Le materie prime del futuro? Storia vecchia (ma non troppo)

cover altre storie straordinarie

In libreria “Altre storie straordinarie delle materie prime”, dove l’economista Alessandro Giraudo racconta gli sviluppi  dell’economia mondiale attraverso quaranta tra metalli, prodotti della terra, oggetti

Chi l’avrebbe mai detto che i cadaveri potessero muovere l’economia mondiale? O che il guaiaco (cosa sarà mai?), dall’essere considerato il rimedio principe contro la sifilide è passato ad essere la materia della costruzione dei manganelli dei policeman inglesi e che addirittura ce lo ritroviamo nelle pastiglie Valda? O che la grafite non serve solo per le mine delle matite ma anche nelle centrali nucleari?

Alessandro Giraudo
L’economista Alessandro Giraudo durante una conferenza peer il lancio della strada della seta a Shanghai, dove era stato invitato dal governo cinese

Domande che solitamente non ci facciamo perché quando abbiamo tra le mani un oggetto non andiamo a pensare da dove proviene o qual è la sua storia: pensiamo al suo impiego immediato. Invece no, solo conoscere una parte minima di quegli oggetti, o meglio dei materiali di cui sono fatti, forse ci farebbe capire un po’ i più come va il mondo, o come dovrebbe andare. E così, tra divagazioni apparentemente peregrine ma in realtà legate da invisibili fili, prende forma Altre storie straordinarie delle materie prime (add editore), l’ultimo lavoro dell’economista Alessandro Giraudo, italiano di nascita ma da molti anni a Parigi, dove insegna Finanza internazionale e Storia economica della finanza in una delle Grandes Ecoles di Parigi.

Dove si “costruisce” il potere

“Altre” storie perchè questo volume – la cui versione originale è in lingua francese – rappresenta il seguito di Storie straordinarie delle materie prime, che raccoglieva 40 storie di prodotti come il pepe, il bitume, il ghiaccio, il tabacco. E come è stato per il primo, anche in questo secondo volume Giraudo segue con pazienza certosina la storia di altre 40 materie prime ma, come spiega l’autore ad Ambient&Ambienti, «con un taglio leggermente diverso, che è quello di individuare il collegamento tra materie prime e potere».

Preceduta da un’introduzione (anticipata a Bari durante un convegno organizzato dal liceo “Salvemini”) e conclusa da una riflessione di Giuseppe Parigi, della Banca d’Italia, l’opera è nel complesso il frutto di oltre 40 anni di ricerche e racconta in maniera piacevole e accattivante la storia dell’umanità attraverso quelli che di volta in volta sono stati considerati beni indispensabili per il successo di uno Stato, e delle guerre da questi prodotti generate, più o meno alla luce del sole, che hanno cambiato il corso degli eventi.

Globalizzazione del passato, globalizzazione del futuro

altre storie straordinarie materie primeCorallo, giada, canapa, spezie varie, marmo, e poi beni meno conosciuti come la teriaca, il cauri, il guaiaco; oggetti che mai immagineremmo appartenere al “club delle materie prime” come il talco, gli stracci  e il veleno, e via via arrivando fino all’amianto, i racconti si snodano senza mai trascurare quello che oggi quei beni rappresentano in un’ottica di globalizzazione che parte da molto lontano. La logica è quella che il passato è utilissimo per capire le dinamiche economiche del presente che, come il passato, ha le sue leggi di mercato. «Se pensiamo ai cellulari – spiega Giraudo – si scopre che dentro ci sono una quarantina di metalli di cui non conosciamo quasi nulla come l’indio, che serve per dare la luminosità allo schermo, ma anche metalli come l’oro, sia pur in una percentuale minima». Dunque, l’oro ancora una volta al top delle materie prime, e se è cambiata la destinazione immutato rimane il suo potere di rendere “sacro” un oggetto.

Un’altra considerazione va fatta leggendo il libro: le materie prime da sempre sono state legate alle maniere per produrre energia e oggi viaggiano in parallelo con l’inquinamento che deriva dal loro sfruttamento. Un tempo l’unica fonte di energia era quella umana, poi è stata sfruttata quella dell’acqua, del vento, degli animali. Poi è stata la volta del petrolio e ora è il turno del litio e del coltan. E il nuovo non è detto che sia meno inquinante del più antico.

Ora aspettiamo il terzo volume, che è già in preparazione, con altre 40 storie di altrettante materie prime che non mancheranno di incuriosire, divertire e farci imparare che, come dire, “anche una mozzarella può cambiare il mondo”.

Alessandro Giraudo, Altre storie straordinarie delle materie prime, add editore, 271 pagine, € 16,00

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