Le passioni di un tempo nella Cattedrale di Troia

Troia (FG) – particolare del portale della Cattedrale

Superati i campi di grano, oggi ancora verde/marrone, che circondano il lato est del Subappennino Dauno affacciato sul Tavoliere, viaggiando su una strada tortuosa e infinita, si raggiunge Troia, in provincia di Foggia. Una cittadina in posizione strategica lungo l’antica direttrice per Benevento della Via Traiana che, a tutt’oggi, anche se distrutta nei segni storici, costituisce ancora l’asse principale di questo territorio.

Troia è l’eredità dell’àpula Aecae, poi diventata Colonia Augusta Apula, cittadina di Puglia, fortificata sotto i Bizantini, importantissima sede vescovile e di concilii ecumenici nell’ XI secolo; la sua posizione geografica e il suo ruolo politico/ideologico erano indiscussi, essendo stata città antifedericiana e dipendente direttamente dalla Chiesa di Roma. Fu per questo motivo che Federico II, nel 1229, la rase al suolo, comprimendone notevolmente la futura possibilità di crescita fisica e politica e questo fece della città, fino al XIII secolo, solo un feudo amministrato dal potere religioso di Roma. Di questo “forte” passato storico ne è testimonianza la Cattedrale, sintesi d’arte e architettura. 

Uno scorcio della Cattedrale di Troia, da cui si individuano gli influssi delle culture presenti nel XIII secolo in Puglia

La Cattedrale – Consacrata a Santa Maria in Episcopio, fu edificata su una preesistente chiesa a “croce greca” tra il XII e il XIII secolo e la sua costruzione racconta, attraverso le sue pietre, un caso particolarissimo nel panorama architettonico in Puglia perché, nella sua composizione, furono fuse culture e sensibilità bizantine, romaniche ed islamiche.

Le facciate esterne sulle vie e sugli slarghi cittadini raccontano, come un libro di storia dell’arte a cielo aperto, leggibile ad occhio nudo, la capacità immaginativa e costruttiva degli uomini che l’hanno edificata. Il racconto compositivo è percepibile a distanza umana, attraverso il contatto fisico, toccando con mano pietre naturali tagliate nel 1200 in modo certosino, preciso, etico, affiancate da un portale di bronzo su cui, con un’abilità artistica ed artigianale unica, fu raffigurata la storia della città di Troia, un’opera di Oderisio da Benevento.

Intorno, le pietre bi/cromatiche con dominante verde e giallo chiaro, realizzano l’intera architettura avvolgendo un rosone di pietra naturale; questo è scandito in modo radiale con undici colonnine, cucite tra loro con archi arabi e transenne marmoree (lastre di pietra naturale a basso spessore) traforate ed intagliate in modi diversi, poste a chiusura del rosone stesso; ai suoi lati due leoni scolpiti in blocchi di pietra lo custodiscono con una forte, drammatica espressione di “difesa” del luogo sacro, da qualsiasi attacco esterno fisico ed ideologico. 

Nel rosone della Cattedrale diTroia si mescolano segni arabi, bizantini e cristiani

Quando la pietra racconta – Tutta una cultura del pensiero architettonico è racchiusa in queste pietre ricche di un’infinita quantità di riferimenti storici, dettagli che, viaggiando nel tempo, ricchi di volontà progettuale, raccontano idee, futuro, potere, drammi, sottomissioni, vittorie, difese. In queste pietre è raccontata l’allegoria della potenza papale ed imperiale che contendendosi un luogo geograficamente cardine nel territorio Dauno, hanno segnato con le pietre e i bronzi, tra gli intagli e i bassorilievi, una cultura del “fare” architettura, arte, scultura attraverso un racconto materico e visivo, esplicito ed estremo, in cui simboli cristiani, islamici e bizantini, s’impongono tra loro, gridando la propria identità. 

Uno dei leoni a guardia del rosone

La Cattedrale di Troia è la somma visiva di un dramma tra conquiste fisiche e ideologiche che, contrapponendosi con forza, hanno lasciato tracce indelebili, offrendoci una lettura storica e comunicandoci emozioni d’un tempo ricco di passioni segnate da un’audacia senza limiti, temperamenti forti, dominanti, dirompenti: passioni e temperamenti che hanno progettato il futuro determinando equilibri sociali, definendo spazi fisici e mentali, in cui l’uomo poteva e può ancor oggi immergersi nella cultura attraverso la Storia dell’Arte, scolpita nelle pietre e nei bronzi.

(Le foto sono di Domenico Tangaro)

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