
La lotta contro i cambiamenti climatici si tinge di rosa. Perché la speranza per l’ambiente e per le nuove generazioni è tutta incentrata sulle donne.
È la convinzione della World Organization for International Relations che ha inserito tra le potenziali candidate a ricevere la Medaglia WOIR al Servizio della Pace anche le 5 giovani attiviste più impegnate del 2019.
La World Organization for International Relations, fondata nel 1978 per iniziativa di Emilia Lordi-Jantus, già funzionaria dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) e del Programma Alimentare Mondiale (WFP), ha elaborato – parallelamente al ranking delle stelle più “solari” di Hollywood – una graduatoria delle 5 giovani più impegnate a difendere l’ambiente anche sui social.
Lotta ai cambiamenti climatici:
La Top five
Al primo posto nel ranking delle attiviste della World Organization for International Relations si posiziona Manuela Barón, per metà statunitense e per metà colombiana, che si è particolarmente impegnata a promuovere – su Instagram e YouTube – una vita a minimo impatto ambientale e un’etica zero-rifiuti. “Prima di comprare nuovi oggetti sostenibili, usa tutto ciò che hai già – che sia o non sia bio- perché rivedere le nostre abitudini di acquisto significa ridurre i rifiuti: la cosa più sostenibile che puoi fare con gli oggetti non ecologici che hai in casa è usarli“.

Al secondo posto la ventiduenne londinese Elizabeth Farrell, che ha sviluppato una «coscienza ambientalista» a partire da un progetto scolastico sui ghiacciai, pubblicando foto dei suoi look ambientati in panorami artici.
Ha inoltre collaborato alla campagna Save The Arctic di Vivienne Westwood e da allora è stata consacrata erede della stilista britannica eco-punk che fin dal 1971 – anno in cui aprì il suo primo negozio al 430 di King’s Road – è in prima linea per ridurre le emissioni di anidride carbonica, primissima a denunciare il problema del riscaldamento globale e dei catastrofici problemi ambientali che ne sarebbero derivati.
Sul podio, terza, non poteva mancare la svedese Greta Thunberg, oggi sedicenne, diventata proprio il simbolo dell’odierna battaglia ambientale.
Il ruolo delle giovani donne
«In tutto il mondo – sottolinea Alejandro Gastón Jantus Lordi de Sobremonte, presidente e segretario generale della World Organization for International Relations – il movimento che vuole fermare il cambiamento climatico a salvaguardia del nostro pianeta è guidato da teenager e giovani ragazze che a volte non hanno neanche l’età per votare ma sentono di poter fare la differenza nelle scelte che possono influenzare pesantemente il loro destino. Abbiamo bisogno di più donne impegnate a sostenere la visione di un futuro diverso, un futuro sostenibile, l’unico che dovremmo saper immaginare».

Leggi anche. Greta Thunberg: racconto di un viaggio italiano di Fridays For Future Roma
Quarta, la ventottenne Imogen Lucas, di Londra, fondatrice del Low Impact Movement, volto a ridurre al minimo i rifiuti. Si batte per uno stile di vita minimalista, etico, vegano e soprattutto a basso spreco.
Il futuro del pianeta si tinge di rosa
«In natura – ribadisce Giorgio Mottironi, Special Assistant to the Secretary-General for Environmental and Scientific Affairs – le società più resilienti ai cambiamenti, quelle più organizzate ed efficaci, quelle più cooperanti e cooperative, sono proprio quelle matriarcali, come accade per le api, le vespe, le formiche, gli elefanti e le orche: insieme si organizzano per affrontare le difficoltà e nell’esemplare femmina identificano il fulcro, la guida e la speranza per le generazioni successive».

In quinta posizione nella speciale classifica, ancora un’altra inglese, Tolmeia Gregory.
Ha appena 19 anni e che da quando ne aveva 11 gestisce il blog sulla moda etica Tolly Dolly Posh. Si autodefinisce “attivista di moda etica e sostenibile con lo scopo di promuovere una maggiore consapevolezza di ciò che si sceglie di indossare”.
Ed è, assieme alle sue “colleghe” uno degli esempi di come si possa scegliere di essere green in tutti i momenti della quotidianità.
E di come ogni scelta, anche scegliere un vestito, possa rappresentare una decisione importante e a tutela dell’ambiente. Giovani, donne, green e social. La questione climate change passa anche da loro.