La terza pista di Malpensa a chi giova?

Sea, la società che gestisce gli aeroporti milanesi, ha progettato la costruzione di una terza pista per lo scalo di Malpensa. Si tratta di un progetto che rischia di cancellare per sempre un pezzo di prezioso territorio lombardo, una brughiera di 300 ettari che costituisce una rete ecologica nevralgica e importante per il Parco del Ticino.

Il comitato "Viva Via Gaggio" ha incassato anche l'appoggio dell'Unesco, che ha dichiarato l'area "riserva della biosfera" (MAB)

C’è però chi si sta opponendo con tutte le proprie forze a questo piano. Sono gli abitanti del comune di Lonate Pozzolo, cittadina della provincia di Varese di 12.000 abitanti, i quali hanno costituito un comitato, “Viva via Gaggio”, e dato vita a una serie di iniziative di sensibilizzazione alla questione e per cercare di fermare il progetto. Un primo risultato l’hanno anche ottenuto, perché quella zona è classificata come MAB dall’Unesco e la Commissione Nazionale italiana dell’ente mondiale si è schierata al fianco dei cittadini, promettendo un proprio intervento presso il Ministero dell’Ambiente. Sarà infatti qui che si giocherà la prossima partita, perché Sea deve presentare il proprio progetto definitivo da sottoporre all’esame V.I.A. (Valutazione d’Impatto Ambientale, ndr).

Via Gaggio a Lonate Pozzolo (Varese) introduce in una brughiera di di 300 ettari, preziosissima per il Parco del Ticino

«Detto progetto – spiega Walter Girardi tecnico ambientale e uno dei portavoce del comitato – doveva arrivare al ministero nel maggio dell’anno scorso, ma a oggi non si sa ancora quando verrà presentato, anche se i vertici di Sea continuano ad assicurare che per il 2015 l’opera verrà realizzata».

Il 2015 è un anno emblematico per la Lombardia, perché a Milano si dovrebbe svolgere Expo, l’esposizione internazionale il cui tema centrale sarà il “nutrire il pianeta”. Il capoluogo meneghino è quindi tutto un fiorire di progetti e idee per realizzare una serie di opere le cui finalità tuttavia non sono poi così definite. Succede anche per la terza pista di Malpensa. L’aeroporto in questi anni ha infatti subito un ridimensionamento, specie sul fronte dei movimenti che nel periodo gennaio maggio 2010 sono calati dello 0,4%. Inoltre dal 2007 a oggi il numero dei passeggeri è calato di quasi 6milioni di utenti e l’aeroporto ha perso di fatto la propria vocazione, quella di Hub. Non si capisce quindi perché si dovrebbe realizzare una terza pista, quando l’aeroporto di Londra Heathrow sostiene una movimentazione superiore con due piste.

La vera partita la si gioca quindi sulla possibilità di estendere l’area aeroportuale realizzando poi un polo logistico, a servizio dello stesso scalo, che si vedrebbe favorito dal non pagare alcun tipo di onere di urbanizzazione e di ICI. L’impressione è quella di trovarsi di fronte all’ennesima furbata all’italiana: si devasta un territorio non per le finalità dichiarate, ma per altre occulte e che servono soltanto ad arricchire la speculazione. Per questo i cittadini del comitato “VivaviaGaggio” non hanno alcuna intenzione di mollare e proseguono con la loro lotta, una lotta che vede anche il comune di Lonate al loro fianco, mentre enti superiori come Provincia di Varese, del tutto silente, e Regione mantengono posizioni poco trasparenti. «Siamo andati a colloquio con l’assessore al Territorio della Regione Lombardia – spiega ancora Girardi – e ci siamo sentiti dire che noi cittadini avremmo dovuto lottare per ottenere qualcosa in cambio». Il sindaco di Milano, Letizia Moratti, primo azionista di Sea, invece non ha ritenuto opportuno sentire le ragioni di questi cittadini e, come Ponzio Pilato, (questa è la sensazione che circola) se ne lava le mani.

Salvare quel pezzo di terra significa anche preservare una parte d’Italia entrata a pieno titolo nella speciale classifica del FAI “I luoghi del cuore” e che appunto rientra in quelle otto località italiane che possono fregiarsi del titolo di MAB, riserve della biosfera, dell’Unesco.

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