

Le tradizioni di Laterza sono legate ai luoghi. Un itinerario permette di riscoprire attività ed ambienti.
Le Giornate di primavera del Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI) e Buongiorno Ceramica sono occasioni per riscoprire le tradizioni di Laterza, comune tarantino. «Stiamo lavorando per riscoprire e valorizzare le nostre tradizioni con una serie di attività di promozione e valorizzazione», ha detto Mimma Stano, assessore al marketing del Comune di Laterza.
L’arte conciaria, una tradizione di Laterza narrata in un libro
Il libro Storia di Laterza di Luigi Galli è una fonte ed un punto di partenza per percorrere l’itinerario di riscoperta dell’arte conciaria, parte delle tradizioni di Laterza. L’attività conciaria era redditizia per la comunità laertina tanto che i signori marchesi di Laterza ne traevano beneficio tassando i conciapelli di cinque carlini. Il sistema del conciare era primitivo e lento ma forniva prodotti di così buona qualità che i conciapelli vendevano nelle fiere limitrofe, soprattutto a Gravina.
La transumanza è una delle tradizioni di Laterza simboleggiata dalla pecora nello stemma della cittadina
L’attuale stemma del Comune di Laterza presenta la pecora, l’esemplare di animale che dimostra l’origine pastorale del comune tarantino. La transumanza, infatti, è una delle tradizioni di Laterza. Il territorio è attraversato dal Regio Tratturo Melfi – Castellaneta, il Tratturello Santeramo in Colle – Laterza che nasce da una diramazione del Tratturello Bernalda – Ginosa – Laterza.
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L’antica fontana serviva per lavare le pelli grezze degli animali

Le pelli grezze gli animali, legate alla transumanza, prima di essere conciate, erano lavate nell’antica fontana che si trova in Via Concerie. Questa testimonianza, datata 1544, presenta lo stemma di Pietro Antonio I d’Azzia ed il simbolo della pecora, presente anche nell’attuale stemma del Comune di Laterza. Le pelli, quindi, si tenevano a bagno in grandi vasche di pietra, i cosiddetti “pilacci” di tufo o carparo ed erano sottoposte a continui lavaggi. Si procedeva, quindi, alla concia sciogliendo in acqua bollente polvere di foglie di lentisco, ghiande, terebindo e corteccia di pino. I “molini della frasca”, che si affiancavano alle concerie, provvedevano a fornire gli ingredienti con grosse macine di pietra.
E’ stato riscoperto uno degli ultimi esempi di conceria
Le pelli, dopo essere state lavate, erano conciate. La maggior parte delle botteghe conciarie si trovavano lungo Via Concerie (ce n’erano più di 70), antica lama affluente della Gravina che era utilizzata, scavando le sue sponde, per ricavare chiese, abitazioni e impianti artigianali. Uno degli ultimi esempi di conceria si trova al n. 43 della via, oggi di proprietà della Famiglia Larato. Si presenta con la tipologia della “casa curtis”, unità di servizio alle attività artigianali organizzata su due livelli con grandi ambienti collegati da una scala esterna.
Le Giornate di primavera del Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI) e Buongiorno Ceramica occasioni per riscoprire le tradizioni di Laterza
Le Giornate di primavera del Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI) e Buongiorno Ceramica sono occasioni per riscoprire le tradizioni di Laterza. In particolare, il 18 maggio si terrà a Laterza la manifestazione di promozione della tipica ceramica laertina. Saranno organizzati eventi dedicati alla maiolica, la forma di ceramica caratteristica del centro tarantino con il coinvolgimento di ceramisti, botteghe e laboratori, associazioni, artisti e altri operatori. Sarà possibile visitare anche il MuMa, il Museo della Maiolica di Laterza che ha sede nel Palazzo Marchesale che fu prestigiosa residenza dei D’Azzia e Perez Navarrete. Il percorso museale mette in mostra oltre 160 pezzi dall’elegante stesura cromatica turchese su smalto bianco con interventi in giallo arancio e verde ramina, caratteristiche peculiari della tradizione maiolicara laertina. La ceramica di Laterza ha ottenuto il riconoscimento del marchio della Ceramica artistica tradizionale (Cat).