
Tante giovani vittime innocenti al Tamburi per l’inquinamento, ma anche tanta speranza
L’inquinamento a Taranto è reale, lo puoi toccare. A pochi chilometri dalla città, è evidente, l’aria cambia. In prossimità del quartiere popolare Tamburi, vicino all’area industriale tra le più grandi d’Italia e d’Europa, si vedono gli effetti dell’inquinamento. Il quartiere è investito regolarmente dai miasmi e dagli agenti inquinanti delle acciaierie dell’ex ILVA, ora Arcelor Mittal. Da tempo i residenti ci convivono, è nell’aria, nelle case, sulla pelle, nell’anima. Non possono andar via, perché l’inquinamento ha svalutato terribilmente il valore degli immobili, ma non possono neanche viverci, perché l’inquinamento è penetrato prepotentemente dappertutto. Si vive in attesa che il Padreterno faccia finire presto le sofferenze, gravi e profonde, che stroncano la vita anche dei bambini, con malattie assurde per la loro tenera età, che non raggiungeranno l’età della ragione.
Ma in passato era tutto diverso. Il quartiere era già lì, prima dell’Italsider, prima dell’ILVA, prima dell’Arcelor Mittal. Era una zona verde, ricca di masserie, dove vivevano i pescatori e i miticoltori. Era un’area viva. Poi, “il progresso” ha cancellato tutto.
C’è tanta sofferenza al Tamburi, ma le voci inascoltate, le denunce, le grida di aiuto sono diventate un coro che cresce, amplificato dalla voglia di vita.
La fiamma della speranza vive nelle parole toccanti e turbanti di due tarantini, due genitori, due figli di una terra che vuole vivere ma che uno Stato, forse, non vuole preservare perché è offuscato da politiche economiche e industriali che oggi stanno uccidendo il mondo.
L’Associazione Genitori Tarantini
Massimo Castellana e Cinzia Zaninelli sono i referenti dell’Associazione Genitori Tarantini.
Cinzia: «…in ogni famiglia c’è un caso di tumore o di malattie legate all’apparato cardiocircolatorio o respiratorio. Tutti abbiamo problemi alla tiroide, nonostante viviamo vicino al mare. Nella mia famiglia, 3 donne, compresa mia madre… mio padre è morto giovanissimo a 48 anni, non lavorava all’ILVA, ed è morto di cancro. Il mio compagno ha un fratello morto a 52 anni e il papà morto di cancro a 43 anni. Ho 6 amiche che in 20 anni sono morte giovanissime di leucemia. Hanno lasciato i figli orfani. Qui ci sono anche tanti genitori che non hanno i figli. Si muore troppo presto. È la pura verità».
Massimo: «Nelle urine delle donne di Taranto c’è il naftalene. Nel sangue dei bambini nati al Tamburi c’è il piombo. Studi dell’Istituto Superiore della Sanità, per conto del Ministero della Sanità, hanno evidenziato che i bambini del quartiere, a causa del piombo, hanno un deficit cognitivo di 10 punti rispetto ai bambini che vivono lontani dal Tamburi. C’è una grandissima percentuale di infertilità sia femminile che maschile, ci sono alcuni reparti dell’ex ILVA nei quali tutti i dipendenti sono risultati sterili. Questa situazione, vista da lontano è difficile immaginarla. Stiamo parlando di dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dall’Istituto Superiore della Sanità, dallo Studio Quartiere commissionato dalla Regione Puglia, dallo Studio Sentieri commissionato dal Ministero della Salute. È necessario uno sviluppo ecocompatibile per Taranto e per tutta la sua provincia, facendo leva sulle peculiarità del territorio ed eliminando questa produzione altamente inquinante».
Genova, Trieste, Taranto
Massimo: «A Genova, la produzione a caldo è stata chiusa nel 2005 per sempre, perché i medici hanno detto che quella produzione non era compatibile con la vita e la salute di cittadini e lavoratori. È stato fatto un accordo di programma, nessuno ha perso il posto di lavoro. Quella produzione però è stata trasferita a Taranto, perché è considerata strategica per lo Stato».
Cinzia: «A Triste stanno discutendo sulla chiusura dell’area a caldo perché fa male alla salute, a Genova l’hanno chiusa, perché a noi no? Nessuno ha fino ad ora risposto a questa domanda. Il Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli è di Trieste. C’è una correlazione? Questa è una forma di razzismo ambientale inaccettabile. Ci stanno trattando come carne da macello. È una condizione inconcepibile. Siamo anche noi italiani».
I diritti fondamentali
Che tipo di risposte state avendo dalla politica e dai settori industriali ed economici?

Massimo: «Dalla politica non abbiamo avuto alcuna risposta. Nella Costituzione una sola volta troviamo l’aggettivo “fondamentale”: è inserito nell’articolo 32: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti…”».
Cinzia: «Ogni giorno, questo articolo viene vilipeso e calpestato a Taranto. Ogni giorno ci sono emissioni odorigene maleodoranti ed insopportabili. I dati dell’ARPA lo confermano. Nei giorni scorsi sono state registrate emissioni di acido solfidrico in una percentuale assolutamente superiore a quella consentita. Come è possibile che uno Stato non si renda conto? Di Maio ci ha detto “noi sorveglieremo che tutto vada a posto”; Renzi “abbiamo salvato i bambini di Taranto”. Dopo l’ultima fiaccolata sono morti altri quattro bambini: una si chiamava Benedetta, aveva un grande talento, studiava molto e non si è mai arresa, fino alla fine. Con loro sta morendo il nostro futuro. Chi può, abbandona la città per salvarsi».
Massimo: «Nel nostro cimitero ci sono tanti bambini sepolti. I marmi si sono tinti di rosso, perché i parchi minerali sono a ridosso del cimitero monumentale di Taranto. La polvere di minerale è caduta sulle tombe dei nostri morti, offendendoli ancora una volta, in maniera indelebile, perché quel rosso non viene più via. Loro non rispettano i nostri morti e non stanno rispettando i vivi».
Cinzia: «E la politica tace. La fabbrica, in funzione dal 1965, cade a pezzi. Gli incidenti sono frequenti. La copertura realizzata per frenare l’inquinamento è una vergogna».
Massimo: «Queste coperture sono ricoperte da polvere di minerale rossa. Costruite senza prime bonificare le falde che si riversano nel Mar Piccolo».
Vi aspettate l’intervento o la presenza di qualche politico durante la fiaccolata?
Cinzia: «La presenza dei politici ha creato molti fastidi ai partecipanti. Ovviamente non possiamo impedirne la partecipazione ma è un atto di responsabilità di tutte le parti. Non vogliamo che questo evento sia strumentalizzato. Alla fiaccolata di quest’anno vogliamo dare speranza. Ci sono i ragazzi che parteciperanno, non vogliamo provocazioni, e non vogliamo farli disaffezionare a questo territorio che è bellissimo».
Tante domande senza risposta
Come può uno Stato permettere tutto questo? Come può lasciar morire i propri figli? Perché in Italia i quartieri popolari devono essere necessariamente costruiti vicino ad aree estremamente inquinate? Quale colpa immonda possano avere i residenti? Perché Taranto sta morendo? Perché la politica e il settore economico e industriale non intervengono per salvare la città e i cittadini? Perché manca la volontà di dare un futuro agli italiani? Perché l’Italia è divisa?