Impianto di ossicombustione a Bari, la Regione blocca il finanziamento da 10 milioni. Il braccio di ferro continua

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inceneritore - FOTO ARCHIVIO

Nel 2016 NewO S.p.a. e OssigenopurO S.r.l di Foggia presentarono il progetto. Contrari i Comuni di Bari e Modugno, oltre alle associazioni ambientaliste e al Comitato No inceneritore. Continua la battaglia legale dinanzi al Tar sulla VIA

Impianto di ossicombustione si, impianto di ossicombustione no. Oppure forse. Il braccio di ferro continua e questa volta è tutto interno alla Regione Puglia: il dipartimento Sviluppo economico, lunedì scorso, ha bocciato la richiesta della società dauna NewO S.p.a. di accedere a un’agevolazione di circa 10 milioni di euro. Lo scorso fine febbraio, il dirigente del Servizio regionale di VIA e VIncA ha prorogato la Valutazione d’impatto ambientale sulla realizzazione dell’impianto nella zona industriale tra Bari e Modugno, portando i rispettivi sindaci a presentare un ricorso al TAR.
La questione si trascina dal 2016, quando la NEWO S.p.A, insieme alla OssigenopurO S.r.l., presentò un progetto per la realizzazione dell’impianto di coincenerimento di rifiuti in via Nicola Corigliano. Non si fece attendere la levata di scudi da parte dei due Comuni interessati, delle associazioni ambientaliste del territorio e dal Comitato No Inceneritore. A colpi di sentenze e manifestazioni, la battaglia dura tuttora.

L’impianto

Il progetto, presentato nel 2016 dalle aziende con sede legale a Foggia, prevede la realizzazione di sette sezioni impiantistiche. La prima è quella di ricezione e trattamento fisico del rifiuto, finalizzata alla produzione del combustibile (slurry) di alimentazione della sezione termica. Poi vi è quella destinata al processo di ossicombustione, alimentato con lo slurry. La terza è quella destinata al trattamento degli effluenti gassosi. A seguire quella di accoppiamento turbina-alternatore per la produzione di energia elettrica, sfruttando il calore del vapore prodotto nel processo di ossicombustione. Nella quinta si prevede l’estrazione della CO2 dagli effluenti gassosi rivenienti dal processo di ossicombustione. Vi è poi una sezione dedicata al recupero del materiale vetroso (silico-alluminati) derivante dalla frazione incombustibile dello slurry. E, infine, il settore destinato all’attività di produzione/fornitura dell’ossigeno (gestito da terzi) da utilizzare come comburente nel processo di ossicombustione.

La sede del Consiglio regionale della Puglia (Fonte: Regione Puglia)

La vicenda

L’ipotesi di realizzazione dell’impianto di ossicombustione aveva portato alla nascita del Comitato No Inceneritore, specie a seguito delle prime autorizzazioni ambientali rilasciate dalla Regione alla NewO S.p.a., a inizio 2018. Stessa mossa fu compiuta dal sindaco di Bari, Antonio Decaro, che aveva invitato le altre amministrazioni comunali e la società civile a confrontarsi sulle iniziative da intraprendere.
A fine 2021, il tribunale amministrativo regionale aveva accolto il ricorso presentato dal Comune di Bari, cui avevano aderito anche la Città Metropolitana, il Comune di Modugno e il Consorzio ASI. Con questo provvedimento, i giudici avevano bloccato un’iniziativa industriale giudicata molto acerba dal punto di vista della sicurezza industriale, specificando che l’utilizzo dichiarato di rifiuti provenienti dal ciclo dei Rifiuti Solidi Urbani avrebbe richiesto la realizzazione di una procedura pubblica di selezione e come l’impianto non fosse compreso nel Piano Regionale dei Rifiuti. Una sentenza ribaltata l’anno seguente dal Consiglio di Stato: i giudici di seconda istanza, infatti, non avevano rilevato vizi di illegittimità nelle autorizzazioni regionali, specificando come il progetto fosse in linea con la programmazione nazionale e regionale in materia di rifiuti.

Bari e Modugno proseguono la battaglia

Dopo la sentenza del Consiglio di Stato, i due Comuni interessati dal progetto dell’impianto di ossicombustione hanno continuato la loro battaglia. Lo scorso ottobre, i sindaci Antonio Decaro e Nicola Bonasia hanno depositato personalmente i pareri tecnici negativi dei rispettivi Comuni al dipartimento regionale di Mobilità e Qualità urbana, da verbalizzare nella Conferenza di servizi convocata per trattare l’iter di realizzazione dell’impianto. Come spiegato dal primo cittadino barese, Decaro, la posizione del Comune di Bari «non è fondata su ragioni pregiudiziali», ma su specifiche osservazioni. Tra le più significative: gli impatti sanitari, l’impossibilità di accogliere rifiuti urbani provenienti dalla regione (poiché l’impianto non è previsto nel Piano Regionale dei Rifiuti) e un primo via libera al finanziamento da 10 milioni che non potrebbe spettare alla NewO S.p.a., in quanto impossibilitata a supportare il ciclo dei rifiuti urbani regionali.

Il cancello dietro il quale Newo intende costruire l’inceneritore – FOTO ARCHIVIO

Il rinnovo della VIA e il ricorso dei Comuni

Con apposita determina firmata dal dirigente del Servizio VIA e VIncA della Regione Puglia, l’arch. Vincenzo Lasorella, il 27 febbraio scorso è stata prorogata per altri cinque anni la valutazione d’impatto ambientale, già concessa la prima volta nel 2018. Anche su questo provvedimento regionale si registra la dura presa di posizione dei Comuni di Bari e Modugno, che, infatti, hanno proprosto un nuovo ricorso al Tar. Questa volta, nel mirino delle amministrazioni comunali non è più l’autorizzazione, ma il prolungamento della sua efficacia.

Leggi qui la Determinazione del dirigente Servizio VIA e VIncA

Lo stop al contributo da 10 milioni

Si arriva quindi all’ultimo aggiornamento dell’annosa vicenda: la bocciatura dell’ammissibilità al finanziamento da 10 milioni per la NewO S.p.a., da parte del dipartimento Sviluppo economico della Regione Puglia. La determina dirigenziale è stata adottata lunedì scorso, 4 settembre. Una decisione che non ha colto di sorpresa il sindaco Decaro, il quale, già nel parere tecnico negativo presentato al dipartimento regionale di Mobilità e Qualità urbana, aveva sollevato perplessità sul progetto. Anche per quanto concerne l’aspetto relativo alle agevolazioni economiche.

Decaro: «Altri problemi irrisolti»

Secondo le parole del primo cittadino, rilasciate al quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno, tra le criticità elencate «una riguardava proprio la legittimità di un contributo pubblico per un’impresa che prevede di inserirsi nel ciclo pubblico dei rifiuti solidi urbani senza aver partecipato nemmeno a una gara». Tuttavia, Decaro sa che il provvedimento interviene soltanto sull’aspetto economico della questione, lasciando irrisolti gli altri nodi. In primis quello «della natura dei rifiuti dei prodotti finiti che dovrebbero uscire dallo stabilimento», conclude. Adesso si attende l’esito del secondo ricorso al Tar, quello sulla proroga della VIA.

Il consigliere regionale del M5S Marco Galante (Regione Puglia)

Esultano i 5 Stelle, preoccupati per il coinceneritore che dovrebbe sorgere a Ginosa

L’inammissibilità al finanziamento di 10 milioni per la NewO S.p.a. fa esultare anche gli esponenti regionali del Movimento 5 Stelle. «Non possiamo che accogliere con favore la decisione della Regione di dichiarare inammissibile la richiesta di finanziamento di 10 milioni di euro richiesto dalla Newo per realizzare l’impianto di ossicombustione nella zona industriale tra Bari e Modugno», si legge in una nota del capogruppo Marco Galante. «Già nei mesi scorsi – prosegue il comunicato – ci eravamo espressi chiedendo di tenere in considerazione nuovi elementi, emersi dopo il parere di compatibilità ambientale del 2018, che modificavano il quadro d’insieme e di valutare gli impatti cumulativi dovuti alla presenza di numerosi stabilimenti inquinanti nella zona».
Dopo questa prima battaglia, Galante pensa ora al coinceneritore che la società Ecologistic S.p.a. intende realizzare nel comune di Ginosa, all’interno dell’ex Miroglio in contrada Girifalco. E, in tal senso, chiede alla Regione di esprimersi negativamente. «Non possiamo permettere che si vada avanti con un progetto del tutto incompatibile con uno sviluppo sostenibile dell’area e serve che tutti i cittadini facciano sentire la loro voce conclude Galante – A differenza di quanto sostenuto dall’azienda, la vertenza che riguarda i lavoratori Ex Miroglio è tutt’altro che risolta e l’impianto non sarà a impatto zero».

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