
L’Arma dei Carabinieri sorvola in elicottero le zone devastate dal nubifragio che sta ancora devastando l’Emilia Romagna. Una tragedia immane, che ha già causato 5 vittime. Fiore (SIGEA): ” Dobbiamo oramai ragionare su scala globale “. WWF: “gestione fallimentare dei corsi d’acqua”
“Quanto sta accadendo in queste ore in Emilia – Romagna deve indurre ad una profonda riflessione sul tema della pianificazione del territorio. Intanto esprimiamo profonda solidarietà alla popolazione dell’Emilia – Romagna e siamo convinti che come accadde in occasione degli eventi sismici del 2012 e del 2013, anche questa volta questa straordinaria popolazione riuscirà a risollevarsi e subito. Gli eventi di queste ore ci dicono che dobbiamo oramai ragionare su scala globale – ha continuato Fiore – e dunque mettere insieme i dati dell’intera comunità geologica internazionale”. Lo ha dichiarato Antonello Fiore, Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale – SIGEA, che in questo momento sta seguendo i lavori del I° Workshop Internazionale organizzato a Savona che vede a confronto geologi e ingegneri da tutta Europa e dal Canada su temi delle indagini geognostiche, dei modelli geologi e modelli geotecnici.
Intanto le immagini girate da un elicottero dall’Arma dei Carabinieri danno la misura dell’evento, che è stato definito “eccezionale” per il volume di piogge scaricato e per la contemporanea esondazione di 14 corsi d’acqua, ma che ancora una volta mostra la colpevole incapacità dell’uomo ad attuare una concreta politica di prevenzione e manutenzione del patrimonio naturale.
WWF: I fiumi hanno bisogno di spazio
Scende in campo anche il WWF, e sposta la questione sul piano più generale del rischio climatico e della gestione dell’acqua. “Negare la crisi climatica o far finta che non ci riguardi non salverà il nostro Paese dalle conseguenze di una crisi globale che sta mettendo a durissima prova il nostro territorio e i cittadini – spiega in una nota l’associazione del panda – Siamo, infatti, in presenza di eventi meteorologici sempre più intensi e frequenti che ormai si alternano a ritmi drammatici.
Gli eventi calamitosi in Emilia-Romagna, causati dagli effetti del cambiamento climatico che determinano precipitazioni violente e concentrate in poche ore provocando vere e proprie bombe d’acqua, hanno messo ancora più a nudo una gestione fallimentare dei nostri corsi d’acqua. Gli alvei sono stati canalizzati, le aree di esondazione naturale occupate, distrutti i boschi ripariali e le zone umide perifluviali che fungevano da vere e proprie spugne in grado di attenuare gli eventi calamitosi e purtroppo la Regione Emilia-Romagna, che peraltro dispone anche di importanti casse di espansione, si è distinta in questa opera di distruzione degli ambienti fluviali come il WWF ha più volte denunciato (dossier 2016).
Bisogna ridare spazio ai fiumi, recuperare aree di esondazione naturale, ripristinare, ove possibile i vecchi tracciati, avviare interventi di rinaturazione diffusi sul territorio. È sempre più urgente una politica di adattamento ai cambiamenti climatici che vada oltre la logica di emergenza e ne consideri gli effetti nella pianificazione ordinaria. Purtroppo la situazione è in continuo peggioramento come dimostrano i dati sul consumo di suolo che ha ripreso a correre con maggiore forza del passato, superando la soglia dei 2 metri quadrati al secondo e sfiorando i 70 chilometri quadrati di nuove coperture artificiali in un anno, un ritmo non sostenibile che dipende anche dall’assenza di interventi normativi efficaci in buona parte del Paese o dell’attesa della loro attuazione e della definizione di un quadro di indirizzo omogeneo a livello nazionale. (ISPRA 2022).
“Per il nostro Paese – iniste il WWF – è indispensabile definire il Piano di Adattamento al Cambiamento Climatico e renderlo uno strumento efficace per operare le scelte necessarie. La Commissione VAS deve trasmettere gli esiti della consultazione quanto prima, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica deve chiarire le scelte da compiere e stanziare i fondi necessari. È soprattutto indifferibile l’abbattimento delle emissioni di CO2, metano e degli altri gas climalteranti, per evitare scenari e impatti ingestibili: abbiamo poco tempo e l’Italia dovrebbe essere alla testa degli Stati che vogliono le emissioni zero, non in retroguardia come è attualmente.
Tra le politiche di adattamento che non possono più subire ritardi, quelle di gestione dell’acqua, recuperando una regia unica, superando la frammentarietà della sua gestione a partire dai bacini fluviali. È indispensabile l’azione per ripristinare la naturalità dei fiumi, poiché sono quasi sempre i tentativi umani di irregimentare i corsi d’acqua a moltiplicare i danni e la perdita di vite umane. Bisogna assicurare un effettivo ed efficace governo del territorio.