
La Campagna SEE in Italia
Il consumo di energia è in costante aumento in Europa e il crescente utilizzo di combustibili fossili, oltre ad accrescere la dipendenza dell’UE dai Paesi produttori di petrolio (con tutte le implicazioni politiche ed economiche che questo comporta per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento), manifesta in maniera sempre più evidente ed irreversibile i suoi effetti deleteri sull’ambiente. Non ci sono dubbi ormai sull’urgenza di adottare politiche energetiche e stili di vita più sostenibili e rispettosi della natura, riducendo in particolare le emissioni dei gas ad effetto serra, principali responsabili del cambiamento climatico in atto.
Per questa ragione, nel novembre 2005 la Commissione Europea, nell’ambito del programma Energia Intelligente per l’Europa, ha varato la Campagna SEE (Sustainable Energy for Europe), con l’intento di promuovere nei vari Paesi membri dell’Unione una produzione ed un utilizzo più “intelligenti” dell’energia, in vista degli obiettivi fissati al 2020 in termini di riduzione delle emissioni di CO2, di risparmio energetico e di implementazione di fonti energetiche rinnovabili, senza dimenticare gli obiettivi più a breve termine inerenti l’attuazione del Protocollo di Kyoto.
Dopo la prima fase 2005-2008, la Campagna SEE è stata rilanciata dalla Commissione Europea per il triennio 2009-2011, con un maggiore impegno a sensibilizzare l’opinione pubblica e le parti sociali in materia di efficienza energetica, mobilità sostenibile, energie rinnovabili e combustibili alternativi. A partire dal 2006 è stata, inoltre, attivata una collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) che, su invito della Commissione europea, è divenuto uno dei soci della Campagna SEE e focal point del progetto a livello nazionale, facendosi a sua volta promotore della Campagna “Energia sostenibile per l’Italia 2006-2010”.
Obiettivi prioritari della Campagna SEE in Italia sono, dunque, i seguenti:
1. contribuire agli obiettivi di politica energetica dell’UE, migliorando la sicurezza degli approvvigionamenti energetici e combattendo i cambiamenti climatici;
2. attivare partnership concrete con tutti gli attori coinvolti (in Italia i partners della Campagna sono già oltre 130), in funzione dell’adozione di nuove strategie di lavoro, di ricerca, di comunicazione e di formazione per un futuro più sostenibile;
3. aumentare la consapevolezza dei decision-makers nei diversi settori (pubblico, privato, ONG, ecc.) e ai diversi livelli (locale, regionale, nazionale ed europeo);
4. evidenziare e diffondere le best-practices in tema di trasporti, risparmio energetico e produzione di energia “pulita” come parametri di riferimento per progetti sostenibili;
5. stimolare l’aumento degli investimenti privati nel settore delle nuove tecnologie e delle energie rinnovabili.
I sindaci hanno un patto
Le più recenti indagini in materia di consumi energetici rivelano che le città utilizzano in Europa più del 50% dell’energia prodotta, generando altissimi livelli di emissioni di CO2. Le amministrazioni cittadine devono, quindi, avere un ruolo di primo piano nella lotta ai cambiamenti climatici e nella promozione di una nuova cultura dell’energia sostenibile. È sulla base di queste considerazioni che, nell’ambito della Campagna SEE, è stato istituito il Patto dei Sindaci (the Covenant of Mayors), al fine di coinvolgere in maniera diretta i Comuni nel raggiungimento degli obiettivi fissati dall’UE al 2020 – il cosiddetto “pacchetto clima-energia: 20-20-20” (riduzione delle emissioni di CO2 del 20% rispetto al 1990, utilizzo di energia prodotta da fonti rinnovabili pari al 20% dei consumi finali e aumento dell’efficienza energetica del 20%, entro il 2020).

Come ha dichiarato ad Ambient&Ambienti Antonio Lumicisi, coordinatore della Campagna SEE in Italia e referente per il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare: «il Patto dei Sindaci rappresenta l’azione più forte attualmente in atto per coinvolgere i Governi locali nella lotta ai cambiamenti climatici e lo sforzo sarà non solo delle singole città, ma anche delle strutture di supporto (agenzie energetiche e ambientali, autorità pubbliche, associazioni di imprese e di professionisti, enti di ricerca, ONG impegnate nel campo dell’energia sostenibile, ecc.) che già oggi stanno dando un contributo notevole alla promozione della Campagna SEE in Italia. Se ai primi di maggio risultavano 1.600 le città europee aderenti al Patto dei Sindaci, oggi siamo già oltre le 1.800, di cui circa 500 quelle italiane (oltre il 25% del totale, n.d.r.), tanto che si può ragionevolmente affermare che l’obiettivo delle 1.000 città italiane aderenti formalmente al Patto (con approvazione di apposita delibera del Consiglio Comunale) entro la prossima Conferenza mondiale sul Clima (COP16 – dicembre 2010, n.d.r.) risulta un obiettivo certamente ambizioso, ma possibile».
Funzionale al perseguimento degli obiettivi sopra citati è la redazione e la conseguente adozione da parte dei vari Consigli Comunali di un Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (PAES), documento programmatico per descrivere il percorso e le azioni che le singole città seguiranno da qui al 2020 per ridurre le proprie emissioni di gas ad effetto serra, nonché la predisposizione di tutta una serie di azioni di monitoraggio delle misure adottate, a partire dal censimento delle emissioni prodotte, e di interventi di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, volti ad incoraggiare la partecipazione diretta dei cittadini e a generare una consapevolezza diffusa delle strategie adottate a livello locale.
Prima città in Italia ad aver approvato il proprio PAES in Consiglio Comunale è Avigliana (TO), mentre altre città quali Torino, Udine, Verona e alcuni Comuni della provincia di Bergamo sono ormai in dirittura d’arrivo.
Un notevole impulso alla redazione dei PAES verrà dato, nel nostro Paese, da importanti iniziative finanziare quali il bando della Fondazione Cariplo, che ha messo a disposizione dei Comuni aderenti al Patto risorse per due milioni di Euro. Diverse Regioni e Province stanno, inoltre, mettendo in sinergia le proprie attività proprio al fine di convogliare risorse economiche, derivanti ad esempio dai Fondi Strutturali, verso azioni propedeutiche all’attuazione del Patto dei Sindaci. A livello europeo, è poi possibile accedere ad ulteriori risorse finanziarie attraverso il Fondo ELENA, gestito dalla Banca Europea degli Investimenti (BEI), e il bando comunitario Energia Intelligente per l’Europa (EIE), chiuso per quest’anno lo scorso 24 giugno e che ha fatto registrare una buona partecipazione da parte di soggetti italiani.
E il Mezzogiorno?
Lo scorso 16 settembre, nell’ambito della Fiera del Levante si è svolto a Bari il convegno Obiettivi energia 2020: quali protagonisti, in cui si è cercato di fare il punto della situazione sul livello di attuazione della Campagna SEE e del Patto dei Sindaci nel nostro Paese, con un focus privilegiato sul Mezzogiorno. E in effetti il convegno di Bari è stato un’occasione importante per illustrare le nuove politiche energetiche avviate nell’ambito della Campagna SEE e le opportunità finanziarie messe a disposizione dall’Unione Europea e dagli Stati membri, ma soprattutto per focalizzare l’attenzione sugli esempi di best practices realizzati nelle regioni del Mezzogiorno da enti pubblici e/o privati, verificandone potenziali collaborazioni interistituzionali ed operative.
Decisamente interessante, ad esempio, è l’esperienza in atto nel Comune di Comiso (RG): la creazione di una rete di Bed&Breakfast certificati e aderenti al marchio ECOLABEL, per la promozione e lo sviluppo del turismo sostenibile nelle aree protette siciliane. Come spiega Giancarlo Cugnata, Assessore all’Ambiente del comune siciliano, «bisogna puntare su progetti “sostanziosi” e non soltanto su interventi di facciata (passeggiate in bici, raccolta differenziata episodica) che lasciano il tempo che trovano».
In Calabria, invece, i due Comuni di Cerisano e Marano Principato (CS) hanno puntato sulla creazione di un parco eolico (20 + 11 torri) e sulla realizzazione nel territorio comunale di impianti fotovoltaici da 200 Kw cad., tramite la predisposizione di progetti-pilota che hanno visto la collaborazione di Enel Greenpower e la partecipazione diretta della cittadinanza.
Ancora diversa l’esperienza della Basilicata, le cui linee guida sono sintetizzate dal prof. Nicola Cardinale, ordinario in Fisica Tecnica Ambientale presso la Facoltà di Architettura dell’Università della Basilicata: «l’orientamento è di fare fotovoltaico, solare termico e minieolico, ma anche di progettare e realizzare edifici a impatto zero, a partire dagli edifici pubblici che da questo punto di vista dovranno dare l’esempio, uniformandosi ai parametri di sostenibilità ambientale stabiliti dallo standard di CasaClima».
In Puglia, infine, sono ben 37 i Comuni aderenti al Patto dei Sindaci (per la maggior parte localizzati nelle Province di Foggia e di Lecce). La Provincia di Foggia, in particolare, è la seconda in Italia per numero di Comuni aderenti al Patto, con progetti che riguardano in prevalenza la produzione di energie rinnovabili, dall’eolico (attualmente la sola Provincia di Foggia produce il 25% di eolico in Italia, eguagliando la performance dell’intera Sicilia) alle biomasse. «Ciononostante –nota Pasquale Pazienza, Assessore provinciale alle Attività Produttive e alle Politiche Energetiche – non è stato facile avviare il processo e siamo ancora in forte ritardo rispetto alle esperienze realizzate in altre regioni, ad esempio in Lombardia. Mancano, inoltre, dati precisi sull’effettivo impatto sul territorio della Campagna SEE e del Patto dei Sindaci».
Nontutti i sindaci, però, sono completamente convinti dell’efficacia del patto dei sindaci. Ad esempio Ettore Caroppo, primo cittadino di Minervino di Lecce (Comune dimostratosi particolarmente virtuoso per la produzione e l’utilizzo di energia geotermica), si è fatto portavoce delle richieste di molti suoi colleghi e sta tentando di convincere la regione Puglia a conferire ai Comuni aderenti al Patto forme di premialità e di incentivi per l’abbattimento delle emissioni di CO2.
Il Comune di Bari si è, invece, distinto come città virtuosa per le numerose iniziative messe in campo per favorire un utilizzo “pulito e sostenibile” dell’energia: dai Park&ride al Bike sharing agli interventi di bonifica realizzati nel sito di Torre Quetta e in quello della Fibronit.


Ma non sono solo i comuni a prendere parte al SEE attraverso il patto che lega tra loro le amministrazioni “virtuose”. Un ruolo importante è riservato all’associazionismo, come mostra l’iniziativa presentata dalla associazione IENET (Insieme Europa NETwork): si tratta del progetto “Lecomotiva: prendi l’ecotreno per fare la spesa bio”, che si prefigge di coniugare risparmio energetico, turismo sostenibile e consumo di cibi biologici, coinvolgendo in particolare i Comuni di Bari, Conversano, Ruvo di Puglia, Toritto, Gravina e Castellana Grotte, ricadenti nell’itinerario dei treni locali previsti dal progetto.
Sono tante, dunque, le iniziative realizzate e quelle in divenire, ma ciò non toglie che, come Mezzogiorno e come Paese, siamo ancora molto lontani dal realizzare «quel cambiamento profondissimo del sistema energetico, del sistema di produzione e di consumo, della mobilità, degli stili di vita, ecc.» indicato in sede comunitaria come la sola strada possibile «per diventare un continente in cui la qualità della vita e l’ambiente siano cifre riconoscibili, siano riconosciute come valori».