L’ambiente nel 2020 – ottobre: Parlamento Europeo: un passo avanti e uno indietro

A ottobre la maggioranza sceglie il clima. Il Parlamento europeo vota in plenaria per una riduzione del 60% delle emissioni di gas serra entro il 2030, prendendo una posizione molto più avanzata rispetto al taglio del 55% delle emissioni proposto dalla Commissione. Tuttavia, un obiettivo del 60% per il 2030 non è ancora in linea con ciò che ci chiede di fare la scienza per avere una possibilità di evitare i peggiori impatti provocati dal cambiamento climatico. Il WWF e altre organizzazioni della società civile hanno chiesto una riduzione delle emissioni di almeno il 65% entro il 2030, e un obiettivo separato per la rimozione del carbonio attraverso l’assorbimento da parte del suolo e delle foreste.

Gli eurodeputati dimostrano che per imboccare la strada del futuro occorrono coraggio e obiettivi sfidanti, dando un contributo a indirizzare il confronto. Un coraggio che va dimostrato anche dagli Stati, nella consapevolezza che oggi resistere alla transizione, invece di accelerarla, vuol dire perdere posizioni e occasioni economiche e sociali per il futuro. Per l’Italia questa è un’ occasione irripetibile: se riusciremo ad attuare uno sviluppo coerente, innovativo e soprattutto in linea con gli obiettivi climatici, entro il 2030 non avremo solo una forte riduzione delle emissioni di CO2, ma anche un aumento del 30% del PIL e, soprattutto, un aumento del benessere di tutti, perché l’economia decarbonizzata porta moltissimi co-benefici, come ha dimostrato anche il Report Ossigeno per la crescita

Purtroppo sempre ad ottobre, il Parlamento europeo, vota a favore di emendamenti che mettono a serio rischio la riforma delle politiche agricole europee, ostacolando di fatto il cambiamento che tutti stiamo aspettando in agricoltura. È infatti proprio l’agricoltura la principale responsabile della perdita di biodiversità in Europa e nel mondo e solo un’agricoltura più ecologica potrà fermare la distruzione degli ecosistemi e le pericolose conseguenze sulla nostra salute. Il WWF, insieme alla coalizione #Cambiamento Agricoltura, chiede a alla Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen di ritirare la proposta per la Politica Agricola Comune (PAC) post 2020 e non procedere con il negoziato, in quanto gli emendamenti approvati dal Parlamento e Consiglio minerebbero la svolta ecologica del settore. La riforma della PAC è il primo vero banco di prova del Green Deal proposto dalla Commissione Europea: se gli obiettivi delle Strategie Biodiversità 2030 e Farm to Fork non verranno inseriti con coerenza nella PAC, nel corso del Trilogo, sicuramente non potranno essere raggiunti e la transizione ecologica dell’agricoltura europea sarà un tragico fallimento. La richiesta delle Associazioni europee si unisce alla voce dei ragazzi di Fridays for Future che con l’hashtag #WithdrawtheCAP stanno chiedendo alla Commissione Europea un’agricoltura non avvelenata che protegga il loro futuro e contribuisca seriamente alla lotta ai cambiamenti climatici.

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