E’ partita poco più di un mese fa nella Fondazione Giovanni Paolo II di Bari una nuova avventura formativa, che si inserisce nel piano delle attività denominato “Radici Nuove”: lo scopo è quello di offrire agli operatori una possibilità di rinnovamento e consolidamento dell’identità culturale, insieme alle competenze utili per utilizzare una nuova e specifica metodologia di raccordo con il territorio locale.
Generare l’archivio della generatività sociale – Il percorso formativo, guidato da Marianna Pacucci e Alessandra Mastrodonato, ha un titolo suggestivo: “Generare l’archivio della generatività sociale nelle periferie”. Non si tratta soltanto di dar vita o costruire un’esperienza nuova, ma di compiere un investimento di fiducia nei confronti della città e delle sue periferie, considerate risorsa e non soltanto problema, comunità e non soltanto aggregazione urbanistica, laboratorio sociale piuttosto che grumo di marginalità. Esse, infatti, in modo non appariscente ma reale, si stanno dimostrando generatrici di un nuovo senso sociale, mediante una diversa intenzionalità e finalità dei vissuti e dei flussi relazionali. Tali esperienze hanno bisogno però di accoglienza e valorizzazione; devono essere interpretate, custodite, messe in circolazione, condivise.
Una banca per l’animazione delle periferie – Per attuare questo obiettivo, può essere utile l’implementazione di un archivio sociale, inteso non semplicemente come uno spazio dove accumulare e custodire informazioni, documenti, saperi, ma come una forma nuova di imprenditorialità culturale. La scommessa è quella di inventare un luogo in cui far convergere e da cui far ripartire in modo estroverso riflessioni, analisi, progettazioni, metodologie di lavoro che possano rappresentare una vera e propria banca per l’animazione delle periferie, che contribuisca a metabolizzare, elaborare e/o rielaborare, mettere in circolo e a frutto i beni culturali, sociali ed educativi delle periferie. Un archivio di tal genere non è più, ovviamente, semplice repertorio del passato, ma si pone come un organismo dinamico e progettuale, capace di organizzare in modo sensato – cioè funzionale al presente e al futuro – quel che la generatività sociale delle periferie è in grado di inventare e attuare, proporre e condividere. Sul piano metodologico, può contribuire a sviluppare l’intelligenza della città e nella città, offrendo una più chiara e ampia cornice concettuale entro la quale rendere intelligibili, fruibili e condivisibili i cambiamenti in atto.
La Fondazione Giovanni Paolo II, che dal primo momento della sua storia opera con il fine di suscitare inclusione sociale, auspica attraverso questo percorso formativo di poter mettere prossimamente al servizio della città di Bari un’ulteriore occasione in cui sperimentare la passione per la vita delle periferie, coniugandola con la capacità di restituire e consolidare la speranza a quanti faticosamente cercano di inaugurare e praticare nuovi stili di convivenza sociale.