È questo il principio di RCA: rimettere in circolazione gli oggetti che diversamente andrebbero a finire in discarica. Il luogo del “rifiuto” per eccellenza, il cassonetto, in questo caso diventa protagonista dell’iniziativa, punto di scambio tra oggetti che riacquistano utilità e occasione di incontro tra persone che si “riaffezionano” che si scambiano esperienze oltre che piccoli o grandi pezzi di vita. Il cassonetto RCA è dotato di ante scorrevoli trasparenti e di interni suddivisi in mensole dove posizionare gli oggetti “rifiutati con affetto” e cioè tutti quegli oggetti che ci hanno accompagnato per una parte di vita e che hanno terminato il loro percorso. Il cassonetto è posizionato per le strade o negli spazi pubblici come biblioteche, scuole, librerie, centri di aggregazione, sedi di associazioni, è un armadio pubblico a disposizione di tutti i cittadini. Si cerca di sfruttare l’idea di cassonetto come vetrina che mira a creare una relazione tra interno ed esterno, l’azione del “buttar via” si trasforma in un “lascia e prendi”. Il progetto incoraggia i cittadini alla pratica del riuso e del riutilizzo e allunga la vita dei prodotti diminuendo la quantità di rifiuto prodotto. È uno stimolo a superare il consumismo imperante, un gesto di lotta allo spreco, un richiamo al senso civico, un modo per aiutare a riflettere su stili di vita maggiormente consapevoli.
Il progetto è attivo dal 2008 e ha già riscosso successo nelle città di Bergamo, Gubbio, Ravenna, Rivignano, Rovereto, Mestre e Venezia. In affiancamento al cassonetto RCA in tali città è partita anche una campagna di sensibilizzazione e comunicazione, parte integrante dell’intero progetto necessaria per informare il cittadino sull’utilizzo del cassonetto e studiata appositamente per il luogo al quale è destinata. Attraverso la diffusione di materiale informativo, l’organizzazione di eventi e incontri pubblici e di laboratori ludico-didattici rivolti ai bambini delle scuole si intende sensibilizzare un pubblico sempre più vasto e favorire la creazione di una rete di collaborazioni con le realtà presenti sul territorio, fondamentali nella gestione del progetto. Molti comuni che vorrebbero sviluppare una progettualità attenta alle problematiche ambientali troverebbero in RCA una risposta concreta; rifiutare con affetto è una buona pratica, un’ abitudine necessaria in quelle comunità che intendono mettersi in gioco e creare un nuovo modello di società più ecologica e sostenibile.