
Lo scorso 16 marzo il Consiglio Comunale di Giovinazzo ha affrontato in una seduta monotematica la sempre più ingarbugliata questione dell’impianto di ossicombustione (ma che tutti chiamano inceneritore) che la NEWO intende realizzare nella zona industriale di Bari ai confini con il comune di Modugno. In quell’occasione il Comune di Giovinazzo ha invitato la Consulta per l’Ambiente del Comune di Bari ad esprimersi in merito a una questione ambientale così rilevante (leggi il testo dell’intervento preparato, a nome della Consulta, da Augusta Tota, coordinatrice del gruppo di lavoro sui rifiuti. In questa occasione sono stati consegnati ai consiglieri comunali di Giovinazzo, nonchè ai sindaci di Bitonto, Bitetto, Palo e Modugno, il documento stilato dalla Consulta all’Ambente del Comune di Bari del 9 febbraio 2018 e un analogo documento a firma dell’associazione Ecologisti democratici – Ecodem MTB).
Analogo invito con richiesta di svolgere un intervento è stato rivolto dal Comune di Modugno nella seduta monotematica del Consiglio Comunale dello scorso 17 febbraio. Tutto questo non è successo nella seduta monotematica con cui il Consiglio comunale di Bari ha affontato la “questione inceneritore”. E ciò malgrado la Consulpa dell’Ambienta sia un organismo emanazione dell’assessorato all’ambiente.
Come mai? Sulla questione interviene Elda Perlino, presidente della Consulta. Ecco le sue considerazioni.
C’è una legge sulla partecipazione
«In merito alla realizzazione dell’ impianto per il trattamento di ossicombustione di RSU proposto dalla NEWO, la Consulta per l’Ambiente del Comune di Bari, a valle delle osservazioni tecnico scientifiche già formulate in passato nei suoi documenti di osservazioni al “Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Solidi Urbani” (01/06/2017) e recentemente ribadite col parere sull’impianto proposto dalla NEWO (09 /02/2018) nei quali motiva dettagliatamente la sua contrarietà alla realizzazione di inceneritori, ricorda che la legge n.108/2001 (Convenzione di Aarhus) sancisce il diritto del cittadino all’informazione ambientale e il suo coinvolgimento nelle scelte ambientali che lo riguardano e che toccano la salute e l’ambiente.
A questo proposito la Consulta per l’Ambiente del Comune di Bari ribadisce che il vero problema relativamente all’autorizzazione (e relativo finanziamento) dell’impianto di ossicombustione proposto dalla NEWO, non è soltanto l’assenza di coerenza con gli obiettivi di raccolta differenziata fissati dalla Regione nel suo Piano per la gestione dei rifiuti, bensì la mancata coerenza politica da parte dell’amministrazione regionale che sebbene da luglio 2017 si sia dotata di una legge sulla partecipazione, non mostra volerla rendere concretamente attiva, ma al contrario sembra fare di tutto per lasciarla sulla carta.
Inceneritore, la Regione deve decidere da che parte stare

“Su opere, progetti ed interventi di particolare rilevanza per la comunità regionale, in materia ambientale, paesaggistica, sociale, territoriale, culturale ed economica” la legge sulla partecipazione prevede un “dibattito pubblico” per far si che proposte di rilevanza per non vadano lasciate solo ai proponenti bensì si arricchiscano dei suggerimenti e delle proposte dei vari stakeholders e della società civile, degnamente rappresentata dall’associazionismo.
Questo si chiama partecipazione, la reale strategia per ridurre i conflitti, consentendo il coinvolgimento di tutti i soggetti sociali e politici. E la Regione Puglia che dallo scorso anno si è dotata di una legge sulla partecipazione, deve decidere da che parte stare.»