La Francia cambia il premier: Macron sceglie Castex

Un cambio dovuto forse alla svolta ecologista del presidente, che si è affidato all’uomo che ha traghettato i francesi fuori dal lockdown per chiudere positivamente un discusso mandato elettorale

Emmanuel Macron ((Credits: Official LeWeb Photos)
(Credits: Official LeWeb Photos)

Colpo di scena a Parigi, dopo le elezioni locali del 28 giugno che hanno segnalato una volontà di cambiamento dei Francesi, in un momento particolarmente delicato. Il presidente Macron ha appena nominato un nuovo primo ministro, un uomo di centro-destra moderata, piuttosto sconosciuto ai francesi perché era l’uomo « della fase due del Covid »,  quella del « deconfinamento », cioè del ritorno alla quasi normalità dopo un paio di mesi di totale arresto dell’economia e dei contatti umani. I primi commenti « a caldo » degli osservatori sono relativamente positivi, ma si attende con impazienza il programma del nuovo governo.

Le elezioni comunali francesi, che spesso si svolgono verso la metà del mandato quinquennale del presidente, tradizionalmente sono “un esame di maturità” per il presidente. In altre parole, sono un voto di gradimento delle sue scelte ed une verifica delle promesse tenute e quelle non realizzate, ma anche un voto per apprezzare l’azione del mondo politico locale che deve affrontare e risolvere i problemi della sua regione si tratta quindi, anche, di un giudizio sulla capacità degli amministratori “locali” di gestire la “res publica”. E’  un solo voto con due componenti: una veramente locale che spesso ha un ruolo determinante e l’altra nazionale di gradimento del presidente.

Nel corso degli ultimi venti anni, i vari presidenti con i loro governi hanno sovente ottenuto un voto di insufficienza…anche se gli elettori hanno privilegiato il giudizio sul mondo amministrativo-politico che ha gestito la realtà della loro città. Spesso, dopo le elezioni comunali, il presidente ha cambiato o rimpastato il suo governo mostrando una particolare attenzione alle scelte ed ai nuovi orientamenti degli elettori.

Le elezioni comunali francesi sono la prima importante verifica politica in Europa dopo-Covid. Le varie inchieste ed i sondaggi attendevano uno scossone, ma non un terremoto così importante. In sintesi, le elezioni hanno inviato une serie di messaggi molto precisi:

  • Grande successo dei verdi e del mondo politico che privilegia le scelte ecologiche
  • Qualche recupero del Partito Socialista
  • Grave sconfitta dei movimenti di centro-destra (ex Sarkozy)
  • Gravissima sconfitta dei partiti di estrema sinistra
  • Indebolimento del partito del presidente Macron
  • Vittoria locale del partito di estrema destra (Le Pen)
  • Vittorie e sconfitte personali di uomini politici locali che sono stati “premiati” per la loro gestione (per esempio la Signora Hidalgo, sindaca di Parigi, che ha fatto delle scelte molto ecologiche non da tutti aprezzate) o “puniti” per le loro scelte troppo personali (sconfitta del sindaco di Lione che, per proteggere il suo fauteuil, cioè il suo scranno politico, ha fatto delle alleanze con gli ex-avversari)

Il sistema politico francese molto diverso da quello italiano

La « Quinta Repubblica » francese si basa su un sistema presidenziale. Il presidente è eletto dal popolo che vota anche i deputati, mentre i senatori sono eletti dai « grandi elettori » (deputati, sindaci delle grandi città con più di 150.000 abitanti, consiglieri regionali, consiglieri provinciali). La Camera dei Deputati ha un peso molto più importante del Senato che, di fatto  è un organo quasi consultivo, anche se ha il potere di proporre delle leggi. Tutte le leggi devono essere approvate dalle due Camere, ma se il Senato rifiuta una legge e questa è approvata in seconda lettura dai Deputati, entra in vigore, a condizione di essere controfirmata dal presidente. Il presidente nomina il primo ministro che in pratica è il suo braccio operativo. Si dice in Francia che il primo ministro è un « fusibile » del presidente: quando il popolo non è soddisfatto dalla gestione del governo, largamente orientata ed inspirata dal presidente, il presidente cambia il suo primo ministro che, di fatto, lo protegge. Le elezioni locali sono quindi un buon barometro del gradimento dell’azione del presidente e alla fine del mese di giugno il popolo francese ha espresso un giudizio neutro-negativo sull’azione di Macron, mentre gli elettori della città di Le Havre (sulla Manica) hanno votato in larga misura per il primo ministro che diventerà il loro sindaco. Ma i primo ministro è stato plebiscitato anche da tutti francesi che nell’ultimo sondaggio (uscito il 3 luglio) hanno approvato l’azione del primo ministro Edouard Philippe) con un 40%, mentre hanno espresso un giudizio positivo per Macron solamene al 33%. Chiaramente il tandem Macron-Philippe è uscito dalle elezioni con un nuovo equilibrio, molto più favorevole al primo ministro, uomo di centro-destra moderato. Ed il primo ministro, rafforzato dal voto nella sua città, ha fatto una scelta molto chiara. Ha rinunciato a pesare sugli orientamenti di Macron (a due anni dalla fine del suo mandato) in un momento difficile per la Francia. Philippe non ha voluto gestire i numerosi problemi che sono all’orizzonte per i prossimi due anni e forse medita alla sua candidatura per diventare presidente. Per lui è molto meglio abbandonare il suo posto all’apice piuttosto che rischiare di dover affrontare numerosi problemi scabrosi prima delle elezioni presidenziali previse per il maggio del 2022.

Nubi scure nel cielo di Parigi

Ed i problemi per la Francia sono moto importanti. Il paese ha una economia che registrerà una recessione del PIL del 10-12M% per quest’anno, con un indebitamento che dovrebbe passare dal 100% del PIL al 118% e una disoccupazione che rischia di esplodere. Proprio in questi giorni Airbus, Air France, Renault hanno annunciato dei piani di ristrutturazione che rappresentano un taglio diretto di almeno 50.000 persone con un effetto sull’indotto stimato ad un minimo di centomila persone. Inoltre numerose piccole e medie imprese e soprattutto ristoranti, piccoli commercianti e varie imprese locali prevedono dei tagli massicci del personale a partire dal mese di settembre. Anche il mondo finanziario-bancario ha segnalato delle difficoltà che saranno in parte risolte con dei tagli netti del numero degli occupati. Quindi l’autunno sarà molto caldo. Ed il nuovo primo ministro dovrà affrontare un malcontento di cui non è la causa, ma diventerà il parafulmine del presidente. Bisogna ricordare che la gestione della crisi del Covid non è stata molto brillante e le audizioni pubbliche di vari responsabili davanti alle commissioni parlamentari di questi giorni mostrano delle falle, delle insufficienze e, soprattutto, una incompetenza totale di alcuni alti responsabili (politici e dell’amministrazione pubblica). A Parigi circolano tristemente delle barzellette sulle mascherine che, inizialmente, erano assolutamente « inutili » (perché la Francia non disponeva di uno stock strategico smantellato) ma, in seguito, sono diventate obbligatorie ed essenziali….

Grattacapi per il nuovo primo ministro

Di erio tac France – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=15990349

Il nuovo primo ministro, Jean Castex (52 anni) alto funzionario dell’apparato statale francese (è un Enarca, cioè un uomo che ha seguito gli studi dell’ENA, l’importante Scuola d’Amministrazione che prepara tutti gli alti funzionari dello stato) è ben rodato ad affrontare le difficoltà di governare. Era uno dei segretari dell’Eliseo (la sede del presidente) durante la presidenza di Sarkozy. Questa funzione è particolarmente delicata, sensibile e difficile perché questi uomini sono gli alti funzionari del mondo grigio che assistono nell’ombra il presidente: sono i suoi occhi e le sue orecchie e devono agire con molto tatto per informarlo e  consigliarlo…nel silenzio e dietro le quinte. A Parigi ormai l’attenzione è concentrata sulla composizione del nuovo gabinetto che sarà comunicata la prossima settimana. Sarà scrutata con molta attenzione perché dovrà indicare ai francesi quale è il nuovo orientamento del presidente Macron nel corso dei prossimi due anni… Bonne chance Monsieur Castex!

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