Le auto del futuro partiranno da Lecce. E da Monopoli

“Who killed the Electric car?è un documentario americano, datato 2006, che aveva messo sotto accusa la General Motors per aver insabbiato lo sviluppo delle auto elettriche. Il riferimento era alle Electric Vehicle 1 (EV 1) prodotte nel 1996.

<p>un modello di EV1 (Electric Vehicle 1) della General Motors </p>
un modello di EV1 (Electric Vehicle 1) della General Motors

Circolavano per le strade dell’Arizona e della California, senza bisogno di un tubo di scappamento ed erano ricaricabili con energia elettrica. Era possibile noleggiarle e il leasing aveva una speciale clausola che impediva al cliente di poterla acquistare. Circolarono per soli dieci anni. Poi non furono rinnovati i contratti e vennero distrutte.

<p>le EV1 furono tutte distrutte dalla stessa General Motors</p>
le EV1 furono tutte distrutte dalla stessa General Motors

Auto elettriche per le famiglie: dove sono?

Questo in sintesi l’antefatto per parlare invece dell’attualità. Al Salone dell’auto di Detroit del 2008 la GM ha presentato il suo nuovo modello di auto elettrica, la Chevrolet Volt, una berlina compatta studiata per consentire ad una famiglia americana media di utilizzare un pieno di elettricità che permette di percorrere all’incirca 64 km e di risparmiare in un anno circa 700 euro. Per il pieno servono 6 ore (a 110 volt). La vettura avrà grandi batterie a ioni di litio e un piccolo motore ausiliario.

<p>il modello elettrico Hypermini della Nissan presentata  al salone di Tokyo nel 1997</p>
il modello elettrico Hypermini della Nissan presentata al salone di Tokyo nel 1997
<p>Genepax, la prima e unica auto che funziona col vapore acqueo, è capace di fare 80km/h con un litro d’acqua</p>
Genepax, la prima e unica auto che funziona col vapore acqueo, è capace di fare 80km/h con un litro d’acqua

E la caratteristica principale del sistema è che il motore ausiliario, oltre che a benzina, può essere sostituito con una cella a idrogeno o con un motore a biodiesel. Così, per i viaggi più lunghi, l’autonomia della Volt può essere estesa sino a 579 chilometri . Apparsa per la prima volta come prototipo al salone di Shangai nel 2007 dovrebbe cominciare ad essere venduta alla fine del 2010.Sarà disponibile in versione 3 e 5 porte. Il prezzo? Dai 30mila ai 40.mila dollari. Rispetto al passato e al modello Ev1 sembra essere stato raggiunto un traguardo importante.

I precedenti veicoli, infatti, potevano percorrere meno chilometri, offrivano spazio limitato ai passeggeri, non avevano un sistema per riportare la vettura a casa se la carica finiva.

 

<p>nel 2003  la Toyota produce del RAV4-EV  una 4x4 elettrica di alta raffinatezza tecnologica molto apprezzata dai suoi utenti </p>
nel 2003 la Toyota produce del RAV4-EV una 4x4 elettrica di alta raffinatezza tecnologica molto apprezzata dai suoi utenti

Intanto, nel Salento…

Le associazioni di consumatori in America hanno assunto posizioni fortemente polemiche rispetto alla consuetudine, messa in atto dalle stesse case automobilistiche, di distruggere le vetture al termine della scadenza del contratto di noleggio. Si registrano infatti altri casi, oltre quello della General Motors. Nel 2003 anche la Toyota ha prodotto una Rav4 –Ev per la quale la ricarica completa costava soltanto 2,70 dollari. Nel 2005 sono scaduti i contratti di noleggio e l’intera linea è stata tolta di produzione. Contestualmente si è creato un movimento di opinione chiamato Don’t crush in opposizione a questa tendenza, che sembrerebbe essere frutto di lobby di pressione che intendono limitare la diffusione di tali macchine. Nonostante ciò, le case automobilistiche e i team di ricerca sono sempre più orientati alla produzione di tali vetture. Anche la BMW ha un’automobile a base di idrogeno da oltre dieci anni e lo stesso Schwarzenegger guida una Hummer a idrogeno.

<p>eco team salento al completo davanti al prototipo di ITAN 500</p>
eco team salento al completo davanti al prototipo di ITAN 500
<p>  ITAN 500, un veicolo ibrido termico costruito dagli studenti della Facoltà di ingegneria dell’Università del Salento</p>
ITAN 500, un veicolo ibrido termico costruito dagli studenti della Facoltà di ingegneria dell’Università del Salento

E su questi temi si muove anche la ricerca di un team della Facoltà di ingegneria dell’Università del Salento. Dal 2008, infatti, è partito un progetto titolato Salento Eco che si struttura come piattaforma per la didattica, l’innovazione e la divulgazione di iniziative per la tutela dell’ambiente, attraverso il miglioramento dell’efficienza energetica per la mobilità sostenibile. Il Salento Eco Team, ovvero il gruppo di studenti che lavoro a questo progetto, nasce su iniziativa di Teresa Donateo, professore aggregato di macchine a fluido, ed è coordinato dall’ingegnere Domenico Pacella.

<p>gli studenti salentini provano  ITAN 500, un veicolo ibrido termico,  su pista</p>
gli studenti salentini provano ITAN 500, un veicolo ibrido termico, su pista

«Il progetto prevede la realizzazione di vetture a bassissimo impatto ambientale – sottolinea Pacella – In questo senso il team cura l’aggiornamento di un prototipo denominato ITAN 500, un veicolo ibrido termico e una vettura urbana elettrica solare denominata Veus».

La Carla ci salverà

Ma il prototipo su cui si punta, per partecipare ad un altro importante progetto educativo che risponde al nome di Shell Eco Marathon, (una gara in cui vince non chi arriva per primo ma chi consuma la minor quantità di energia in un percorso predefinito), è la vettura nota come la Carla, realizzata, già nel 1997, che raggiunge i 500 km con un litro di benzina. Il veicolo ha partecipato a diverse manifestazioni fra cui il Festival dell’Energia 2009. Nello stesso anno, però, nella Shell Eco Marathon è stato un prototipo francese ad aggiudicarsi la vittoria riuscendo a percorrere ben 3.771 km con un solo litro di carburante. Ora, essendo passati dodici anni dalla realizzazione della vettura “Carla”, il gruppo di ricerca è tornato sul prototipo, puntando sulla progettazione di una vettura completamente differente, mantenendo la continuità con il passato solo in modo formale, attraverso il nome e il colore giallo. «E l’obiettivo prossimo futuro del team – conclude Pacella- è quello di progettare un prototipo che preveda la sostituzione del telaio con una nuova struttura in materiale ultraleggero, la progettazione di una carena ottimizzata dal punto di vista fluidodinamico e l’utilizzo di un sistema di propulsione ad idrogeno».

<p>l'auto alimentata a idrogeno della Fondazione H2U</p>
l'auto alimentata a idrogeno della Fondazione H2U

E’ questo anche l’orientamento della Fondazione per l’Università dell’idrogeno di Monopoli, presieduta da Nicola Conenna. «Il nostro impegno, attualmente è quello di creare una rete di distribuzione dell’idrogeno e di avere i contatti con le case automobilistiche produttrici fra le quali la Mercedes. L’obiettivo futuro è invece quello di progettare e far realizzare un prototipo a Pomigliano con le aziende dell’indotto della Fiat».

Nell’immediato, l’Università dell’Idrogeno sta per firmare due protocolli di intesa. Il primo, il 30 giugno, con la Scuola edile di Taranto per il fotovoltaico. Il primo luglio, invece, sarà presentato alla stampa a Brindisi il protocollo di intesa con l’Università del Salento per la ricerca. L’accordo è stato da tempo già siglato anche con l’ateneo barese, ma l’obiettivo finale è quello di costituire una rete di collaborazione con tutte le università pugliesi. Altro importante progetto è quello di realizzare una Scuola di eccellenza con il Centro Internazionale Alti Studi Universitari di Fasano (Ciasu) , che già svolge sperimentazione nei campi di maggiore interesse ed impegno scientifico e formazione di eccellenza per i giovani laureati.

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