
Il Piano Coste di Lecce: esempio virtuoso di un nuovo modo di fare pianificazione del territorio.
Lecce: essenziale il dibattito pubblico sulla VAS
Spiagge di Lecce, si cambia. Per la prima volta in Puglia si parla non solo di pianificazione delle coste e delle marine a nord e sud di Lecce, ma si istituzionalizza la partecipazione di tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti a vario titolo nel processo di monitoraggio e salvaguardia di una fascia prospiciente al mare lunga oltre 20 km.
Il Piano Comunale delle Coste di Lecce, azione partecipata
Il dibattito sul Piano Comunale delle Coste di Lecce ormai si è concluso, e nel migliore dei modi. Nel complesso l’iter non è stato lungo, visto che è stato deciso prima della stagione estiva ed avviato a settembre. Ed è stato anche un iter fortemente partecipato, dal momento che al Piano comunale delle coste erano allegati le osservazioni, le obiezioni e i suggerimenti pervenuti dalle parti coinvolte in questo processo, insieme ai pareri dei Soggetti Competenti in Materia Ambientale. È stato il Sindaco con l’Assessorato all’Urbanistica, a richiederne lo svolgimento: la scelta fatta è l’essenza di una decisione e di una volontà di operare in modo differente e lungimirante.
LEGGI ANCHE: Costa pugliese: nasce in Puglia il progetto Stimare dedicato all’erosione costiera
Il Piano Comunale delle Coste è uno strumento strategico per la tutela e disciplina della costa e individua strategie importanti di dialogo tra la costa e l’entroterra. Non può esistere tutela della costa, concreta fruizione, senza “dialogo” con l’entroterra (si pensi ad es. ai parcheggi, ai servizi che alleggeriscono la pressione sulla stessa costa). I temi della tutela della costa e della sua fruizione non possono staccarsi da una più ampia visione di territorio e di suo sviluppo. Nel Report finale consegnato dal Comune si legge che il dibattito “ha inteso guardare alla costa dentro la cornice ampia e articolata del programma di sviluppo sostenibile di Lecce è il suo mare e della programmazione comunale”.
E ancora che “Si è cercato di condividere assieme alle autorità competenti, agli operatori turistici balneari, alle associazioni sportive e ambientaliste e ai comitati di cittadini, le scelte necessarie a perseguire un futuro sostenibile della costa leccese”.
La valutazione Ambientale Stategica per mettere d’accordo tutti
Va evidenziato che fondamentale per la riuscita di questo Piano è stato il processo di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), perché ha permesso di mettere simbolicamente attorno ad un tavolo tutti i soggetti potenzialmente interessati alla fruizione della costa, invitarli a discutere ed esternare i propri dubbi, le proprie perplessità, i propri bisogni, i propri desiderata. Il senso della VAS è proprio questo, è il luogo simbolico della sintesi degli interessi e della costruzione di scenari di sviluppo. Abbiamo sempre ritenuto che se non ci sono scelte, se non ci sono alternative, se non ci sono conflitti, non ha senso una valutazione ambientale. Per contro è qui, nei processi partecipativi di VAS (o di VIA), che si individuano le scelte, i conflitti, le alternative: è qui che nasce il vero piano.

Abbiamo prima parlato di un tavolo che simbolicamente ha raccolto a Lecce più soggetti (Enti pubblici interessati, gli stakeholders, le associazioni ambientaliste, l’Università, il pubblico interessato, gli Ordini Professionali): “simbolicamente” perché il dibattito e il confronto si sono anche svolti sul campo, con visite, incontri sui luoghi della tutela e della fruizione, a toccare con mano i temi in discussione, a verificare in campo, a proporre, a discutere in un sereno confronto di idee.
Come si legge nella nota diffusa dal Comune, in seguito al Dibattito Pubblico, l’amministrazione comunale di Lecce ha provveduto all’aggiornamento di alcune previsioni contenute nella prima proposta di Piano, attualmente in fase di valutazione da parte della Commissione VAS. “Le novità non alterano l’impianto generale del Piano, il suo equilibrio, e i suoi obiettivi di miglioramento della qualità dell’ambiente e del paesaggio, della gestione sostenibile e razionale delle spiagge, della messa a punto di strumenti di monitoraggio e controllo, tutela e salvaguardia dell’ambiente e valorizzazione del turismo sostenibile”.
Dopo le Giornate della Conoscenza, così definite dal Comune per rimarcare che se non si conosce non si può ben partecipare e suggerire, ci sono stati i Forum di confronto, conclusisi poi con una Tavola Rotonda finale. Intensa la partecipazione, che ha visto l’iscrizione a parlare di 47 partecipanti a fronte di 19 interventi effettivi in sala.
Il Report, ora disponibile , con una apposita appendice, illustra il percorso del Dibattito, la ricchezza dei contenuti illustrati, degli approfondimenti e dei contributi offerti nelle diverse fasi. Il Report finale è ora a disposizione di cittadini, dei media e dei portatori di interesse, come testimonianza di un cammino, di una volontà di confronto e di incontro su soluzioni accettate.
Cosa prevede il Piano Coste di Lecce
Al Report si accompagna una relazione ed una tavola di sintesi che descrivono le modifiche proposte al Piano.Eccole.

Cambiano i numeri relativi ai lotti concedibili previsti nella proposta di Piano, che vanno ad attestarsi come segue: 27 Stabilimenti Balneari (erano 17), 22 Spiagge Libere con Servizi (erano 23), 13 chioschi, 9 ambiti di divulgazione, 4 strutture sportive, 2 strutture per giochi acquatici, 9 corridoi di lancio (surf e altri sport acquatici).
Dei 10 lotti in più che saranno concessi come stabilimento balneare, 9 sorgono su aree in erosione costiera. 6 a San Cataldo, 2 a Spiaggiabella, 1 a Torre Rinalda.
Questa è una scelta strategica e fondamentale: il Comune chiede che queste aree, non concedibili per l’elevata erosione, possano invece essere concesse in deroga alla normativa regionale. Non è una scelta affrettata, né superficiale, né tantomeno dettata dall’esigenza di fare cassa, ma associata alla richiesta di operazioni di mitigazione ambientale (quali ad es. ricostruzione delle dune, riqualificazione paesaggistica, eliminazione degli elementi detrattori). A queste si devono affiancare le misure del monitoraggio dell’erosione in collaborazione tra operatori balneari. Qui è la portata travolgente di quanto scaturito: soggetti controllori e controllati si uniscono secondo protocolli precisi per fruire della costa secondo un processo di custodia che parte da operazioni di conoscenza e monitoraggio dell’evoluzione della stessa linea di costa. Si tratta di acquisire un patrimonio informativo e conoscitivo alla base delle scelte future. E poi la tutela: le azioni messe in campo vedono l’operatore balneare soggetto attivo della custodia della costa.
Come evidenziato dal comune “La proposta di monitoraggio condiviso, supportata degli studi specialistici allegati al Piano, è oggi al vaglio della Regione Puglia per la stipula di un Accordo tra Comune e Regione, e porterebbe a superare l’inconcedibilità dei lotti che attualmente sono già sede di stabilimenti balneari e che la prima proposta del Piano vedeva venir meno a favore di Spiagge Libere”.
E così si riscontra che l’aggiornamento del Piano “salva” anche una ulteriore concessione – anche questa già in essere – localizzata tra Frigole e Torre Chianca. Qui c’è una scelta forte: il Piano delle Coste aggiornato riduce la fascia di rispetto e prevede che possa continuare ad essere prevista la concessione per uno stabilimento balneare.
Stesso meccanismo più a nord, alla Foce dell’Idume. Qui l’aumento della linea di costa utile permetterà di ricavare una nuova concessione per spiaggia libera con servizi, laddove nella prima proposta di Piano risultava inconcedibile.
In risposta alle osservazioni al Piano avanzate dall’Ente Parco Regionale di Rauccio, l’aggiornamento del Piano Comunale delle Coste prevede la concessione di una Spiaggia Libera con Servizi nell’area del Parco di Rauccio e la conferma di uno Stabilimento Balneare tra Torre Chianca e Torre Rinalda, in un’area inizialmente prevista come spiaggia libera.
Ma c’è di più: è la partenza per andare verso la proposta di un Accordo per il mantenimento dei manufatti e dell’Abaco delle strutture condivisi dal Comune con la Soprintendenza nella prima stesura del Piano. Il futuro passa dal dibattito e dalla VAS.
Perchè è importante il Piano Coste
Per questo il laboratorio Lecce è importante: per la prima volta è avvenuto il confronto-scontro, ma pacato e sereno e, soprattutto, gli attori coinvolti hanno avuto la capacità di far scaturire una sintesi: una proposta-variante di Piano Coste, semplice ma efficace. Ora va onorata e tradotta in scelte, in un parere motivato da parte della Commissione VAS, in impegni precisi da parte di tutti i soggetti. Va tradotta, insomma, in un progetto di futuro che va inteso in modo dinamico. Il Piano Comunale delle Coste non è infatti uno strumento rigido, ma dinamico, in divenire, trasformabile con regole scritte e non con scelte discrezionali che lo affossano.
È stata impartita da Lecce una lezione per la Puglia e per l’Italia che tocca a noi, ora, valorizzare ed estendere facendo diventare questa esperienza un caso pilota.