contaminazione delle matrici ambientali. L’estensione dell’area contaminata e da bonificare è pari a 11.389 ettari, di cui 7.006 a mare e 4.383 a terra.

Altro obiettivo da perseguire per Legambiente è “accelerare le rinnovabili”: insieme alla solarizzazione e alla riqualificazione energetica delle città, in Italia l’eolico a terra e off-shore è una delle strade da percorrere con convinzione e costituisce un’opportunità per Taranto, per la sua industria siderurgica, per la valorizzazione del suo porto. Anche i mari pugliesi possono ospitare parchi eolici galleggianti: l’associazione chiede alla Regione Puglia di finanziare uno studio anemologico per sfruttare appieno le potenzialità dei venti pugliesi e di attivare lo strumento del dibattito pubblico. La filiera delle rinnovabili deve diventare anche il volano per la riconversione della raffineria di Taranto, sull’esempio di altre realtà italiane.

«Accanto alla decarbonizzazione, riteniamo prioritario un progetto di vera e propria “rigenerazione” del Mar Piccolo e delle sue sponde – dichiara Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto – che in primo luogo dovrà vedere la realizzazione della bonifica delle aree da destinare alle attività di mitilicultura e andrà sviluppato un progetto che integri la valorizzazione della cozza tarantina, anche attraverso una D.O.P., mitilicultura sostenibile,  con uso di materiali biodegradabili ed eliminazione dei manufatti abusivi, attività di pescaturismo e escursionistiche, con imbarcazioni alimentate ad energia solare prodotte da aziende cantieristiche locali. Gli approdi lungo la costa del Mar Piccolo vanno inseriti in una Ciclovia del Mar Piccolo che attraversi gli habitat compresi nel Parco recentemente istituito dalla Regione. Vanno inoltre bonificate le aree da destinare a nuovi insediamenti compresi nel C.I.S. Taranto o privati per attività compatibili con il Parco. Altro intervento necessario è il recupero del tessuto urbano della Città Vecchia nella parte che guarda il Mar Piccolo».

Le altre proposte di Legambiente riguardano la realizzazione e il potenziamento della Mobilità Sostenibile, la Rigenerazione urbana, con la realizzazione della Foresta Urbana, con l’obiettivo di mettere a dimora 200mila alberi entro il 2025 ed un milione entro il 2030, e con la realizzazione del Parco del fiume Galeso, lo sviluppo del Distretto economia circolare, con la raccolta differenziata dei rifiuti in tutto il perimetro urbano coniugando il porta a porta spinto con massicci investimenti in tecnologia digitale.

La città jonica da troppo tempo aspetta provvedimenti che concilino nel concreto il diritto alla salute e il diritto al lavoro, ecco perché è necessario definire una visone condivisa di sviluppo da strutturare nel piano di azione territoriale. Servono azioni urgenti per salvaguardare la salute e per definire un piano di lungo respiro per imprimere finalmente una svolta, seguendo il faro della decarbonizzazione indicato dall’Europa.

I cittadini possono segnalare situazioni sospette di inquinamento su golettaverde.legambiente.it

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