La sostenibilità è glamour e “veste” sempre meglio. Per voler bene all’ambiente e a se stessi

Variety of colorful shirts hanging on the wooden hangers, close up

Capi realizzati con materiali ecocostenibili, sicuri e riutilizzabili. La strada del fashion incontra sempre di più quella della sostenibilità. La moda usa e getta non funziona più. Questo deve essere il faro, la guida, una vera e propria certezza da cui ripartire. Come? Innanzitutto rendendo più consapevoli aziende e consumatori. Questo è il primo passo verso la piena realizzazione di un modello sostenibile. Per questo abbiamo pensato di unire alcuni importanti appuntamenti glamour con dei consigli pratici.

In passerella abiti da sposa e amore per l’ambiente 

Tessuti raffinatissimi, veli ricamati a mano e infinite sfumature di bianco. Se siete alla ricerca dell’abito da sposa che fa per voi o se volete semplicemente “dare un’occhiata” alle ultime tendenze, domenica 29 maggio a Merine, in provincia di Lecce, all’interno di Villa Diana, avrà luogo un evento esclusivo per celebrare la sposa, il made in Italy e la sostenibilità ambientale. Si chiama Destiny Couture: circa trenta abiti da sposa e da cerimonia della nuova collezione 2023 interamente realizzati all’interno del laboratorio sartoriale Destiny Couture dagli stilisti Gabriele Greco e Rita De Rinaldis. Madrina d’eccezione, la modella ed ex concorrente di Miss Mondo e Miss Universo Italia, Giada Pezzaioli.

Evento aperto al pubblico e gratuito. Possibile contattare gli organizzatori tramite Instagram

Abiti e location da sogno. Anche la cornice che ospiterà l’evento vuole essere “green”, inclusa la passerella, realizzata con materiale riflettente montata nel cuore del verde così da dare la sensazione di essere in un bosco “a ridosso di uno specchio d’acqua”, fanno sapere gli organizzatori.

Assolutamente eco-friendly sarà anche il “presente” con cui verranno omaggiati tutti i partecipanti contenuto all’interno di una shopper, a sua volta realizzata con materiali a basso impatto ambientale.

L’evento è gratuito e aperto a tutti. Spose, appassionati e curiosi possono prenotare il proprio posto con un messaggio in direct alla pagina Instagram @Destiny_hautecouture oppure tramite un messaggio whatsapp al numero 3911402350. 

“Numeri primi” a Firenze, aziende ed esperti a confronto

Dalla Puglia alla Toscana. Diffondere la cultura della sostenibilità, favorire il confronto fra stakeholder e ispirare l’industria del fashion & luxury attraverso la condivisione di buone pratiche e progetti. Sono i tre obiettivi dell’evento di 4sustainability, giunto alla sua nona edizione. Si tratta di un sistema e marchio che misura l’impatto ambientale e sociale delle filiere del fashion & luxury, nato da un’idea di Francesca Rulli (in foto), Ceo della società di servizi Process Factory.

Quest’anno il titolo scelto per l’evento è “Numeri primi. Il Rinascimento sostenibile della filiera moda”. L’appuntamento è giovedì 9 giugno a Firenze all’interno di Villa Viviani.

“Numeri primi” è una metafora per parlare delle aziende che per prime, appunto, hanno visto nella sostenibilità un fattore chiave di competizione e l’hanno fatto proprio, impegnandosi poi a costruire con 4sustainability un modello di business capace di integrare i bisogni del presente con un occhio di riguardo per il futuro.

Un tema di grande attualità, dunque, considerando anche le normative della Commissione europea, che all’interno del pacchetto sull’economia circolare (presentato a marzo 2022), ha previsto un capitolo ad hoc per il settore tessile.

Tre saranno i tavoli di lavoro il 9 giugno a Firenze, a partire dalla riflessione su business e circolarità, fino a quella sull’impatto che i prodotti chimici hanno su persone e ambiente.

La consapevolezza è il filo conduttore alla base del lavoro di 4sustainability e della sua ideatrice, Francesca Rulli, che nei mesi scorsi ha voluto mettere nero su bianco la propria esperienza. E dopo aver accompagnato oltre 160 tra realtà nazionali e internazionali, a gennaio 2022 è nato “Fashionisti consapevoli – Vademecum della moda sostenibile” (Flaccovio editore). Il libro si rivolge al grande pubblico con l’obiettivo, capitolo dopo capitolo, di aiutare gli utenti ad orientarsi nei temi che riguardano la moda sostenibile. Una sorta di vademecum. Francesca Rulli infatti accompagna il lettore alla scoperta del sistema moda, presentando le potenziali aree critiche – dalle condizioni di lavoro all’uso di sostanze chimiche – accompagnandolo tra vantaggi e criticità dei materiali più diffusi (lana, cotone, poliestere, pelle e altri).

Perché conoscere ciò che si indossa, può essere utile a valutare meglio il prezzo dei capi e il loro ciclo di vita.

Vestire sostenibile: la nuova frontiera dell’abbigliamento sportivo

La strada verso la sostenibilità è nuova per tutti. Unire le competenze quindi è sempre un’ottima scelta. È quello che è accaduto a due aziende made in Italy che si sono confrontate e hanno messo insieme visioni e idee per produrre un abbigliamento tecnico sportivo dall’animo totalmente “green”. Parliamo di Macron, brand leader internazionale nel settore dello sportswear, e di RadiciGroup, realtà italiana nata a Bergamo leader mondiale nella produzione di una vasta gamma di intermedi chimici, polimeri, tecnopolimeri ad alte prestazioni e soluzioni tessili avanzate.

Frutto della collaborazione è in particolare un tipo di calze sportive realizzate con Renycle®, un filato prodotto dall’azienda bergamasca a partire dal riciclo del nylon 6. Questa nuova gamma di filati consente di ridurre le emissioni di CO2 di quasi il 90% e di risparmiare oltre l’87% di energia e il 90% di acqua.

L’azienda bolognese ha avviato anche il progetto “Macron 4 the Planet” nel quale, oltre alla realizzazione di una nuova sede completamente eco-sostenibile, rientrano anche la produzione di maglie da gioco in poliestere 100% riciclato da PET e l’utilizzo di pack 100% riciclato e certificato. 

A proposito di tessuti tecnici, lo scorso anno alcuni ricercatori del Politecnico di Torino e del Massachusetts Institute of Technology (MIT) hanno condotto uno studio su come l’utilizzo di nuovi materiali, i processi di fabbricazione e la modellazione computazionale delle microfibre possano rendere i tessuti tecnici più performanti. Il risultato della collaborazione tra i due prestigiosi istituti è stata una pubblicazione sulla rivista Nature Sustainability.

Nello specifico, la produzione di tessuti colorati è un processo molto inquinante. Sono richiesti oltre 98mila miliardi di litri d’acqua ogni anno con scarti fluidi ad alta concentrazione di inquinanti Di conseguenza servono anche molti soldi per smaltirli in sicurezza. A questo proposito i ricercatori hanno osservato che, grazie ai processi di fabbricazione e alla modellazione computazionale chimico-fisica delle microfibre, si possono rendere i tessuti tecnici più performanti e più sostenibili di quelli naturali.

Per la serie “da soli si corre più veloce, ma insieme si va più lontano”.

Articoli correlati