La disciplina degli alimenti invenduti

Cibi scaduti

Ma cos’è un Position Paper? Per Position Paper deve intendersi un documento di sintesi in cui si chiarisce una posizione specifica in merito ad un determinato argomento, molto usato nel mondo accademico o in politica, specialmente per questioni di natura giuridica

E Andrea Segrè, presidente di Last Minute Market, società spin-off dell’Università di Bologna che si occupa proprio del recupero dei beni invenduti o non commercializzabili da donare ad enti caritatevoli, ha fornito un grosso contributo all’elaborazione di un importante Position Paper in materia di donazione degli alimenti invenduti.

Si tratta di un documento nato dallo scrupoloso lavoro della Segreteria Tecnico Scientifica della Consulta PINPAS (Piano Nazionale di Prevenzione degli Sprechi Alimentari del ministero dell’Ambiente), formata anche dagli stakeholder della filiera agro-alimentare italiana, presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell’Università Alma Mater Studiorum di Bologna, il cui obbiettivo primario è quello di recuperare i prodotti alimentari invenduti lungo la filiera a fini di solidarietà sociale, evitando che essi diventino rifiuti.

Ciò, attraverso lo snellimento e l’armonizzazione della normativa di riferimento in ambito fiscale, igienico-sanitario, procedurale e nel regime delle donazioni degli alimenti stessi e delle eccedenze di pasto cotto nella ristorazione. Tale progetto di recupero, pertanto, è stato inserito tra le misure previste dal Programma Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti (PNPR) del ministero dell’Ambiente, poiché ritenuto efficace per ridurre i rifiuti biodegradabili.

Infatti, nella relazione del MATTM alle Camere per aggiornare il PNPR, il ministero si impegna, ex art. 180, comma 1-bis del Dlgs 152/06 (T.U.A.), a evidenziare periodicamente le criticità di natura legislativa in materia e a predisporre un piano di prevenzione dei rifiuti, integrato nei piani regionali (regime di gestione integrata ), che preveda anche il recupero dei suddetti cibi.

Data di scadenza del prodotto

Tra le maggiori criticità evidenziate nel Position Paper, spiccano quelle relative a una settorialità di fondo del regime delle donazioni, incentrato, per lo più, su donazioni ingenti, una tantum e a beneficio di pochi, trascurando, invece, tutta una rete capillare di donazioni, propria della grande distribuzione, che quotidianamente vengono fatte in favore di molti. Anche in materia di norme igienico-sanitarie non va meglio, per via delle difficoltà interpretative in tema di sicurezza degli alimenti, aggravate da problemi logistici e pratici, quali, ad esempio, la mancanza di garanzie che le ONLUS riescano a gestire correttamente i prodotti donati (si pensi a quelli che richiedono la catena del freddo). E ancora, criticità di natura fiscale, quale l’obbligo di comunicazione preventiva all’Agenzia delle Entrate delle cessioni per importi superiori a 5.164,57 euro, oppure la mancanza di incentivi e/o di sgravi per le produttrici che vogliano fare donazioni.

Tali problematiche giuridiche producono l’effetto finale di non favorire il recupero del cibo e una sua più equa redistribuzione, per cui il Position Paper fornisce delle proposte normative per superare questo “gap”: prevede la cessione di prodotti alimentari invenduti il cui termine minimo di conservazione – da consumarsi preferibilmente entro il -, sia superato da un tempo limitato di trenta giorni (in pratica legittima la cessione di prodotti “scaduti” ma considerati dalla legge ancora assolutamente edibili, perché non facilmente deperibili); indicazione del tempo utile di consumo in etichetta accanto al termine minimo di consumo; eliminazione dell’obbligo di comunicazione preventiva all’Agenzia delle Entrate per le cessioni pari ad 5.165 euro, modificando la disciplina dell’IVA; eliminazione dell’obbligo di annotazione mensile sui registri IVA della natura, qualità e quantità dei beni donati, poiché si tratterebbe di una inutile duplicazione di dati già presenti nel certificato di trasporto emesso dal cedente e nell’autocertificazione rilasciata dalla ONLUS (modifiche alla disciplina sulle imposte dirette) e, in fine, individuare nei Servizi Igiene delle ASL i soggetti garanti dell’effettiva donazione delle derrate, offrendo un supporto interpretativo delle norme in tema di sicurezza alimentare agli operatori di settore, nonché creare dei manuali di corretta prassi igienico-sanitaria per la donazione e il recupero del cibo.

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