Pane pugliese: la storia del pane di Altamura sotto i riflettori

La storia del pane pugliese si può raccontare con immagini e testimonianze della tradizione.

Un campo coltivato a grano

La storia del pane pugliese si può raccontare con immagini e testimonianze della tradizione. Un territorio dove poter trovare e raccogliere le esperienze della panificazione è certamente Altamura, città del pane a Denominazione d’Origine Protetta (DOP).

La storia del pane pugliese si mette in mostra nel primo museo ad Altamura

La storia del pane pugliese, quindi, non può che essere raccontata ad Altamura, dove il prossimo 17 maggio sarà inaugurato il primo Museo del Pane di Vito Forte. Si tratta di un importante presidio storico, realizzato in uno dei forni medioevali più antichi del ‘300, presenti nel centro murgiano, a pochi passi dalla Cattedrale di Santa Maria Assunta, dove nel 1956 ebbe inizio la storia del garzone, allora tredicenne, Vito Forte. La sua tenacia, il metodo ed il “sapere fare” e la decennale passione della Famiglia Forte hanno permesso la nascita dell’impresa di panificazione riconosciuta in tutto il mondo.

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Il percorso museale è un racconto di una parte importante della storia del pane di Altamura DOP fatta attraverso un archivio di reperti di utensileria, strumenti di lavoro, custoditi e conservati nel corso degli anni e varie tipologie di grani, farine e forme di pane. Tale percorso sensoriale e multimediale, realizzato con installazioni di exhibition design e suddiviso in nodi spaziali e tecnologici che corrispondono ai diversi ambienti del museo, si affianca a quello dell’evoluzione dell’azienda-madre. Le tecnologie usate sono videomapping, video documentari, video teaser, mini documentari e parallax. Così si rinverdisce la storia locale dalle leggende ai primi insediamenti peuceti, da Federico II alla Leonessa di Puglia per riscoprire il patrimonio agroalimentare, di cui il pane di Altamura è un’eccellenza.

Pane pugliese: il progetto di Confindustria

Tale prodotto trova il suo humus nel paesaggio carsico della Murgia pugliese, di cui il grano duro è un cardine. «Il percorso museale promuove storia, identità, valori ed attualità d’impresa e significa disporre di uno strumento di comunicazione. Si presenta così al pubblico l’anima della terra di Altamura, la storia di un prodotto tipico e le testimonianze degli uomini e donne che l’hanno custodito e valorizzato scrivendo una nuova pagina nel racconto di un’impresa che si fonde con la storia contemporanea della città», ha detto Lucia Forte, amministratrice dell’azienda. Il museo si colloca nel circuito del Museo d’impresa, promosso da Assolombarda e Confindustria. Secondo Domenico De Bartolomeo, presidente di Confindustria Bari e Bat, «queste sono le iniziative che Confindustria porterà avanti nella cornice virtuosa dell’Italia seconda manifattura d’Europa».

La storia del pane pugliese affonda le “radici” nei grani antichi

Un interno del museo del pane Vito Forte di Altamura

La storia del pane pugliese, quindi, affonda le sue radici nei grani antichi e leguminose più coltivati in Puglia. Il progetto di Piano di Sviluppo Rurale (PSR) denominato SaveGrainPuglia “Recupero, caratterizzazione, salvaguardia e valorizzazione di leguminose e cereali da granella e foraggio in Puglia” è riuscito a recuperare quelli coltivati agli inizi del ‘900. Le attività hanno coinvolto l’Istituto di Bioscienze e Biorisorse (IBBR/CNRdi Bari, il Centro per la ricerca in agricoltura e l’analisi per l’economia agraria  (CREA-CI) di Foggia e numerose aziende agricole. Le varietà di tali grani sono state recuperate attraverso una serie di tappe: analisi sociale, storica, bibliografica delle varietà coltivate a grano duro sul territorio pugliese attraverso fonti storiche presenti presso biblioteche provinciali, nazionali ed enti di ricerca e recupero dei grani antichi custoditi dagli agricoltori in situ o da banche dati di germoplasma ex situ. Inoltre, sono stati realizzati l’allevamento in campi-catalogo presso gli enti di ricerca e la conservazione secondo protocolli internazionali in Banche del Germoplasma (ex situ) per la salvaguardia e la caratterizzazione morfologica, agronomica, genetica, tecnologica-nutrizionale, nutraceutica e salutistica secondo le linee guida del gruppo di lavoro per la biodiversità in agricoltura nazionale. Infine, sono state svolte verifica dello stato fitosanitario, selezione e registrazione come autoctone, disegno ed implementazione di una piattaforma bioinformatica per l’archiviazione dati e la realizzazione di schede di caratterizzazione per il loro riconoscimento.

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La storia del pane si racconta in Puglia

La storia del pane, insomma, è possibile raccontarla in Puglia, regione leader in Italia per la produzione di grano duro. La superficie investita a grano duro è la più estesa tra tutte le altre colture praticate e rappresenta un quarto dell’intera superficie agricola utilizzata regionale. Oltre il 60% della produzione regionale si concentra nelle province di Foggia e Bari, in particolare nelle zone agrarie del Tavoliere di Foggia, la pianura della Capitanata meridionale e nella fossa premurgiana della provincia di Bari. Un vero e proprio “quadrilatero murgiano” del pane si trova tra Altamura, Santeramo, Laterza e Matera. Secondo il Sistema d’Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica (SINAB), la Puglia è una delle tre regioni più bio d’Italia.

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