Laterza punta sui tratturi

Il Regio Tratturo Melfi-Castellaneta potrà avere un futuro di valorizzazione turistica perché già sottoposto a vincolo storico-archeologico. Il Piano comunale dei tratturi del comune di Laterza, il centro che sorge tra rocce scoscese e profondi dirupi, aspri territori e lunghe voragini, nella parte nord ovest della provincia di Taranto, mette in evidenza come il percorso tratturale regio sia uno di quelli principali per lunghezza e diramazioni esistenti, sul quale si è “appoggiata” la strada Tarantina o Antica via Appia.

Il Piano comunale dei tratturi del comune di Laterza mette in evidenza come il percorso tratturale regio sia uno di quelli principali dell’Antica via Appia

Largo circa 120 metri, ha inizio nel territorio di Melfi e termina nel Comune di Castellaneta dopo aver servito le terre di Spinazzola, Gravina, Altamura, Matera, Santeramo e Laterza. Completano il piano il Tratturello Santeramo in Colle-Laterza che nasce da una diramazione del Tratturello Bernalda-Ginosa-Laterza, nei pressi del Ponte delle Rose e, dopo l’intersezione con la strada Tarantina o Antica Via Appia, attraversa il piano delle Matine terminando nel territorio di Santeramo.

Questo percorso serviva diversi insediamenti rupestri, anche preistorici. Il Tratturello Martinese, invece, ha inizio da una diramazione della via Appia nel Piano delle Matine nei pressi della Masseria Monachelle, lambisce la zona di S. Basilio, attraversando i territori di Martina Franca, Crispiano, Grottaglie, Francavilla Fontana, Manduria per terminare nel territorio di Avetrana. Il Tratturello Bernalda-Ginosa -Laterza, in ultimo, partendo da Bernalda attraversava il fiume Bradano per servire le comunità di Montescaglioso, Ginosa, Laterza per proseguire fino al Candile, dove passava l’antica via Appia, dopo aver intercettato il Tratturello Laterza-Santeramo.

Il Comune laertino, a tal proposito, ha annunciato che presenterà i progetti a futuri bandi regionali. “Ci auguriamo – ha spiegato Gianfranco Lopane, sindaco di Laterza – che l’intera rete regionale dei tratturi possa essere inserita in un progetto di tutela dell’Unesco per un’efficace conservazione e consegna alle generazioni future di queste importanti vestigia del passato. Per i tratturelli che attraversano il centro abitato e costituiscono la sede di strade comunali, si provvederà a riportarli nel demanio comunale”.

A Laterza è rimasta l’ultima mandria di un centinaio di bovini di razza podolica, animali molto rustici che producono pochissimo latte ma di altissima qualità

Secondo Giuseppe Misano, della Forestale, “sono tratti importanti di questo territorio perché rappresentano la nostra memoria storica. Avevano un valore economico perché attraverso questi tratturi avveniva la transumanza, cioè lo spostamento delle greggi degli ovini  prima e bovini poi dalle montagne lucane, abruzzesi e campane fino al territorio pugliese”. Questi tratturi, infatti, hanno permesso fino a pochi decenni fa il movimento di queste mandrie. La transumanza è iniziata con le pecore ed è proseguita con i bovini in maniera massiccia fino alla fine dell’Ottocento.

Gli spostamenti erano possibili perché vi era una grande superficie boscata e un particolare tipo di graminacee, che cresceva anche d’estate grazie ad un microclima più fresco ed umido, che permetteva l’alimentazione di questi animali. A Laterza, in particolare, è rimasta l’ultima mandria di un centinaio di bovini di razza podolica, animali molto rustici che producono pochissimo latte ma di altissima qualità. Vi era un’intera economia che si muoveva grazie ai tratturi. Si ricorda, inoltre, che la transumanza delle pecore in questo territorio dava vita all’industria casearia e conciaria. Il marchese possedeva 15-20 mila capi di bestiame.

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