L’Earth hour “after”

Si è conclusa l’Ora della Terra, la “maratona” globale del Wwf contro i cambiamenti climatici e per un futuro sostenibile. L’iniziativa ha coinvolto 150 Paesi ed oltre 6.500 città in tutto il mondo. E’ stata una mobilitazione mai vista seguita in tempo reale sul web, dove per ventiquattrore sono rimbalzati i video da tutto il mondo, i tweet, i commenti ed i messaggi di migliaia di comuni cittadini o personaggi famosi come Ban Ki-moon, Al Gore, Yoko Ono, Andre Kuipers (l’astronauta dell’Esa che seguiva l’evento dallo spazio) e Nelson Mandela che ha twittato «Agiamo insieme per fare del nostro mondo una fonte sostenibile per il futuro dell’umanità sul pianeta».

Il giro del mondo ha preso il via il 31 mattina (ora italiana) da Samoa e nel giro di ventiquattr’ore ha spento icone mondiali come la Grande Muraglia cinese, il Giardino Sacro di Lumbini in Nepal, il “Gateway of India”, simbolo della città di Mumbai, il BurjKhalifa (il grattacielo più alto del mondo) a Dubai, la Table Mountain, la Tour Eiffel, la Porta di Brandeburgo, il Big Ben a Londra, la statua del Cristo Redentore di Rio, la CN Tower di Toronto, le Cascate del Niagara, la “Las Vegas Strip”, una delle vie più famose ed illuminate del mondo, Times Square, l’Empire State Building, la sede delle Nazioni Unite, i siti dell’Unesco e molti altro ancora. In Italia l’evento centrale è stato a Roma e vi hanno partecipato circa 400 comuni.

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