L’innovazione sociale per l’agricoltura etica: nuovo piano contro caporalato e sfruttamento

La raccolta del pomodoro a Casa Sankara

Una serie di interventi innovativi di welfare destinati a cittadini di origine straniera. E’ il senso delle attività di co-progettazione, rientranti nell’ambito dei progetti europei Su.Pr.Eme. Italia e P.I.U.Su.Pr.Eme, che nell’azienda Fortore di San Severo mirano a combattere il caporalato e lo sfruttamento

L’ultimo episodio, in ordine cronologico, è datato 20 ottobre. In quell’occasione sei braccianti agricoli migranti sono rimasti feriti in un incidente stradale sulla Troia-Foggia. Erano complessivamente undici e viaggiavano a bordo di un furgone che si è ribaltato sull’asfalto finendo poi fuori strada. È anche per evitare queste stragi – l’annus horribilis fu il 2018, quando in estate in dieci giorni si registrarono 16 morti in due terribili incidenti – che acquisisce valore il piano di co-progettazione e gestione di interventi innovativi di welfare destinati a cittadini di origine straniera, vittime o potenziali vittime di sfruttamento lavorativo in agricoltura nella provincia di Foggia.

L’obiettivo è l’inclusione culturale, sociale, occupazionale e abitativa, da realizzarsi nell’azienda agricola regionale Fortore di San Severo, in provincia di Foggia. Un’iniziativa che rientra nell’ambito dei progetti europei Su.Pr.Eme.Italia e P.I.U.Su.Pr.Eme.

I dettagli del progetto

Ma come si concretizzerà il progetto? Nell’azienda agricola Fortore verrà creato un polo sociale e si provvederà all’acquisto di mezzi e attrezzature, nonché di due pullman per facilitare la mobilità dei lavoratori, spezzando così le logiche di reclutamento del caporalato. Inoltre, si attiveranno tirocini, workshop e la profilazione per la formazione professionale, l’emersione e l’inserimento socio-lavorativo dei beneficiari. Infine, è previsto l’allestimento di una cucina ad hoc e l’assegnazione di borse di studio per addetti alla preparazione dei pasti.

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I partner

Tra i protagonisti del progetto c’è Casa Sankara – capofila dell’ats affidataria dell’Azienda Agricola Fortore – che già nei mesi scorsi, durante le web conference di coordinamento del progetto, era stata elogiata pubblicamente dagli Enti partner dell’iniziativa. Ha infatti rappresentato, sin dalla sua nascita, una sfida importante al caporalato offrendo chance di emancipazione e di autonomia a un ampio gruppo di migranti precedente dimoranti in un insediamento abusivo andato a fuoco.

Il progetto per combattere il caporalato

Una bella realtà che vede in Mbaye Ndiaye il proprio referente e che rappresenta un modello di integrazione, contraddistinta da coloro che hanno avuto il coraggio di lasciare i ghetti foggiani e rappresentano delle vere e proprie risorse del territorio, di cui andare orgogliosi. Solo pochi giorni fa, infatti, è stata anche presentata la nuova produzione 2021 di Riaccolto, il “pelato della dignità”, a sfruttamento zero, realizzato con pomodori coltivati a Casa Sankara regolarmente contrattualizzati e pagati

Imprenditoria etica

Il piano di co-progettazione rappresenta pertanto un percorso condiviso da parte di tanti soggetti, istituzionali e non, che parte dalla conoscenza del territorio e dalla messa in valore delle sue qualità.

E verranno così potenziate le strategie a favore dell’imprenditoria e dell’autosufficienza, anche attraverso un’equipe multidisciplinare che fornirà ascolto, orientamento e accompagnamento ai servizi del territorio.

Infine, contributi a fondo perduto consentiranno l’accesso alla sistemazione autonoma dei lavoratori privi di una casa (contributo all’affitto e/o doti individuali), con la creazione di un servizio dedicato agli ospiti dell’Azienda Fortore e a eventuali utilizzatori esterni.

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