La Puglia e il 5G

Pubblicato il rapporto dell’Arpa Puglia. La nota dell’assessore Borraccino e i riferimenti all’Istituto Superiore di Sanità

L’assessore regionale allo Sviluppo Economico Cosimo Borraccino (Foto: Regione Puglia)

“Pubblicato nei giorni scorsi il rapporto sulla tecnologia 5G da parte dell’Arpa Puglia – spiega l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Mino Borraccino – L’Italia si sta preparando a quella che viene definita la “rivoluzione del 5G”, la tecnologia di nuova generazione per la comunicazione mobile.

La “quinta generazione”, che segue le precedenti 2G, 3G e 4G, è la tecnologia di connessione che utilizzeremo con i nostri smartphone ma anche e soprattutto con i tanti dispositivi wireless, come ad esempio elettrodomestici, auto, semafori, lampioni, orologi, sistemi di sicurezza, apparecchiature mediche che comunicheranno tra loro (IoT, Internet of things) grazie a questi processi innovativi.

Una delle caratteristiche principali di questa rete è, infatti, proprio quella di permettere molte più connessioni in contemporanea, con una più alta velocità e tempi di risposta molto più rapidi.

Tale tecnologia consentirà prestazioni superiori soprattutto in termini di latenza, cioè di tempi di risposta al comando dato all’oggetto connesso, che sarà molto più veloce e personalizzato. Questo tempo di risposta scenderà a 1-10 millisecondi, circa 10 volte meno degli attuali 50-100 millisecondi del 4G e questo rappresenta uno degli aspetti considerati più importanti per i nuovi servizi digitali che si pensa di sviluppare.

Il fatto che gran parte del lavoro, nelle reti 5G, sia fatto dal sistema di antenne e non dall’hardware dello smartphone, potrebbe anche comportare un notevole risparmio energetico, con una maggiore durata delle batterie dei device.

La tecnologia vede l’utilizzo di fasci di onde elettromagnetiche direzionali che raggiungono direttamente i dispositivi connessi a differenza della tecnologia 4G che genera un cono ampio di campo elettromagnetico.

La possibilità di rischi per la salute a lungo termine continua ad essere oggetto di numerosissimi studi scientifici. Come si legge in un documento divulgativo dell’ISS, gli studi esaminati non supportano l’ipotesi di cancerogenicità dei campi elettromagnetici. Tuttavia, a questa tecnologia sarà affiancato un attento monitoraggio dei livelli di esposizione (già attivo per le attuali tecnologie di telefonia mobile) e che proseguiranno le ricerche sui possibili effetti a lungo termine.

Oggi il 5G ha già dei protocolli per le installazioni che si basano su accertamenti strumentali e controlli preventivi della misurazione dei campi elettrici e l’iter deve rispettare i parametri previsti dal 4G.

Arpa Puglia sulla base della normativa nazionale (D.Lgs. 259/03 smi), di quella regionale (L.R. n. 5/03 smi e R.R. n. 14/06) e delle L.G. emanate di recente dal Sistema Nazionale per la Prevenzione dell’Ambiente (SNPA) in sede di valutazioni preventive delle caratteristiche tecniche specifiche e innovative del 5G, rilascia parere preventivo che accerta i livelli di campo elettromagnetico dovuti sia alle emissioni del nuovo impianto che a quelle di tutti gli altri impianti già presenti in quella zona.

La normativa italiana, fra le più restrittive in Europa, fissa limiti/valori di attenzione per i livelli di campo elettromagnetico nella gamma di frequenza tra 100kHz – 300GHz, anche qui, indipendentemente dalla tecnologia di rete utilizzata, e le tre bande di frequenza utilizzate dal 5G (700 MHz, 3.7 GHz e 26 GHz) ricadono all’interno del suddetto intervallo.

In base alle attuali conoscenze quindi la tecnologia trasmissiva, non cambia, sia essa 2G, 3G, 4G, 5G, Radio e TV, e non comporterebbe diversi impatti sulla salute della popolazione esposta”.

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