Guerra in Ucraina, civili e giornalisti a rischio amianto

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Fino al 2020 in Ucraina l’amianto è stato utilizzato liberamente nella costruzione e nella manutenzione di edifici pubblici e privati e di stabilimenti industriali (foto Pexels)

L’appello urgente di Bonanni (Osservatorio Nazionale Amianto): “Si adottino subito dispositivi di protezione per giornalisti e le popolazioni civili dall’esposizione alla fibra killer”

 

“Nonostante in Ucraina le bombe continuino a distruggere abitazioni e siti in amianto continuiamo a vedere ignari cittadini e giornalisti che svolgono il loro lavoro privi di maschere protettive e di tute monouso indispensabili per evitare di inalare le fibre di amianto che possono essere mortali anche a bassa dose”. E’ l’appello urgente a tutela della popolazione e dei giornalisti inviati sul territorio di guerra del Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, Ezio Bonanni, che spiega: “Ricordo che in Ucraina, fino al 2020, l’amianto è stato utilizzato liberamente nella costruzione e nella manutenzione di edifici pubblici e privati e di stabilimenti industriali. Tutte queste strutture sono sottoposte all’incessante fuoco delle artiglierie russe che stanno polverizzando materiali di amianto e le fibre, purtroppo, produrranno decine di migliaia di morti nei prossimi decenni. È indispensabile quindi l’intervento degli Organismi internazionali per proteggere i cittadini ucraini, e chiedo alla RAI, a Mediaset, e a tutte le altre testate nazionali e internazionali, di intervenire affinché i corrispondenti e giornalisti presenti nel territorio siano informati e dotati degli adeguati strumenti di protezione”.

Come spiegato ne “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia” (QUI il link del libro)   l’amianto è altamente cancerogeno anche a bassa dose e che non c’è una soglia al di sotto della quale non c’è rischio.

 

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