Latte d’asina alleato della salute

Il latte d’asina è ottimo per la salute dei bambini, anziani e gli intolleranti alle proteine del latte vaccino. E’ un tipo di produzione in cui ancora una volta la Puglia si distingue. Una delle poche aziende al Sud che lo produce, infatti, è Lamacarvotta e si trova a Laterza, in provincia di Taranto, nelle vicinanze del tratto della Via Appia antica e Via francigena tra Gioia del Colle e Matera. Alleva 140 asini fra animali piccoli e grandi. La superficie è di 200 ettari, 120 dei quali sono destinati a seminativi, 54 a pineta ed il resto a pascolo.

Due esemplari di asine da cui si produce il latte
Due esemplari di asine allevati nell’azienda di Laterza (TA)

Dall’anno scorso è stato realizzato uno stabilimento per la pastorizzazione e l’imbottigliamento del prodotto ed a breve l’azienda otterrà la certificazione europea per poter commercializzare il latte nelle farmacie e grande distribuzione. «L’obiettivo – spiega Angelo Capurso, responsabile dell’azienda – è poter introdurre il latte d’asina anche nella dieta degli ospedali pediatrici proprio perché è più simile al latte materno. Questo prodotto può essere utilizzato anche dagli intolleranti alle proteine del latte vaccino o dagli anziani che hanno difficoltà nella digestione». Completano il paniere dei prodotti realizzati col latte di asina tutti i derivati, come lo yogurt, la carne ed i salumi. Si tratta, insomma, di una realtà che valorizza questi animali, troppo spesso bistrattati. E’ stata realizzata anche una pagina facebook   per promuovere gli eventi che hanno l’obiettivo di far conoscere i prodotti ed il territorio. In particolare, ci sono due percorsi all’interno della pineta: un itinerario avventura per bambini dai 6 ai 12 anni di età ed un altro ginnico per adulti, utilizzato per il trekking degli asinelli.

Un altro aspetto interessante è l’attività di ricerca condotta da sette anni tra la Facoltà di Veterinaria dell’Università di Bari e l’azienda. La collaborazione è iniziata con un progetto ministeriale di ricerca per l’ottimizzazione delle produzioni dell’asino di Martina Franca. «L’interesse per l’allevamento degli asini – ha spiegato Pasquale De Palo, docente di Scienze zootecniche del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari – è il rischio di perdita di un patrimonio genetico della razza martinese originaria della zona della Valle d’Itria, la cui consistenza numerica si era drasticamente ridotta per la meccanizzazione nell’agricoltura». Per questo i puledri sono stati allattati in maniera artificiale con un impianto automatico che consentisse agli allevatori di mungere tutto il latte delle madri.

Il progetto è terminato con ottimi risultati in termini di quantità di latte munto e crescita dei puledri, dei quali si sono apprezzati anche gli ottimi livelli di benessere. E’ in corso la messa a punto di un protocollo per la produzione di latte fermentato, in particolare yogurt, ed altri prodotti lattieri caseari innovativi a base di latte d’asina, fra cui spalmabili e gelati. «Abbiamo voluto sostenere questa produzione zootecnica – ha commentato De Palo – che registra l’interesse del mercato ma non ha una legislazione a livello nazionale e regionale che permette di gestire questa produzione e commercializzare questo prodotto. Il latte d’asina è un alimento che è un sostituto del latte materno. Il nostro interesse è fare ricerca applicata che offra risultati sul territorio e quello delle imprese è crescere per essere più competitivi sul mercato».

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