
Gara di public speaking al Liceo Salvemini di Bari sul tema “Ambiente, salute e lavoro: il caso Taranto”. Saper parlare in pubblico per proporre una lettura etica delle grandi questioni ambientali
Si sono affrontati nell’auditorium del Liceo Salvemini a Bari a colpi di dati e affermazioni sostanziate da fonti attendibili, sfoderando tutta la loro arte di comunicatori per convincere l’uditorio della bontà delle loro tesi, come facevano gli oratori ad Atene o a Roma, ma con una sostanziale differenza: la comunicazione del 21° secolo è molto più complessa e si basa su raffinate strategie del consenso che nascono sul web e si diffondono attraverso i media. Quanto al saper parlare in pubblico, alle tecniche da usare per commuovere, appassionare, terrorizzare chi ascolta, forse nulla è cambiato e il De Oratore di Cicerone non va ancora messo in soffitta.

Devono essersene accorti i 5 studenti che mercoledì 25 maggio hanno partecipato a GreenReport – per una comunicazione etica e sostenibile , evento conclusivo del progetto di comunicazione politica e cittadinanza attiva organizzato in quest’anno scolastico dal Liceo Scientifico Salvemini.
La scuola, vincitrice di un bando del CoReCom (Comitato regionale comunicazione) Puglia sulla co0municazione politica con un focus sulle tecnologie digitali, ha lavorato per ampliare le conoscenze nell’ambito della comunicazione politica – in particolare in relazione al sistema dei nuovi media negli ultimi anni – e per sviluppare competenze sia nell’ambito della cittadinanza attiva, sia nella sfera della comunicazione digitale attraverso i social media.
Parlare in pubblico dell’Ilva
I ragazzi hanno affrontato un tema complesso come quello del dilemma lavoro/salute, declinato su un case history come l’Arcelor Mittal a Taranto. E hanno messo in luce il dibattito mai sopito tra benessere economico e sostenibilità ambientale. Il tutto davanti a una giuria composta da Giorgio Assennato (membro della Commissione Nazionale Valutazione Impatto Ambientale), e i giornalisti Marigea Cirillo (commissaria cel CoReCom Puglia), Lucia Schinzano (Direttrice di Ambient&Ambienti), Nicolò Delvecchio (Corriere del Mezzogiorno).

Accompagnati da 4 esperti, Sabino Di Chio (docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi), Sergio Dilillo (creative director presso ?com, agenzia di Marketing e Comunicazione) Leonardo La Porta (avvocato, associazione Altamarea, “Giustizia per Taranto”) Anna Garofalo (attrice, regista, autrice), i ragazzi hanno studiato le differenze tra le diverse forme di comunicazione e hanno messo particolare attenzione alla comunicazione politica digitale (dal public speaking allo storytelling, dalla costruzione di strategie di comunicazione alla produzione di contenuti che stimolino la partecipazione e il consenso), per poi affrontare la questione “Ambiente svenduto” di Taranto. Non solo, hanno curato le tecniche per raggiungere la padronanza dello strumento voce e della comunicazione efficace. Si sono quindi allenati per la gara di public speaking e una campagna di comunicazione incentrate sul tema “Ambiente, salute e lavoro: il caso Taranto”: destinazione, i canali social. A seguirli anche un team di docenti della scuola.
Gli 8 ragazzi che hanno preparato la campagna di comunicazione, spiegando anche i meccanismi per massimizzarne l’efficacia, hanno addirittura creato un brand, BIoMente, che racchiude la volontà di essere protagonisti di un mondo pulito. Quanto ai 5 comunicatori – Francesca, Paola, Roberto, Federica, Annamaria – si sono cimentati sui temi caldi legati a Taranto e all’ex Ilva: salute, infanzia “rubata”, prospettive occupazionali, riconversione dell’impianto, responsabilità per le generazioni future, trattati ognuno col suo taglio. Il tutto mentre Letizia realizzava alle spalle dei concorrenti un murales che aveva per soggetto le ciminiere e il fumo -rosso come il sangue – che ne usciva, e concluso da una bella poesia di Miriana.
A vincere il contest sono state Francesca e Annamaria. Ma questo in fondo poco importa. Il vero premio è aver capito che la comunicazione deve essere sincera, mai impostata; deve generare empatia in chi ascolta; deve essere soprattutto vera e generare riflessione. Questo crea una cittadinanza attiva. Ed è questo che si chiede alle generazioni future.