
Il WWF Italia intervista Jared Diamond (autore di “Armi, acciaio e malattie”), e lui non ha dubbi: “L’epidemia da Coronavirus non si sarebbe mai diffusa se 17 anni fa, dopo la SARS, i cinesi avessero chiuso i mercati di animali selvatici vivi”.
L’associazione del Panda risponde lanciando una petizione per chiedere all’OMS la chiusura dei wet market, i mercati dove il commercio insostenibile di animali selvatici mette a rischio la salute umana. Un traffico che avviene in condizioni igienico-sanitarie inesistenti e a stretto contatto con le persone che affollano ogni giorno quei luoghi. È proprio da questa promiscuità che i virus riescono a passare da specie a specie e dagli animali all’uomo con un “salto di specie” chiamato spillover. Pare sia stato proprio questo il meccanismo con cui dal mercato cinese di Wuhan, si sia generata l’epidemia da Covid-19. Purtroppo, né l’impatto sulla nostra salute, né le sofferenze e il triste destino che devono subire gli animali vittime di questo brutale traffico hanno convinto tutti i paesi asiatici a fermare la vendita di animali selvatici nei loro pericolosi mercati. Nonostante un sondaggio commissionato proprio dal WWF abbia dimostrato come il 90% dei cittadini di 5 paesi asiatici siano in realtà favorevoli alla chiusura di questo vero scempio.