Le analisi di Greenpeace dopo il disastro della Concordia

A quasi due mesi dall’incidente della Costa Concordia, Greenpeace ha pubblicato il rapporto “Come sta il mare del Giglio?”, un’indagine preliminare sui fondali e sulle acque dell’Isola del Giglio che aggiunge dati quantitativi e qualitativi alle campagne di monitoraggio condotte dalle istituzioni dopo il disastro.

Gli obiettivi sono stati due: fotografare lo stato attuale per confrontare l’evoluzione dei popolamenti nell’eventualità di un massiccio sversamento di sostanze pericolose e valutare l’eventuale contaminazione già in corso dell’acqua di mare.

I risultati delle analisi delle acque, commissionate al laboratorio indipendente Eurofins Programma Ambiente di Padova, hanno rilevato la presenza in mare di tensioattivi (detergenti) ed ammoniaca in concentrazione superiore ai valori di riferimento identificati da ARPAT per la sua campagna di monitoraggio. Tali concentrazioni potrebbero essere il risultato della dispersione di detergenti, disinfettanti ed altri prodotti presenti sulla Costa Concordia.

Dopo dieci anni d’inazione sul Santuario dei cetacei, inoltre, sono state adottate dai ministri allo Sviluppo Economico Passera e all’Ambiente Clini, misure specifiche di tutela con il “decreto rotte”. Secondo Greenpeace “è doveroso intervenire anche sulle fonti di inquinamento terrestri e marine e sugli altri pericoli che minacciano l’integrità di questo ecosistema”.

 

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