
Aumentano i turisti che scelgono i viaggi per vedere posti nuovi e provare nuovi sapori. In questo modo si premia lo sviluppo sostenibile delle comunità e il rispetto per l’ambiente
Parla chiaro il quarto Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2021 presentato in Senato e curato da Roberta Garibaldi, docente universitario di Tourism Management all’Università degli Studi di Bergamo e presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico: “se nel 2016 erano il 21% degli intervistati a scegliere questa forma di turismo, nel 2021 il dato è del 55%.”. C’è dunque maggiore consapevolezza nella scelta dei luoghi da visitare che non è concentrata solo sul “divertimento” e sui servizi, ma sulle bellezze naturali e sui piaceri della tavola. L’enogastronomia è forse il mezzo più vero e più autentico per conoscere un posto, perché i sapori e gli odori sono impregnati di tradizione e storia locali, sono l’emblema, l’anima di un luogo.
In questo momento di ripartenza dopo le chiusure per la pandemia da Covid, con questi numeri, il turismo enogastronomico può diventare un settore trainante fondamentale per l’Italia e per le svariate realtà locali. Inoltre, questo rapporto può essere considerato un documento di lavoro utilissimo per lavorare ad un piano nazionale legato all’enogastronomia. Secondo il rapporto, ”Le località di mare sono diventate la porta di accesso per partecipare a esperienze enogastronomiche memorabili nell’entroterra (53% dei turisti enogastronomici), davanti alle città d’arte e alle destinazioni montane. La voglia di vivere all’aria aperta spinge i turisti alla ricerca di sistemazioni come agriturismi (l’86% ha intenzione di alloggiarvi) e relais di campagna (59%), con una ricerca di soluzioni innovative, tra cui spiccano alberghi a tema cibo-vino (56%), glamping (29%) e case sugli alberi (32%). Nella scelta degli hotel, la presenza di un’offerta che valorizza i cibi tipici locali appare sempre più determinante e l’80% degli intervistati si aspetta una prima colazione a base dei prodotti del luogo. Inoltre, il turista diventa parte attiva della visita, diventando egli stesso un elemento di quella comunità agricola e agendo in sintonia con la natura. In questo modo, la scelta di una destinazione diventa una sorta di “premio” alle aree e alle aziende agricole che hanno operato per lo sviluppo autentico e armonico. Anche qui, i nuovi servizi offerti e i social sono un importante incentivo alla scelta del posto, ma fanno da corollario al cibo locale.
Le mete più ricercate in Italia sono la Sicilia, l’Emilia-Romagna, la Campania, la Puglia e la Toscana. La città preferita dai turisti enogastronomici italiani è Napoli, che precede Bologna, seguita da Palermo per gli italiani in generale e da Roma per i turisti enogastronomici.
All’estero, al primo posto c’è la Spagna, seguita dalla Francia e poi dalla Grecia. La capitale francese, Parigi, si guadagna la prima posizione tra le città straniere preferite per l’enogastronomia; seguono nella graduatoria le città spagnole di Barcellona e Madrid.
Intanto la Puglia, con oltre 300 prodotti enogastronomici certificati, amati, apprezzati e richiesti in tutto il mondo, sta pensando, su proposta del Gruppo consiliare della Lega, di produrre una legge per il settore che possa metter ordine tra le varie normative, in vista dell’imminente riapertura della stagione turistica. Su questo punto, l’assessore regionale alle politiche agricole Donato Pentassuglia si è detto disponibile e ha chiesto di ascoltare in IV commissione regionale anche le Associazioni di categoria.
Coldiretti Puglia, però, mette in guardia: “l`impatto della crisi innescata dal Covid taglia del 27% il turismo enogastronomico e mette a rischio i 311 prodotti alimentari tradizionali custoditi in Puglia da generazioni dagli agricoltori. La Puglia è anche la seconda regione più bio d’Italia, con 266mila ettari coltivati e 9380 operatori, una incidenza del 20% delle superficie biologiche sul totale, ma è anche una regione da primato per la biodiversità. La mancanza di vacanzieri si trasferisce a valanga sull’insieme dell’economia per il crollo delle spese per alimentazione, alloggio trasporti, divertimenti, shopping e souvenir.”.
Insomma, la riapertura è necessaria, così come è necessaria la ripartenza. Serve all’economia. Il turismo e l’enogastronomia sono un fondamentale volano per la riscoperta dei luoghi e la tutela dell’ambiente, creano reddito, benessere e salvaguardano le tradizioni. Ecco perché il turismo quest’anno avrà un altro sapore. Il Covid ci ha fatto riscoprire tante cose che davamo per scontate.