
Il film girato in Salento e in Valle d’Itria, nella piana degli ulivi monumentali
Gli effetti devastanti della Xylella fastidiosa finiscono sul grande schermo e, proprio come accade per tutte le tragedie, anche quella che è costata la vita a circa undici milioni di ulivi pugliesi – dal 2013 a oggi – ha visto la sua trasposizione cinematografica. “Il tempo dei giganti” è il titolo della pellicola, presentata giovedì sera nella sala “AncheCinema” di Bari. La proiezione è stata preceduta dalla degustazione di alcuni prodotti tipici del territorio: quasi come a voler far comprendere, cominciando dalle papille gustative, il prezioso patrimonio enogastronomico che la Puglia è chiamata a tutelare. E che proprio il noto patogeno invasivo rischia di minare, sin dalle fondamenta della cucina locale: le olive, dunque l’olio extravergine.
La pellicola

(Fonte: Dinamo Film)
“Il tempo dei giganti” è un film-documentario diretto da Davide Barletti e Lorenzo Conte, prodotto da Dinamo Film e Fluid Produzioni, con il contributo di Apulia Film Fund di Apulia Film Commission e della Regione Puglia. La trama è liberamente ispirata al libro di Stefano Martella La morte dei Giganti. Il batterio Xylella e la strage degli ulivi millenari, edito da Meltemi. Il film è ambientato in una Puglia messa in ginocchio dalla più grave pandemia botanica del secolo, causata da un batterio da quarantena: la Xylella Fastidiosa. Questa sta uccidendo milioni di alberi d’ulivo, stravolgendo paesaggio, economia e relazioni umane. Il film è dunque un racconto sul viaggio di Giuseppe verso la terra del padre, nella piana degli ulivi monumentali, laddove è imminente l’arrivo dell’epidemia. Dovrà spiegare all’anziano contadino come la loro vita sarà sconvolta da questo batterio invisibile, finora sconosciuto in Italia e che lentamente sta diffondendosi in Europa. Maggior parte delle riprese in Salento, ma alcune scene sono state girate nella piana millenaria degli ulivi, in Valle d’Itria, dove il batterio è oggi alle porte.
Dalla tragedia all’opportunità

(Fonte: Mymovies)
Un’emergenza nata dieci anni fa e acuita da un cortocircuito nella sua gestione. Il regista Davide Barletti ha voluto così realizzare un film documentario che raccontasse la storia di un paesaggio ormai scomparso, a causa della morte o dell’eradicazione di 11 milioni di ulivi, che hanno messo in ginocchio un’economia e dura prova la sopravvivenza di un simbolo identitario della Puglia. «Le nuove generazioni non sapranno cosa erano gli ettari di foreste di ulivo, che vedeva chiunque attraversava il Salento» ha spiegato il regista. Secondo il suo punto di vista, la grave emergenza deve spronare i pugliesi a reagire, intravedendo un’opportunità nella ricostruzione del paesaggio. «Il film narra tuto questo attraverso le voci dei protagonisti – ha aggiunto Barletti – Intorno all’ulivo si è costruita economia, identità; è una pianta che ha accompagnato la storia di generazioni e vederla cancellata non può non farci riflettere sulla responsabilità che da esseri umani abbiamo nel conservare un patrimonio naturalistico, ambientale e sociale inestimabile».
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Maraschio: «Fase di rinascita»

Quello legato alla Xylella continua a essere un tema affrontato in agricoltura e in politica. Tra gli spettatori, giovedì sera ad AncheCinema c’era anche l’assessore regionale all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio, che ha confermato ad Ambient&Ambienti il sostegno delle istituzioni europee. «Gli ulivi erano il polmone agricolo del Salento e adesso bisogna correre per intervenire sull’ambiente, in quanto questi territori rischiano una desertificazione – ha dichiarato – Siamo, a mio avviso, in una fase vera di rinascita e non solo perché sono stati sbloccati diversi fondi europei destinati all’agricoltura, ma perché sono state avviate una serie di azioni positive dalle persone».
La priorità è ora rappresentata dall’allarme desertificazione, ragion per cui, secondo l’esponente della giunta regionale, bisognerebbe intervenire sull’ambiente. «Mi sono occupata di paesaggio fino a dicembre scorso e ho fatto in modo che venisse portato a compimento uno studio: un progetto integrato di paesaggio, guidato da Angela Barbanente (assessore al territorio durante la Giunta vendola, n.d.r.), che ora dovrà essere tradotto in progettualità, grazie a un ulteriore finanziamento che ho stanziato prima di lasciare la delega al paesaggio – ha ribadito l’assessore Maraschio – Spero che questo studio possa essere considerato come uno schema di lavoro, come base per ripartire, tenendo conto dei risultati conseguiti attraverso una partecipazione reale di piccoli proprietari, agricoltori, viticoltori».
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