
Camp del Ferro, il centro sportivo spagnolo che coniuga passato e futuro, nell’ottica della sostenibilità
Camp del Ferro, il nuovo centro per lo sport nel quartiere della Sagrera, a Barcellona, è a emissioni quasi a zero, recupera la memoria dei luoghi e guarda al futuro per l’attenzione alla sostenibilità, alla capacità di integrarsi nel quartiere che lo ospita e per il volersi pensare anche come spazio aperto. Terminato da poco tempo, il complesso sportivo ospita tre campi di gioco su una superficie di poco più di 7000 metri quadrati. Vincitore della competizione voluta nel 2015 dal Barcelona d’Infraestructures Municipals, SA (BIMSA) – la società del Comune che si occupa di sviluppo urbano – è stato il team temporaneo formato dagli architetti Albert Salazar Junyent e Joan Carles Navarro (partner di AIA), Antoni Barceló e Bàrbara Balanzó (membri dello studio catalano Barceló-Balanzó arquitectes) e dell’architetto Gustau Gili Galfetti. Il team ha sviluppato un progetto per ridurre al minimo l’impatto volumetrico e per portare quasi a zero le emissioni e il consumo energetico.
All’ottenimento di questo importante risultato ha contribuito anche RENOLIT ALKORPLAN F nella versione terracotta, il cui sistema per fissaggio meccanico si conferma particolarmente adatto per i supporti in lamiera grecata di grandi stabilimenti industriali, magazzini, centri logistici o sportivi. Per ridurre l’impatto volumetrico i progettisti hanno sfruttato la possibilità di interrare parte della struttura, collocando ai piani inferiori ben due campi sportivi. Il terzo ha occupato il piano superiore, mentre la copertura del secondo campo è diventata anche piazzale di accesso sopraelevato rispetto alla quota stradale. Per quanto riguarda la struttura è stata utilizzata una combinazione di mattoni a vista in differenti reticolati e di molteplici cromie.
Il tetto, con impianti fotovoltaici, risponde alla stessa logica progettuale: sorretto da capriate metalliche a vista di 35 metri di luce e completato da una copertura a volte rovesciate, con dolci punte verso l’alto, si integra nel contesto e riprende l’andamento dei tetti dei magazzini limitrofi. Tutto lo stabile è però attento alla sostenibilità e alla riduzione dei consumi. L’efficienza energetica dell’edificio inizia infatti con l’approccio volumetrico del progetto. La scelta di interrarlo in parte, oltre che per questioni di impatto visivo, ha contribuito a migliorarne l’inerzia termica e ad aumentarne il guadagno in termini energetici. Allo stesso modo la protezione solare, la ventilazione incrociata, l’illuminazione naturale o l’uso di energie rinnovabili riducono la richiesta di energia per il suo funzionamento.