
I gusci dei mitili trattengono grandi quantità di CO2 dall’acqua. Ciò rappresenta una importante risorsa contro l’inquinamento.
I mitili sono depuratori naturali, che possono contrastare il temuto inquinamento atmosferico. Questo si sapeva, ma che “mangiassero” l’anidride carbonica, questo nessuno lo avrebbe detto qualche anno fa.
Cozze, vongole ed ostriche purificano l’acqua, mentre i loro gusci sono formati dalla CO2 presente nell’acqua. Le loro “casette” sono fatte in carbonato di calcio, che è il risultato della trasformazione dell’anidride carbonica.
Un meccanismo naturale, dunque, talmente efficace, che, secondo i calcoli, riesce a trasformare 1 tonnellata di CO2 in 3 tonnellate di gusci. Con questi dati, il Protocollo di Kyoto ha dato un valore economico alla produzione di carbonio dei molluschi quantificandolo con Carbon Credit.
Lotta all’inquinamento con Carbon Credit
Si tratta di “crediti di carbonio”. È una forma di mercato, di borsa, che fornisce incentivi a chi riduce le emissioni di gas serra. Il sistema, però, non si regge su di una valuta ma le transazioni avvengono sulla base di CO2 prodotta in tonnellate. In pratica, viene stabilito da un’autorità sovranazionale un valore massimo di anidride carbonica prodotta. Chi si mantiene al di sotto di quel valore ottiene crediti, ha un ritorno economico e di immagine importanti, chi supera il livello prestabilito, deve compensare. Come? Acquistando crediti da chi è stato più virtuoso, per evitare sanzioni, in alcuni casi, pesantissime.
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Allevare mitili contro l’inquinamento atmosferico
Si sa che i mitili sono i depuratori naturali dell’acqua. Filtrano le sostanze presenti, purificando l’ambiente marino rendendolo adatto alla vita per le altre specie acquatiche. Attraverso il processo di “carbonatazione”, cozze, vongole ed ostriche raccolgono la CO2 presente in acqua e la usano per formare il guscio, trasformandola ed immagazzinandola in carbonato di calcio. È stato calcolato che una cozza adulta filtra annualmente 13mila litri di acqua marina trattenendo nel guscio CO2 e micro elementi. Se una semplice cozza può fare tutto ciò da sola, un allevamento può davvero rappresentare un importante “polmone blu”. Bonificare l’acqua secondo natura, quindi, si può fare. Non è un caso che le due zone d’Italia famose per gli allevamenti di mitili, Taranto ed il Delta del Po, abbiano l’acqua più pulita.
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Inquinamento: progetto sul Delta
Alla luce di quanto detto poc’anzi, Unindustria Rovigo (oggi Confindustria Venezia Rovigo, ndr) e Lega Pesca, in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia, con il network LifeGate e con l’ente di certificazione SAI Global, hanno realizzato un progetto per contabilizzare le emissioni di CO2 stoccate dai molluschi tra Veneto ed Emilia Romagna, in quanto nella zona del Polesine ci sono numerosi allevamenti di mitili, considerati tra i più importanti d’Italia per volumi venduti. I Carbon Credits così generati verranno proposti sul mercato per compensare le emissioni di CO2 generate dalle aziende locali. Attraverso il Life Cycle Assessment (LCA), si calcoleranno le emissioni è si procederà alla compensazione con i crediti di carbonio.
I mitili ci salveranno dall’inquinamento
Il risultato di tutto ciò è evidente. In questo modo si svilupperanno svariati benefici: innanzitutto, l’economia locale farà un grande balzo in avanti, ciò è evidente, sia tramite i Carbon Credit e sia con finanziamenti green; da un punto di vista ambientale, i risultati sulla qualità dell’aria e dell’acqua, decisamente evidenti, attireranno nelle zone turisti ed investitori da tutto il mondo per apprezzare ed imparare ad utilizzare le risorse naturali come i migliori strumenti per valorizzare e salvaguardare l’ambiente.
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